Poltrone, 19 anni, l’Espi “liquidato” non muore mai. Ma presto il governo…

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Tra le questioni ancora irrisolte che il nuovo Governo dovrà affrontare, permane la chiusura della liquidazione degli Enti regionali di gestione Espi ed Ems avviata con l.r del marzo del 1999 ed affidata alla prof. avv .Rosalba Alessi. Già nel 2013 il Governo Crocetta ne aveva annunciato la chiusura imminente dopo peraltro che il precedente Governo Lombardo aveva promosso una norma di legge che all’ insegna delle accelerazioni da imprimere alla chiusura delle liquidazioni affidava la gestione dei contenziosi legali pendenti alla Avvocatura dello Stato.

Ancora oggi, tuttavia, le liquidazioni degli Enti ristagnano mentre gli Organi amministrativi incaricati continuano a percepire emolumenti malgrado di fatto ogni attività sia cessata.

Nella nota integrativa al bilancio dell’ Espi 2016 il liquidatore esprime disagio per il fatto di non potere chiudere la vicenda dell’ Espi per via dell’ unico contenzioso legale ancora aperto, dichiarando di avere inviato una missiva al precedente Governo. La causa a cui la Alessi si riferisce attiene alla pretesa risarcitoria per responsabilità extracontrattuale (aquilana) che il dott.Gaetano Zangara ex amministratore delegato della Corvo, Duca di Salaparuta dal 79 al 98 promosse nel 2016 a seguito di una sentenza di Cassazione del gennaio 2015 (nella pre cedente controversia con Cvds per dimissioni da giusta causa)  con la quale veniva di fatto sancita l illegittimità di una direttiva dell’Espi impartita al gruppo delle controllate ed in vigore per un ventennio in cui, in materia di mobilità dei dirigenti delle aziende a partecipazione regionale si sarebbe dovuto derogare espressamente alla norma dell’art 4 della l.r 76/76.

A fronte della doglianza della Alessi sull’attuale impedimento all chiusura della liquidazione dell’Espi, il nuovo Governo che affronterà la questione dovrà valutare verosimilmente, coi motivi di fatto e di diritto ,se siano mai stati esperiti nel corso delle annose controversie concreti tentativi di conciliazione extragiudiziale. Ove l’Espi risultasse soccombente nella causa pendente che si avvia a conclusione , sarebbe auspicabile far luce sulle ragioni per cui si ritenne di ostacolare un tentativo di risolvere la questione “in nuce” attraverso una norma di interpretazione autentica della legge citata che venne promossa nel 9/2008 ad iniziativa del Presidente della Commissione Attività produttive all Ars ma che ebbe ad arrestarsi di fronte ad una relazione tecnico giuridica che il liquidatore rese all’ Assessore all’ Industria.

Il 10.gennaio 2018 presso il Tribunale di Palermo si terrà ,infatti , l udienza per la predisposizione delle conclusioni e sarà interessante verificare la tenuta di un caposaldo difensivo dei legali dell’Ente e dell’Avvocatura dello Stato consistente nella  presunta carenza di poteri da parte dell’allora direttore generale dell’Espi il compianto prof Francesco  generale dell’Espi il prof Francesco Pignatone, padre di Giuseppe e Gianfranco e Roberto rispettivamente Procuratore capo della Repubblica di Roma, vice Avvocato Generale dello Stato a Roma. E professore ordinario di Diritto Tributario a Palermo.

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