Un breve bilancio da parte della sezione della Polizia Postale e delle comunicazioni della Sicilia Occidentale, guidata dal dirigente Vincenzo Macrì, chiamata a intervenire quasi quotidianamente nel vasto mondo di internet, che vede i maggiori pericoli nell’era dei social, soprattutto Facebook.
E proprio ai giovani da 5 anni è dedicata la campagna “Una Vita da Social”, che ha toccato 190 città italiane tra cui anche Palermo. Un modo per sensibilizzare i giovani ma anche gli insegnati sui reali pericoli della rete. Fin ora sono stati incontrati 1 milione e 300 mila studenti.
In particolare nel 2017 , ben 87 persone denunciate in stato di libertà, delle quali 7 per pedopornografia, 8 per hacking, 32 per financial cybercrime e 23 per reati contro la persona, 4 persone arrestate, delle quali una per pedopornografia; 243 siti web monitorati per contrasto alla pedopornografia; 11.750 spazi virtuali monitorati per contrasto al cyberterrorismo e oltre 5.000 studenti di 40 scuole, con oltre 300 dei rispettivi insegnanti, incontrati nel quadro delle campagne di educazione alla legalità informatica e di contrasto al cyberbullismo.
Un’attività quella della sezione che ha sede in via Roma a Palermo che prende le mosse da un quadro molto più generale e in ambito nazionale.
nel settore della pedopornografia online sono stati operati 55 arresti e 595 denunce.
Dalle complesse operazioni di prevenzione, è scaturita poi un’assidua attività di monitoraggio della rete che ha visto coinvolti ben 28.560 siti internet, di cui 2.077 inseriti in “black list”.
Sempre in ambito nazionale, per contrastare il fenomeno dell’adescamento di minori online sono stati trattati complessivamente 437 casi, che hanno portato alla denuncia di 158 soggetti e all’arresto di 19.
Un sensibile aumento, rispetto al 2016, è stato ravvisato in materia di reati informatici contro la persona (ad es. diffamazione, cyberstalking, trattamento illecito di dati personali, sostituzione di persona) per i quali sono state denunciate 917 persone e arrestate 8.
Un ruolo di grande rilievo è stato poi svolto dal Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (C.N.A.I.P.I.C.), che ha diramato alle infrastrutture critiche nazionali complessivamente 28.522 alert.
L’attività di monitoraggio svolta dal Centro in collaborazione con i gestori dei fornitori di servizi pubblici essenziali ha rafforzato gli strumenti volti alla protezione della sicurezza informatica, consentendo di individuare e gestire:
- 1006 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale;
- 80 richieste di cooperazione nell’ambito del circuito “High Tech Crime Emergency”.
Tra le attività investigative condotte in tale ambito, si segnalano 68 indagini avviate nel 2017 per un totale di 33 persone denunciate e 2 arrestate.
Con riferimento al financial cybercrime, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, ampliano a dismisura i soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali.
Infatti lo scopo delle organizzazioni criminali è quello di intromettersi nei rapporti commerciali tra aziende dirottando le somme verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi.
Il BEC (business e-mail compromise) fraud o CEO (Chief Exeutive Officer) fraud sono la moderna applicazione della tecnica di attacco denominata “man in the middle”.
Nonostante la difficoltà operativa di bloccare e recuperare le somme frodate, soprattutto perché inviate verso paesi extraeuropei (Cina, Taiwan, Hong Kong), la Specialità ha potuto bloccare alla fonte, su una movimentazione di 22.052.527 € ben 20.839.576 €, recuperarando 862.000 € della residuale parte relativa ai bonifici già disposti.
Al riguardo, di rilievo è la recente operazione internazionale denominata “Emma3”, coordinata dal Servizio Polizia Postale con la collaborazione di 21 Paesi Europei e di Europol, che ha consentito di identificare 37 money mules, di cui 32 arrestati e 5 denunciati, nonché di bloccare oltre 150.000 €.
Nel settore del cyberterrorismo gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno concorso con altri organi di Polizia e di intelligence alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di eversione e terrorismo, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l’utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica.
L’attività, funzionale a contrastare il proselitismo e prevenire fenomeni di radicalizzazione, ha portato a monitorare circa 17000 spazi web e alla rimozione di diversi contenuti.