Non avrà certamente il peso politico che ha avuto in Scozia e Catalogna, né perlopiù simbolico come in Veneto e Lombardia. Il primo referendum consultivo che si dovrebbe tenere in Sicilia sarebbe un passo fondamentale, forse l’ultimo concreto, per tentare di ridurre il gap economico determinato in gran parte dalla condizione di insularità.
Insomma niente più rivendicazioni statutarie non riconosciute dal potere centrale, concessioni economiche strappate a fatica, rapporti con Bruxelles segnati da diffidenza reciproca.
Uno scatto di orgoglio di cui si è fatto paladino il neo vicepresidente della Regione Gaetano Armao e il suo movimento “Unione dei Siciliani”.
Il progetto è quello di inserire nello Statuto il principio di insularità, in modo da poter attivare norme che permettano di ridurre il differenziale fra la Sicilia e il resto del paese .
Il primo passo sarà quello di raccogliere le firme affinché l’ Assemblea Regionale indica già quest’anno un Referendum Consultivo per chiedere a Camera e Senato, attraverso una legge voto, l’inserimento nello Statuto della Regione del riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità, garantendo le misure e gli interventi conseguenti per assicurare la piena fruizione dei diritti di cittadinanza dei siciliani.
Un riconoscimento questo che permetterebbe anche alla Sicilia di rientrare di diritto nel quadro dei sostegni previsti a livello di Comunità europea specificatamente per queste condizioni di grave e permanente svantaggio.
Certamente l’isola sopporta costi aggiuntivi per gli spostamenti dei suoi residenti, gli approvvigionamenti e le esportazioni, il turismo, rendendo in pratica difformi i diritti sanciti per tutti uguali dalla Costituzione.
Come dice Arrnao, battagliero trascinatore dell’ Unione dei Siciliani in questa impegnativa campagna, i siciliani non dovranno più essere cittadini di serie B in Italia e di serie C in Europa.
Speriamo però che adesso non comincino i consueti distinguo della politica, di chi vuole indossare a tutti i costi la casacca del possibile vincitore. Per la prima volta infatti politici e cittadini potranno collaborare per quel mitico “bene comune” di cui tanto ci si riempie la bocca.
Va bene il referendum se è necessario. Ma qual è lo stato giuridico , topografico , politico dell’Isola di Malta in senno all’UE ?
Questa è certamente una buona idea, sono certa che otterrà moltissime firme