Sergio Mattarella: badante, padrino, arbitro. E sceriffo

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Sergio Mattarella può usare più strumenti per far conoscere la sua opinione: gli interventi pubblici, i suggerimenti privati (attraverso canali riservati), le norme costituzionali e le “intuizioni” dei giornalisti sul clima che si respira al Quirinale.

Naturalmente c’è anche uno strumento, diretto e personale, per parlare a coloro che si apprestano a comporre la nuova maggioranza ed il nuovo governo: e cioè gli incontri diretti, che però hanno un difetto: devono rispettare una prassi di sobrietà. Il Capo dello Stato nomina approva o disapprova le scelte del Dicastero, ma deve evitare di suggerire l’idea di una  partecipazione politica alla formazione del governo. Deve cioè restare arbitro e garantire il rispetto della Costituzione per l’opinione pubblica.

Sergio Mattarella ha usato tutti gli strumenti più appropriati. Nei suoi interventi pubblici ha espresso giudizi severi sul sovranismo e richiamato l’attenzione sull’indissolubilità del matrimonio stipulato dall’Italia con l’Europa.

L’irritazione del Quirinale sulle scelte dei Ministri affidate alla rete è trapelata attraverso i canali ipreferenziale della stampa. Ma “stato d’animo” di Mattarella è stato letto come un tentativo di dettare i nomi e i “confini” al nuovo governo. Il sospetto, proveniente da fonti interessate, è stato omfprmalmente respinto, ma continua ad aleggiare sul Colle.

L’impatto con le regole e le consuetudini quirinalizie potrebbe essere duro per Lega e M5S. A cominciare dal nome di colui che dovrà andare a Palazzo Chigi. E’ certo infatti che debba essere “terzo” rispetto ai due partiti alleati, e che provenga dalla società civile. Sarà perciò un Presidente che non è stato eletto dal popolo: lo sgarbo alla democrazia che il centrodestra ha rimproverato ai governi degli ultimi sette anni, verrà perpetrato ancora una volta.

Inoltre la Rete non potrà scegliere la rosa dei Ministri grillini, perché essa dovrà essere concordata con il Capo dello Stato. Rousseau sarà, quindi, tenuto ai margini in questa circostanza. La Costituzione affida al Presidente della Repubblica il potere di nomina del Primo Ministro ed a quest’ultimo il compito di proporre al Capo dello Stato i membri del Gabinetto.

Non bisogna farsi ingannare dai toni sobri e suadenti di Sergio Mattarella. Chi ha seguito con attenzione le sue recenti esternazioni, sa bene che ha posto dei paletti sia  sugli uomini di governo quanto sui rapporti con l’Europa e sui patti stipulati dall’Italia con i Paesi alleati.

Gli spazi di azione del nuovo governo restano ampi  all’interno di quadro di relazioni internazionali e di impegni assunti dall’Italia con i suoi partner tradizionali. Niente salti nel buio.

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