
ll presidente Trump taglia le tasse e la Borsa e l’ occupazione negli Stati Uniti volano. Una ricetta semplice e vincente, rafforzata dalla crescita degli investimenti esteri attratti da un’economia che ha ritrovato tutto il suo dinamismo.
E la notizia che Fca (ex Fiat) sia tra i prossimi grandi investitori oltre Oceano non può che aumentare la rabbia dei tanti operai del gruppo che in Italia si trovano ancora in cassa integrazione e di quelli che guardano con malinconia le grandi fabbriche, come a Termini Imerese, inesorabilmente chiuse o funzionanti a regime ridotto, malgrado promesse e piani di rilancio caduti nel nulla.
E mentre a Piazza Affari il titolo Fca continua a registrare rialzi record, arricchendo Fondi d’investimento e speculatori, i sindacati protestano inutilmente per il recente licenziamento “via sms” di 530 interinali dello stabilimento di Cassino.
Sergio Marchionne in dirittura finale nel suo compito di resuscitatore della casa torinese, ha annunciato un miliardo di dollari di investimenti nell’impianto di Warren, vicino a Detroit con la creazione di 2500 posti di lavoro. Lì dal 2020 verrà trasferita la produzione della prossima generazione del pick up Ram heavy Duty, attualmente costruito in Messico.
L’annuncio si aggiunge – spiega l’azienda – a quello del gennaio 2017 che prevedeva un miliardo di dollari per ampliare in Michigan la linea di produzione della Jeep.
Sale così a 10 miliardi di dollari il totale degli investimenti effettuati da Fc negli Stati Uniti a partire dal giugno del 2009.
Ma quello che forse brucerà di più a chi è rimasto senza lavoro o a chi è costretto a lavorare in fabbrica solo per periodi a termine , sono i duemila dollari di premio che i 60 mila dipendenti americani del gruppo troveranno in busta paga nel secondo trimestre di quest’anno.
I nostri politici dovrebbero riflettere sulle motivazioni addotte dall’ ad di Fca per tutto questo .
“ E’ giusto che i nostri dipendenti condividano i risparmi generati dalla riforma delle tasse – ha dichiarato Marchionne – così com’ è giusto investire nel paese riconoscendo apertamente il miglioramento delle condizioni di business negli Stati Uniti”.
E il taglio delle tasse ha fatto si che la catena Walmart, la numero uno nella grande distribuzione ha alzato i salari dagli attuali 9 dollari l’ora a 11, ampliando allo stesso tempo i benefit per i congedi parentali. E anche la compagnia telefonica At&t e altre aziende hanno annunciato la distribuzione di bonus da mille dollari in su per i propri dipendenti.