La cacciata dei massoni in sonno e un po’ bugiardi

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Gli impresentabili ora possono essere identificati tutti insieme, hanno uno spazio in cui si riuniscono, valori da perseguire, ruoli da svolgere. Sono la cresta della casta. Il peggio del peggio. Ora è dunque più facile toglierli di mezzo, fare terra bruciata attorno a loro. E’ una missione che solo i 5 Stelle possono assumersi. Sono loro, soltanto loro, estranei agli interessi di partiti e conventicole, a possedere tanto animo e spirito di libertà.

La cacciata dei massoni “in sonno” o un po’ bugiardi proclamata dal candidato leader Luigi Di Maio è la conferma di un fondamentalismo acritico che attraversa quasi l’intera politica italiana, ma anche una pericolosa idiozia, come indossare nel terzo millennio i grembiulini sottoponendosi a riti e regole che suscitano ilarità da una parte e regalano preziose occasioni di malandrinate dall’altra a coloro che si servono delle logge per comparaggi, affari, e talvolta veri e propri crimini.

Tutto ciò che è segreto diventa infatti inevitabilmente sospetto e costituisce una potenziale formidabile copertura per malandrini e personaggi privi di scrupoli.

Ciò premesso, la messa al bando della massoneria,  annunciata dal giovane leader del M5S  e potenziale capo del governo italiano, mette i brividi per la disinvoltura e le modalità con la quale viene perseguita.

La pulizia anti-massonica, suscitata dal senso di colpa (candidati iscritti alla massoneria)  è stata proclamata open air, senza alcun accorgimento né distinguo. Siccome sono in tanti a non sapere che cosa sia questa massoneria e quali interessi “fomenti”, una larga fetta di italiani è indotto a credere che i massoni siano sinonimo di delinquenti.

La massoneria non ha confini nazionali, è fatta di persone per bene e di intrallazzisti e criminali, come ogni altra aggregazione di esseri umani. Perfino la Chiesa ospita malandrini in alcune (poche) parrocchie ed alleva fondamentalismi. L’Islam ha partorito terroristi, le ideologie – buoniste e promotrici della felicità – hanno fatto nascere mostri nel 900, imprigionato uomini e coscienze, promosso pulizie etniche, decapitato uomini e libertà.

La massoneria è meno di una religione ma più di un partito politico, perché l’appartenenza è, qui sta l’inghippo, un valore, che obbliga al mutuo sostegno dei “fratelli”. La sua criminalizzazione però è un grave errore storico, al quale hanno contribuito gli stessi massoni, oltre che i seguaci di ideologie e fedi religiose che hanno considerato la massoneria un Nemico da combattere per le idee che persegue.

Di Maio non è certo il primo in questa battaglia che fa di tutta l’erba un fascio, ma è quello che con non chalance, ha reso oggi popolare il sinonimo, massoneria uguale malandrineria o inaffidabilità. Nemmeno la P2 di Licio Gelli, una Loggia border line, ha fatto tanto danno ai massoni quanto Luigino di Maio.

A parte alcuni meriti, come avere risvegliato i partiti (ormai in  via di estinzione) dal loro decennale torpore, ed avere proposto con urgenza un cambio di stagione alla casta, il M5S appare un indefinito contenitore di rivendicazioni senza arte né parte. Gli scopi che persegue assomigliano a nuvole che viaggiano nel cielo sospinte dal vento della rabbia popolare. O a un tappeto volante che trasporta un megafono, dal quale giungono incitamenti, parole d’ordine, buoni propositi insieme ad insulti, sarcasmo e battute spiritose. Avremmo un Parlamento di poveri e disoccupati al posto di riccastri e di furbastri se i 5 Stelle vincono le elezioni? I proletari al potere, sognano le anime buone. Non suona come una novità. Ci è nota anche la PP, evoluzione, con la nascita di burocrazie trinariciute.

Non è un caso che la piattaforma di Casaleggio sia stata intestata a Rousseau, propugnatore di felicità, utopie, buone intenzioni, trasformate nella pratica di governo in dispotismi mostruosi.

Il populismo non è chiacchiera da bar, ma il peronismo tirannico infarcito di miti. Se Salvini e Di Maio, in gran spolvero grazie alle furbate di Berlusconi da un lato ed allo sfascismo della sinistra dall’altro, incrociano le spade mentre convergono su alcune opzioni, un motivo deve esserci.

Abbiamo l’obbligo morale di capire quel che sta succedendo per non essere trascinati in una deriva oscurantista da chi meno ce l’aspettiamo. La cacciata dei massoni porta con sé l’audacia del Cavaliere della Mancia e i furori talebani del nostro tempo. La somma delle delusioni e delle frustrazioni dei poveri cristi magistralmente interpretata da un cabarettista intelligente e dal suo improbabile Sancho Panza, in versione slim.

 

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