Paradisi fiscali non salvano Formica.Corte dei Conti lo costringe a restituire 378 mila euro alla Regione

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A novembre ha compiuto 65 anni ed è andato in pensione. Ma non è un lavoratore qualunque, è un deputato di lungo corso all’ Assemblea Regionale Siciliana: ben cinque legislature. Ed in pensione non ci sarebbe andato di certo, malgrado il lauto trattamento di fine legislatura, se non fosse stato bocciato alle urne alla ultime elezioni siciliane. Troppo poche le seimila preferenze racimolate nella lista del Popolo delle Libertà.

Santi Formica, chirurgo di San Pier Niceto in provincia di Messina, era entrato per la prima volta a Palazzo dei Normanni 21 anni fa eletto in Alleanza Nazionale con oltre diecimila preferenze. Ci fu un piccolo intoppo di ineleggibilità, quindi un seggio continuo dal 1996 a due mesi fa. Con qualche acuto come la vicepresidenza dell’ Ars e un assessorato. E fu proprio quell’ assessorato alla Formazione a offuscarne la storica gloria parlamentare.

Salvatosi dai risvolti penali, gli è costato infatti 378 mila euro di danno erariale contestatogli dalla Corte dei Conti che lo ha condannato al risarcimento.

Rifacendosi al cognome, la giustizia amministrativa era certa di poter restituire alle casse della Regione il danno subito.

Si credeva che bastasse andare nel suo paesino del messinese per rintracciare i risparmi di Formica e recuperare quanto dovuto. Ma non si pensava che, vista l’inaffidabilità delle nostre banche e la sismicità del territorio, che sconsiglia di nascondere qualcosa sotto il mattone, l’integerrimo parlamentare della destra siciliana avesse provveduto a spostare quanto di suo in un paradiso fiscale .Creando assieme alla moglie Santa Maria Buontempo un fondo, denominato “Usa” nel quale far confluire le sue proprietà, fra cui decine di appartamenti a Milazzo e Tusa e in un residence di Tusa, porzioni di terreno, oltre a una Porsche Carrera del 2012.

La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti parla di “animus nocendi con cui è stato costituito il trust e disposto a favore dello stesso non soltanto di una pluralità di immobili detenuti da tempo, oggetto dell’azione revocatoria, ma anche di svariati beni mobili non registrati (mobili antichi, quadri, elettrodomestici, suppellettili varie) così da spogliarsi dei cespiti eventualmente aggredibili dalla Regione in ipotesi di condanna da parte del giudice contabile”.

Condanna in appello che adesso é puntualmente arrivata.

La sezione giurisdizionale non potrà toccare solo una quota non maggioritaria del patrimonio “blindato” da Formica, perché in comproprietà con la moglie. Ma lui, dovrà mettere mani al portafogli.

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