L’Assemblea regionale siciliana prova a mettere ordine in tema di spese per il personale e funzionamento dei gruppi parlamentari. La ‘mini riforma’ sui collaboratori esterni passa durante i lavori in Aula per l’esame della Finanziaria con un blitz. Un via libera arrivato, dopo le polemiche dei giorni scorsi, con un emendamento aggiuntivo firmato a sorpresa da tutti i capigruppo di Palazzo dei Normanni.
In sostanza a cambiare, alla sua prima applicazione in Sicilia, è la legge regionale che recepisce il decreto Monti del 2014. In base alla norma approvata resta invariato il contributo assegnato a ogni deputato per i portaborse (3.100 euro). Il risparmio per le casse dell’Ars è di 1,4 milioni di euro. Scende, invece, da 58mila e 500 euro a 38mila euro il budget annuale riservato ai collaboratori esterni, i cosiddetti D6. Somme che il deputato da ora in avanti potrà utilizzare in maniera autonoma oppure, con “istanza a firma congiunta del capogruppo” destinare al gruppo parlamentare di appartenenza per il personale esterno.
In questo modo i fondi per i D6 e i portaborse si sommeranno e nel momento in cui il deputato deciderà di gestirli autonomamente senza assegnarli al gruppo, potranno anche ‘sfuggire’ al controllo della Corte dei Conti. L’emendamento prevede, infine, una riduzione di soli 10mila euro per i cosiddetti stabilizzati, personale già da anni impiegato a Palazzo dei Normanni e i cui contratti scadono con la chiusura della legislatura. Per loro il budget passa da 68mila a 58mila euro.
“Con questo taglio l’Assemblea regionale risparmierà circa 1 milione 800mila euro l’anno, per un totale di 9 milioni in questa legislatura”. Così il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, commenta il via libera di Sala d’Ercole all’emendamento che prevede la salvaguardia dei cosiddetti stabilizzati dei gruppi parlamentari e taglia da 58.571 euro a 38.071 euro la somma prevista da una normativa statale da destinare ai collaboratori esterni dei singoli deputati. L’emendamento, firmato da tutti i capigruppo, prevede l’eliminazione dei contratti ‘D6’ e concretizza quello che era stato l’impegno del presidente Miccichè, che ha sempre sostenuto che “non sarebbe stato moralmente accettabile, ‘licenziare’ i cosiddetti stabilizzati”, collaboratori che svolgono l’attività di supporto parlamentare in alcuni casi da oltre vent’anni. La norma approvata mette ordine nelle retribuzioni degli 80 stabilizzati: il massimo che potranno ottenere nel corso di un anno sarà di 58.571 euro e saranno previste anche fasce di importo minore. I deputati potranno avere massimo due collaboratori: uno potrebbe essere il tradizionale portaborse, l’altro un collaboratore qualificato che lo aiuterà nella sua attività legislativa. Infine, i deputati non sono obbligati a reclutare personale esterno, ma possono utilizzare le somme loro destinate per pagare gli stabilizzati. (Loc/Adnkronos)