Ars, sui tetti alle retribuzioni Micciché fa marcia indietro e si tratterà con i sindacati

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Il presidente dell’ Ars, Gianfranco Micciché, dopo avere inutilmente scatenato polemiche e una quasi crisi di governo,, fa marcia indietro. E probabilmente si

morde la punta della lingua, anche perché il presidente della Regione Musumeci, nei suoi auguri di fine anno, è stato molto chiaro sull’inopportunità di parlare di aumenti di tetti retributivi a Palazzo dei Normanni in un momento di disagio economico diffuso, come quello attuale. Micciché incassa e provvede.

Ecco che il Consiglio presidenza del Parlamento ha dato mandato al collegio dei questori di avviare la trattativa con i sindacati per determinare un nuovo tetto.

Considerato che dal primo gennaio scade l’accordo firmato a fine 2014 per limitare gli stipendi a un massimo di 240 mila euro accadrà che automaticamente le buste paga dalla prossima settimana lieviteranno, se non verranno introdotti nuovi limiti e potrebbero arrivare fino a 350 mila euro annue .

Quindi, considerata l’impossibilità di interventi non concertati con le organizzazioni sindacali, all’unanimità il Consiglio di Presidenza ha dato mandato a Giorgio Assenza (Diventerà Bellissima) , come membro anziano del collegio dei questori, all’immediato avvio delle trattative sindacali al fine di arrivare entro 60 giorni ad un accordo che possa ripristinare il tetto attuale dei 240 mila euro o, quantomeno, introdurre dei limiti alle indennità stipendiali previste prima della riduzione».

Impresa non facile, perché intanto gli stipendi saranno aumentati e nessuno , forte anche del sostegno tacito del Presidente, vorrà tornare indietro.

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