Carta coperta per il premier, nel toto Ministri un solo siciliano, Giulia Bongiorno

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M5S e Lega a un passo dall’intesa sul  programma ma la carta della premiership per ora resta coperta. Al  termine di una giornata che ha visto le due delegazioni ancora riunite al Pirellone per lavorare alla stesura del contratto di governo, Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno chiamato il Quirinale e informato la  Presidenza della Repubblica di essere pronti a riferire da domani  sull’esito del confronto. I leader di M5S e Lega – a quanto trapela  dal Colle – non avrebbero però indicato nomi. Del possibile nuovo  presidente del Consiglio si conosce per ora solo l’identikit. “Sempre  politico, mai tecnico” assicura Di Maio dopo l’incontro con Salvini  avvenuto nello studio del commercialista Stefano Buffagni, deputato  grillino.        Ora la palla passa al Capo dello Stato Sergio Mattarella, il quale  valuterà se avviare tra il pomeriggio di domani e quello di martedì un nuovo rapido giro di consultazioni o se incontrare solo le delegazioni di M5S e Lega.

Il nome potrebbe essere ‘portato’ domani al Quirinale  domani dai due leader, anche se non tutti si dicono sicuri che il  dossier sia stato realmente chiuso. Dopo la parentesi meneghina i  riflettori si spostano sulla Capitale, dove domani gli ‘sherpa’ delle  due forze politiche torneranno a vedersi per chiudere il ‘capitolo’  contratto: l’appuntamento è fissato per le 14.30 negli uffici della  Lega alla Camera.

Intanto tiene banco il toto-ministri. Fonti interne ai due  schieramenti spiegano che Di Maio e Salvini “avranno un ruolo  fondamentale, indipendentemente dalla loro presenza nell’esecutivo”. I dicasteri di Giustizia, Economia, Esteri e Difesa potrebbero andare a  personalità pentastellate. Non è un mistero, invece, l’interesse  nutrito dalla Lega per ministeri come Interno, Sviluppo economico,  Agricoltura e Welfare. L’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini (il  cui nome circolava come possibile premier o ministro dell’Economia)  all’Adnkronos smentisce di aver avuto incontri con il M5S: “Non c’è  nessun interesse reciproco, né da parte mia, né da parte loro”.

Non è escluso che i membri delle due delegazioni che  hanno partecipato al tavolo possano trovare posto nel nuovo esecutivo: il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio, l’economista Stefano  Borghi, l’ideologo della flat tax Armando Siri, Giancarlo Giorgetti,  Roberto Calderoli, Nicola Molteni per la Lega; Danilo Toninelli,  Vincenzo Spadafora, Laura Castelli, Alfonso Bonafede per il Movimento  5 Stelle.

Per Giorgetti si parla del ruolo di sottosegretario alla Presidenza  del Consiglio, anche se nel corso della giornata qualcuno continua a  spendere il suo nome come premier. Ipotesi avvalorata dal profilo  politico che Di Maio e Salvini vogliono a palazzo Chigi.

Salvini, a quanto si apprende, sta valutando l’opportunità di  accettare un ministero come l’Interno o la Difesa, dove sarebbe in  campo anche il nome di Giacomo Stucchi, ex numero uno del Copasir, già senatore leghista di lungo corso, conoscitore del Palazzo e apprezzato dagli ambienti della Difesa.

Da monitorare anche i profili di Alberto Bagnai, Giulia Bongiorno, Barbara Saltamartini, Raffaele Volpi e Lucia Borgonzoni per quanto riguarda il Carroccio, mentre tra gli altri nomi spendibili del M5S c’è Riccardo Fraccaro, fedelissimo del leader Di Maio e indicato da quest’ultimo come potenziale ministro del Rapporti con il Parlamento prima del voto del 4 marzo. Dicastero, quest’ultimo, per il quale si fa anche il nome di Volpi, l’uomo di Salvini che ha costruito il ponte verso Sud della Lega. Per Bagnai si riparla con insistenza del ministero dell’Istruzione, mentre in pole per le politiche Ue ci sarebbe Molteni, già eletto presidente della Commissione Speciale della Camera e tra i più attivi al tavolo tecnico Lega-M5S. Saltamartini è invece accreditata per il Mipaaf. Non sono poche le voci che vorrebbero la leghista Bongiorno a capo del ministero della Giustizia, una delle caselle chiave del nuovo esecutivo giallo-verde. Ma per la poltrona di Guardasigilli non sembra tramontata ancora l’ipotesi Bonafede, il ‘pretoriano’ vicinissimo al capo politico 5 Stelle e tra i referenti della piattaforma Rousseau. (Ant-Sai/AdnKronos)

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