E’ morto Stefano Ganci, uno dei fedelissimi di Totò Riina, stavascontando l’ergastolo nel carcere di Parma. Capo del mandamento Noce, è stato stroncato da un infarto a 55 anni. Ganci era stato condannato a vita per gli omicidi di Rocco Chinnici e Ninni Cassarà (1985) ma aveva anche pedinato il giudice Borsellino la mattina del 19 luglio 1992 . La famiglia Ganci è da sempre considerata una delle più importanti di Cosa Nostra e facente parte della famisa commissione provinciale al fianco de boss Riina a tal punto da proteggerne la latitanza.
La famiglia Ganci ufficialmente gestiva una macelleria in via Lo Jacono, vicino alle residenze dei giudici Rocco Chinnici, in via Pipitone Federico, e di Giovanni Falcone in via Notarbartolo.
Il terzo fratello di Stefano – Calogero Ganci – divenne un pentito e un testimone chiave nel 1996, confessando oltre 100 omicidi. Il padre, Raffaele sta scontando l’ ergastolo. Intanto la Procura di Parma ha disposto l’autopsia sul corpo di Stefano Ganci ler fugare ogni dubbio sulla sua morte, avvenuta a 55 anni. Invece il questore di Palermo, Renato Cortese, ha vietato, dopo il rientro della salma in Sicilia, i funerali pubblici.