Non si è ancora spenta l’eco dello scandalo dei rifiuti che ha provocato arresti di alti funzionari ed imprenditori, che arriva un’altra “tegola”. Ancora una volta ci sono dentro politici, burocrati e un piccolo imprenditore. Il politico è è un ex deputato regionale centrista, Marco Forzese.
Il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, dopo l’operazione della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto di quattro persone (per altre cinque sono state disposte misure interdittive) nell’ambito di un’inchiesta per corruzione all’Ispettorato del lavoro di Catania.
“Le indagini e gli arresti di Catania confermano ancora una volta che la corruzione è il freno a un avanzamento civile e sociale nella nostra regione. Appare quasi paradossale che la lotta per la legalità, nel lavoro e in ogni ambito, debba arenarsi nella fitta rete della corruzione e dei corrotti. Perché chi deve controllare viene a patti per proprio interesse, chi deve verificare chiude un occhio in cambio di qualcosa”.
“In una regione dove l’annosa carenza degli ispettori, la mancanza di mezzi, da sempre da noi denunciate, non trova ancora risposta – prosegue -, come sindacato ci sentiamo doppiamente colpiti per il fatto in sé e per l’incidenza in un ambito nel quale le nostre battaglie rischiano di essere vanificate”.
Pagliaro ricorda che “la Sicilia non ha ancora recepito peraltro il protocollo con l’Ispettorato nazionale del lavoro per il coordinamento dei soggetti preposti alla vigilanza: inadempienza paradossale – sottolinea il segretario della Cgil – se si considera che proprio Musumeci prima di diventare presidente ne sollecitava l’attuazione. La lotta alla corruzione negli apparati pubblici e nell’ambito della politica – conclude il leader sindacale – si rivela ancora una volta di importanza primaria, se vogliamo che la nostra regione faccia qualche passo in avanti”. (Loc/AdnKronos)