La mission affidata da Mattarella a Conte confligge con il contratto

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Garantire la tenuta dei conti pubblici,  per assicurare all’Italia la fiducia dei mercati e ai cittadini la  sicurezza finanziaria. Rispettoso delle prerogative di tutti i  soggetti istituzionali, a partire naturalmente da quelle del  Presidente della Repubblica, che non svolge una semplice funzione  “notarile”, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, affida questa  fondamentale mission al presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe  Conte, che dovrà guardare quindi a questa stella polare se vorrà  veramente essere “l’avvocato difensore del popolo italiano”, come si è proclamato al termine delle quasi due ore di colloquio allo studio  alla Vetrata.

Un incontro che fonti del Quirinale definiscono molto cordiale,  servito naturalmente per approfondire la reciproca conoscenza e per  parlare, come ha sottolineato al termine il premier incaricato, “della fase impegnativa e delicata che stiamo vivendo e delle sfide che ci  attendono”.

Impegni che l’Italia dovrà affrontare nell’ambito della tradizionale  collocazione europea ed internazionale, difendendo i propri interessi, a partire dal prossimo cruciale Consiglio europeo, utilizzando le armi della diplomazia che naturalmente richiedono la costruzione dalle  “alleanze opportune”.

Concetti espressi da Conte nelle sue prime dichiarazioni alla stampa e che probabilmente sono stati al centro del faccia a faccia con Mattarella, durante il quale il presidente  incaricato ha assicurato tutta la sua collaborazione.        Certo, nella stesura del programma, non potrà non tener conto del  contratto di governo stipulato dai partiti della futura maggioranza,  M5S e Lega, testo che, come ha rivendicato, egli stesso ha contribuito ad elaborare. Ma dovrà farlo, ha ancora una volta insistito il Capo  dello Stato, esercitando la prerogativa fondamentale che gli assegna  l’articolo 95 della Costituzione, vale a dire quella di indirizzare  come premier l’azione del governo.

Che se vorrà veramente essere efficace e condotta nell’interesse degli italiani, dovrà garantire al Paese la fiducia internazionale in  generale e dei mercati in particolare. Fondamentale sarà perciò il  rispetto di quell’articolo 81 della Costituzione che richiede la  copertura finanziaria dei provvedimenti via via approvati, prodromica  alla salvaguardia dei conti pubblici e quindi, in primis, è alla  sicurezza finanziaria degli italiani.

Ma sul tappeto non ci sono soltanto le questioni economiche, ma anche, ad esempio, quelle della sicurezza, della giustizia, della gestione dei flussi migratori. Temi che andranno trattati guardando anche in questo caso alla bussola rappresentata dal rispetto dei principi costituzionali.

Una cornice nella quale andrà quindi inserito il programma di governo
e i nomi degli uomini che con il Presidente del Consiglio saranno chiamati ad attuarlo, vale a dire i ministri. Argomento che naturalmente sarà ripreso ed approfondito quando Conte tornerà al Quirinale per sciogliere la riserva, formulando le sue proposte di nomina a Mattarella, che avrà l’ultima e decisiva parola.

(Sam/Adnkronos)

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