Di Maio a Salvini: “24 ore per rompere con Silvio” 

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Fonte: adnkronos.com


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24 ore di tempo per strappare con Forza Italia, con una scadenza fissata dunque a domani. Sarebbe questo secondo ‘La Stampa’ l’ultimatum che il capo pentastellato Luigi Di Maio avrebbe rivolto al leader del Carroccio. “Salvini ha tempo fino a lunedì mattina” scrive il quotidiano torinese riportando un virgolettato di Di Maio, che ieri ha continuato a fare la corte al numero uno della Lega: “Io credo fortemente nel fatto che con la Lega di Matteo Salvini si possa fare un buon lavoro per il Paese – ha detto -. Possiamo fare cose molto importanti”. 

Prima di unire le forze con i 5 Stelle, però, Salvini dovrebbe lasciarsi alle spalle il Cavaliere. Un divorzio non facile, al quale il leader leghista non intende guardare se non sarà certo che Di Maio sia disposto a rinunciare alla premiership. Un groviglio non facile da districare e un tentativo vano spiega ancora ‘La Stampa’. A detta dell’entourage del capo grillino “Salvini non ha capito che con il fallimento del mandato della Casellati il centrodestra è un capitolo chiuso e lui non avrà un incarico” riporta il quotidiano torinese. 

Di Maio ieri ha annunciato di aver incontrato il professor Giacinto della Cananea per trovare i punti di contatto tra le forze politiche. “Tra noi e la Lega e noi e il Pd” ha scandito il leader pentastellato. E il risultato, sottolinea il quotidiano “sarà un’arma in più in mano al leader del M5S per convincere il leghista che è il destino a legarli”. Ma il tempo stringe. Entro stasera o domani mattina al massimo, quindi prima che Mattarella dia il mandato esplorativo a Roberto Fico, previsto per domani, Salvini deve decidere cosa fare. 

Sul fronte Fico, invece, i 5 Stelle non hanno dubbi. Il presidente della Camera, figura “imparziale” e “di garanzia” saprà gestire benissimo l’incarico, come ha ribadito ieri lo stesso Di Maio parlando al Salone del Mobile di Milano: “Di Fico ho solo cose buone da dire. E’ il nostro presidente della Camera, guardiamo a lui come una figura che è stata in grado in questo momento fondamentale di partenza dei lavori parlamentari di essere una figura di garanzia e ha saputo assicurare la sua imparzialità”. 

La condizione per un governo M5S-Lega, insomma, è “che Matteo non parli più a nome del centrodestra, ma della Lega”. Ma se la trattativa col Carroccio dovesse fallire, Di Maio sarebbe costretto a guardare al Pd “dove il M5S potrebbe sentirsi commissariato – rimarca il quotidiano torinese – e dove è tutt’altro che scontato che il leader grillino possa sedersi a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio”. 

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