Di Battista, Mattarella non si opponga al cambiamento. Ed è bufera

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Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle, ospite alla trasmissione "Le invasioni barbariche" condotta da Daria Bignardi su La7, Milano, 31 gennaio 2014. ANSA / MATTEO BAZZI


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“Il Presidente Mattarella ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica ovvero ai cittadini ai quali  appartiene la sovranità. Per settimane, in una fase delicatissima dal  punto di vista istituzionale, ha ricordato ai partiti politici le loro responsabilità. Per giorni ha insistito sull’urgenza di formare un  governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una  maggioranza si è formata, una maggioranza che piaccia o non piaccia al Presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere, rappresenta la maggior parte degli italiani”. E’ quanto si legge in un post  pubblicato su Fb da Alessandro Di Battista, esponente di spicco del  M5S.

L’ex parlamentare 5 Stelle chiama in causa il Capo dello Stato e  rimarca: “Sono gli italiani ad avere diritto ad un governo forte, un  governo capace di intervenire, se necessario con la dovuta durezza,  per ristabilire giustizia sociale. Un governo capace soprattutto di  ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della  politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo  principio possa far paura a qualcuno ma non dovrebbe intimorire chi ha l’onore di rappresentare l’unità nazionale”.

“Il Presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche  ma neppure l’avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla”,  insiste Di Battista, che in un post scriptum lancia un appello:  “Invito tutti i cittadini a farsi sentire. Usiamo la rete, facciamo  foto, video. È in gioco il futuro del Paese.  VoglioIlGovernoDelCambiamento”.

“Non darei mai un ultimatum a Mattarella, però è anche chiaro che dopo che sono passati 70 giorni dal voto, e dopo aver raggiunto l’accordo sul contratto di governo, una volta che c’è l’intesa su quel nome, deve essere quel nome”, ovvero quello di Giuseppe Conte. Lo afferma il deputato M5S Manlio Di Stefano,
lasciando Montecitorio.

Il curriculum del docente indicato da Di Maio per Chigi “è impeccabile – risponde Di Stefano ai cronisti – magari ne avessimo avuti così in questi anni, più indagate più scoprite quanto è valido”.

Quando arriverà la chiamata dal Colle? “Speriamo arrivi prima possibile, così si può partire”. Quanto all’ipotesi che Di Maio rientri in gioco per la premiership, “ha detto chiaramente – dice – di aver fatto un passo indietro per far fare un passo avanti al Movimento. Per noi va benissimo il nome di Conte e speriamo” che l’incarico “arrivi prima possibile”.

Sul suo sito il costituzionalista e deputato Pd Stefano Ceccanti scrive: “E’ comprensibile che sulla base delle sue affinità culturali l’esponente dei 5 Stelle Di Battista si agiti contro il Quirinale proponendo una forma ammodernata di marcia su Roma attraverso la mobilitazione del web per intimorire la Presidenza della Repubblica in vista della formazione del Governo. Ma sarebbe doveroso che gli altri esponenti della presunta maggioranza si dissociassero da questo approccio eversivo e intimidatorio”.       (Ant/AdnKronos)

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