Monterosso al top? Non ne sa niente nessuno: Miccichè, Musumeci, Cancelleri

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Annunciata, data per scontata, fabbricata in vitro come ogni nomina decisa senza alcuna intesa collegiale, politica o istituzionale, la scelta di Patrizia Monterosso al vertice della Fondazione Federico II, è oggetto di polemiche e, recentemente, di un incredibile ping-pong fra Presidenza della Regione e Presidenza dell’Assemblea regionale. Né Gianfranco Miccichè, né Nello Musumeci hanno illustrato finora il loro punto di vista sulla nomina, e riferito formalmente come sono andate le cose.

Appare perciò assai utile un censimento delle “responsabilità”, se di responsabilità si tratta: la nomina di Patrizia Monterosso è un caso esemplare, affatto unico, sui criteri e modalità di scelta dei vertici di enti e aziende regionali. Chi sceglie non sembra tenuto a dar conto ad alcuno della sua scelta.

Premesso che la direzione generale della Fondazione Federico II ha un peso politico modesto, ma una interessante indennità, è per lo meno singolare che si disconosca una paternità politica per un ente funzionale dell’Assemblea regionale siciliana di indubbio prestigio, i cui soci fondatori sono l’Ars e la Presidenza della Regione. Ed è altrettanto strano che il vice Presidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, componente del direttivo della Fondazione, sia costretto a investigare sul titolare dei poteri di nomina. Sta scritto nello Statuto della Fondazione che il decreto di nomina deve essere firmato dal Presidente dell’Ars e che il Presidente della Regione non c’entra nulla, sul piano squisitamente istituzionale, nella nomina della dottoressa Monterosso, fino a ieri segretario generale della Regione siciliana.

Lo sanno anche alle Ancelle del Sacro cuore, che non si occupano delle vicende di Palazzo, come stanno le cose. Il Presidente della Regione non gradiva la permanenza della dottoressa Monterosso al vertice burocratico della Regione, anche per gli incidenti di percorso (condanna Corte dei Conti), mentre il Presidente dell’Ars, da sempre uno dei sostenitori del neo direttore della Fondazione, ha scelto di trattenerla “in servizio”. La competenza per la nomina è quasi esclusivamente sua. Quasi, perché avrebbe dovuto comunicarne la decisione al direttivo della Fondazione di cui Cancelleri è componente. Non solo per una forma di galateo istituzionale.

Musumeci che c’entra in questa storia? Nulla, o meglio quasi nulla. E’ del tutto evidente che l’uscita della Monterosso da Palazzo d’Orleans e il suo ingresso nella dependance di Palazzo dei Normanni sia stata oggetto di una intesa politica, nella quale, tuttavia, ad onor del vero Musumeci non avrebbe potuto che abbozzare, ammesso che avesse voglia di mettersi di traverso.

Appare perciò surreale la scoperta del vice Presidente dell’Ars, Cancelleri: “Sulla questione Monterosso c’è poco da fare, sostiene infatti il leader 5 Stelle, “ uno tra Miccichè e Musumeci mente”. E’ la replica al presidente della Regione, Nello Musumeci, che

a margine della conferenza stampa sull’emergenza rifiuti, scrive Cancelleri, “ha scaricato sul presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, la responsabilità della scelta dell’ex segretario generale di palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso, per la guida della Fondazione Federico II ”.

“Il fatto – osserva Cancelleri – è veramente grave, visto che ci troviamo di fronte a due persone istituzionalmente importanti, come il presidente della Regione e quello dell’Ars”.

Ancora più grave, aggiungiamo noi, che il Vice Presidente dell’Ars non ne sappia nulla.

“Se qualcuno pensa che io abbia avuto le traveggole – avverte Cancelleri, mettendo le mani avanti – sappia che c’è una persona al di sopra di ogni sospetto che può confermare tutto: Giorgio Assenza, presidente del Collegio dei questori, presente quando Miccichè ha detto che la scelta della Monterosso era concordata con Musumeci e lo ha detto nel corso di un ufficio di presidenza dell’Ars.

Cancelleri ne trae una conclusione, altrettanto surreale: “Basta chiedere a Giorgio Assenza per svelare l’arcano. La verità è una sola, Musumeci aveva detto in tutte le salse che avrebbe fatto fuori la Monterosso. I fatti dicono però il contrario: le hanno solo cambiato la poltrona. Punto”

Invece che chiedere al Presidente del collegio dei Questori, Cancelleri avrebbe potuto documentarsi e chiedere conto e ragione di una nomina che non è passata, come avrebbe dovuto, attraverso il parere, seppure non vincolante, del direttivo della Fondazione Federico II, che risponde unicamente all’Assemblea del suo operato.

Quanto al Presidente dell’Ars, che ha nominato la dottoressa Monterosso, sarebbe corretto che se ne assumesse la responsabilità politica spiegando quali motivazioni, buone ragioni, competenze ed attitudini gli hanno suggerito la scelta. Non dovrebbe avere alcuna difficoltà, dal momento che l’ex segretario generale ha un curriculum ricco e prestigioso. Insomma, Miccichè ci metta la faccia. Almeno questo.

(Loc/AdnKronos)

 

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