L’inarrestabile piaga della disoccupazione colpisce ancora.Uomo sale sul tetto del municipio, è accaduto a Gela

0
14
Condividi su Facebook
Tweet su Twitter


Want create site? Find Free WordPress Themes and plugins.

La parola chiave degli ultimi anni è diventata “disoccupazione”, uno status non solo lavorativo ma che per forza di cose incide anche sull’aspetto psicologico di una persona, che spesso si ritrova improvvisamente a perdere il lavoro dopo aver fatto tutti i conti possibili e immaginabili sul raggiungimento della tanto attesa pensione.

La disoccupazione è un fenomeno a dir poco inarrestabile soprattutto al sud. Le cronache quotidianamente sono piene di gesti eclatanti che non possono essere sottovalutati. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto a Gela, dove un uomo è salito sul tetto del Palazzo del Municipio in segno di protesta e in preda alla disperazione. Il gesto di un uomo senza soldi, senza presente e senza futuro. Un malessere che si aspettava risposte dalla classe politica sulla povertà in cui versa Gela ma anche le altre città del Sud, in un periodo frenetico e a ridosso delle festività dove per molti è difficile soffermarsi e analizzare quanto accade intorno. C’è chi dice ” Sfiducia sì … sfiducia no… ( facendo riferimento alla recente costituzione del nuovo Parlamento siciliano) e magari qualcuno cerca di uccidersi!”…. spunti e riflessioni che non possono essere sottaciute.

Intanto per evitare il peggio sono dovute intervenire le Forze dell’Ordine per cercare di riportare la situazione sotto controllo.

E i dati Istat aggiornati a dicembre 2017 fotografano una situazione drammatica e non sono rassicuranti, il tutto nel totale silenzio della classe politica.

ll tasso di disoccupazione per i giovani 15-34enni aumenta dall’11,7% del 2008 al 22,5% del 2016. L’indicatore per i 55-69enni si attesta al 5,5% nel 2016. Tuttavia, nonostante la ripresa degli ultimi anni, la crisi ha avuto un forte impatto anche per gli ultracinquantacinquenni: dal 2008 al 2016 il tasso di disoccupazione 55-69 anni è aumentato di 2,5 punti, facendo emergere un nuovo problema di esclusione dal mercato del lavoro delle fasce più mature della popolazione. L’andamento del tasso di disoccupazione giovanile risente peraltro dell’aumento degli inattivi per motivi di studio che ha di fatto ridotto la platea di giovani su cui viene calcolato l’indicatore. A fronte di un aumento di sette punti del tasso di disoccupazione, infatti, l’incidenza dei disoccupati sul totale dei 15-34enni tra il 1993 e il 2016 è aumentata di 2,4 punti (da 9,2% a 11,6%). Questo aspetto, sebbene ridimensioni la gravità della condizione giovanile, non sminuisce le difficoltà – più acute rispetto al passato – di inserimento e di reinserimento dei giovani nel mercato del lavoro, che lungi dall’essere risolta è piuttosto “slittata in avanti” (Reyneri 2014) dalla classe 15-24 anni a quella 25-34 (paragrafo 2.3). A partire dal 2015 il gap intergenerazionale a sfavore dei giovani diminuisce: mentre per i 55-69enni l’indicatore continua a salire lievemente, per i 15-34enni il tasso di disoccupazione si riduce dopo sette anni di crescita. Nel 2016, gli over 55 sono più presenti nei settori tradizionali quali l’agricoltura, i servizi generali della pubblica amministrazione, l’istruzione e la sanità, che risultano quindi i settori più “anziani” in termini di occupati: uno su quattro ha almeno 55 anni, con l’istruzione che arriva quasi a un terzo. I settori che hanno contribuito maggiormente alla crescita occupazionale dei lavoratori più adulti tra il 2008 e il 2016 comprendono – oltre ai servizi generali della pubblica amministrazione, istruzione e sanità – anche l’industria manifatturiera e i servizi alle imprese. Peraltro l’età si lega alla classe dimensionale dell’impresa6 in cui gli individui lavorano: quasi 6 giovani su dieci sono occupati nelle piccole imprese contro il 45,5% dei lavoratori più adulti. Riguardo alla struttura per livelli di qualifica, i giovani in otto casi su dieci hanno un impiego alle dipendenze e, stante le loro brevi carriere lavorative, sono più spesso impiegati nelle professioni di media qualifica e tra gli operai. Gli over 55, quasi un terzo indipendenti, in quattro casi su dieci svolgono una professione qualificata e sono impiegati nel commercio e nei servizi in più di un quarto dei casi.

Did you find apk for android? You can find new Free Android Games and apps.


LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome:

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.