Domenica all’Ars per i parlamentari regionali siciliani. La lunga maratona per il via libera alla Finanziaria entro il 30 aprile, quando scadrà l’esercizio provvisorio, non permette soste. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, chiudendo ieri sera alle 20.30 i lavori di Sala d’Ercole ha aggiornato la seduta a stamane alle 12. Decine gli articoli ancora da approvare e senza i numeri in Aula la maggioranza deve fare i conti con l’asse Pd-M5s che nelle prime due giornate di votazioni ha dimostrato tutto il suo peso con il governo andato sotto su norme chiave della legge di stabilità regionale.
Ieri è toccato, a esempio, oltre alla norma sul Genio civile, anche all’articolo che garantiva l’esenzione della tassa automobilistica regionale per le famiglie meno abbienti già esenti dal ticket sanitario. Provvedimento caro al governatore Nello Musumeci e apprezzato dallo stesso Miccichè, che non ha nascosto la sua “profonda amarezza” per “una buona legge che è stata fatta fuori per logiche politiche”.
L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, punta il dito contro il M5s. “Sulle misure di attenzione agli indigenti, alle persone che hanno bisogno il M5s vota contro” ha sbottato uscendo dall’Aula. Accuse condivise da Diventerà Bellissima e da Forza Italia, ma che i pentastellati respingono al mittente. “Nella finanziaria in discussione all’Ars – dice la capogruppo del M5s, Valentina Zafarana -, il Governo ha inserito norme spot e dal respiro corto, incapaci di dare risposte alle esigenze dei cittadini, che chiedono riforme strutturali, non contributi una tantum”. Il testo per i Cinque Stelle è “una manovra bulimica, che Governo e maggioranza hanno trasformato in un ‘marchettificio’ in chiave elettoralistica e con tante norme a gettone votate pure dal Pd”. Tra gli emendamenti targati M5s approvati da Sala d’Ercole c’è anche quello che prevede che il 20 per cento degli incassi derivanti dalla vendita di biglietti di accesso a musei, gallerie, zone archeologiche e monumentali regionali torni nelle casse dei poli culturali. “Abbiamo deciso di proporre questa misura di favore, a causa dei tagli operati dal governo alla cultura” dicono i pentastellati, che non risparmiano una stoccata al numero uno di Sala d’Ercole.
“Tra due giorni scade il termine per l’ok alla manovra, che è ancora in alto mare – accusa Zafarana – e il presidente dell’Ars si preoccupa di chiudere in anticipo i lavori per consentire a qualche deputato di correre a guardare la partita Inter-Juventus in tv. Sarebbero questi i responsabili?”. Il riferimento è alla battuta che ieri sera in Aula il presidente dell’Ars, dopo una maratona durata circa 10 ore, ha rivolto a Cracolici proprio sull’atteso derby. “Mi sono permesso, avendo di fronte l’onorevole Cracolici, di fare una battuta per distendere il generale clima di stanchezza” spiega lo stesso Miccichè per il quale “chiunque, giornalista o deputato, abbia insinuato che il motivo della sospensione dei lavori fosse una partita di calcio è terribilmente scorretto oltre che intellettualmente disonesto”.
Rispondendo al governatore, che gli aveva chiesto di far procedere i lavori a oltranza fino alle 22, Miccichè ha precisato di “aver preso un impegno con i deputati”: staccare alle 20 e riprendere stamani alle 12, per “consentire loro, e in particolar modo a chi abita molto lontano, di trascorrere il sabato sera in famiglia”. E lo stesso Musumeci sgombera il campo da ogni equivoco. “Non c’è alcuna contrapposizione tra me e il presidente dell’Ars Miccichè – assicura il governatore -. Il Parlamento ha lavorato oltre 10 ore, approvando norme importanti. Le speculazioni inutili significano che questa Finanziaria non offre pretesti per divagazioni”. E oggi alle 12 si ricomincia. (Loc/Adnkronos)