“Un autogol che non fa altro che certificare che il governo, fino al 30 novembre, non sarà in grado di assicurare una gestione ordinaria dei rifiuti”. Così il deputato regionale del M5S Gianpiero Trizzino, membro della commissione Ambiente dell’Ars e da sempre in prima linea sulla questione rifiuti, commenta all’Adnkronos la nuova ordinanza, firmata ieri sera dal presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, che, superando il no di Roma, proroga al 30 novembre la possibilità di far funzionare oltre i normali limiti gli impianti collegati alle discariche.
Un provvedimento che intende evitare che i rifiuti dell’isola rimangano per le strade e che, “nonostante qualche perplessità iniziale” come sottolinea Trizzino, era nelle prerogative dei poteri attribuiti al governatore. Gli oltre 60 comuni della Sicilia che conferivano nella discarica di Siculiana gestita dalla Catanzaro – che rimane chiusa – adesso porteranno i loro rifiuti negli impianti di Trapani Servizi, Ato Caltanissetta 2 e Sicula Trasporti.
Ma non è tutto. La nuova ordinanza, predisposta senza un accordo col neo ministro Sergio Costa, prevede anche che i Comuni stipulino, entro fine luglio, contratti con ditte specializzate per trasportare i rifiuti in eccesso fuori dalla Sicilia e che i costi siano sostenuti dai Comuni stessi e non più dalla Regione. Per chi non rispetterà i tempi partiranno le procedure per il commissariamento.
“E’ un provvedimento illogico, una schifezza mostruosa – afferma Trizzino – La Regione non fa gli impianti e poi scarica le responsabilità sui Comuni. Per non parlare dei costi. Oggi spostare i rifiuti per la Sicilia ha raggiunto un costo di 170 euro a tonnellate, figuriamoci per mandarli all’estero”.
Presto il deputato pentastellato incontrerà il neo ministro dell’Ambiente. “Si è mostrato molto disponibile – dice – e vorrei illustrargli come stanno realmente le cose in Sicilia. Una situazione molto complicata e di cui, fino adesso, nessuno si è realmente voluto occupare”. Per Trizzino, che pur non era favorevole alla concessione di nuovi poteri emergenziali alla Sicilia, “sarebbe bastato mettere in atto quanto indicato dall’ordinanza dell’ex ministro Galletti per non essere oggi in queste condizioni. Era il mese di febbraio, siamo a giugno e non è stato fatto nulla”.
AdnKronos