Con la legge 172/2017 il Governo ha deciso di intervenire d’urgenza sulla questione delle bollette a 28 giorni, stabilendo il definitivo ripristino della fatturazione su base mensile (o di multipli di mese) per tutti i servizi di telefonia (sia fissa che mobile), reti televisive e comunicazioni. La norma ha imposto a tutti gli operatori di telefonia e pay tv di adeguarsi entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore (avvenuta il 6 dicembre). A partire da questa data, cioè il 4 aprile 2018, gli operatori inadempienti dovranno pagare a ciascun utente un indennizzo forfettario di 50 euro, maggiorato di un euro per ogni giorno successivo.
Non solo la multa, quindi, ma anche un meccanismo “ripristinatorio” ovvero un sostanziale rimborso. Per le compagnie telefoniche la questione della fatturazione a 28 giorni anziché a un mese rischia di trasformarsi in un salasso non da poco, ben superiore alla sanzione da 1,160 milioni che Agcom ha comminato, singolarmente, a Tim, Vodafone, Wind, Tre e Fastweb. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è andata giù pesante nelle delibere con cui ha multato i quattro operatori per la loro decisione di non adeguarsi – avrebbero dovuto farlo dalla fine di giugno – alla fatturazione mensile per i propri servizi nel fisso o ibridi (fisso-mobile).
In particolare è stato stabilito che le società dovranno stornare dalla prima “bolletta” emessa con cadenza mensile il quantum per le cifre chieste agli utenti per i giorni “erosi” a partire dal 23 giugno. Se l’aumento su base annua è stato dell’8,6% per 1,19 miliardi (come indicato in uno studio Agcom), agli utenti dovrà tornare sotto forma di storno tutto quanto pagato in più dal 23 giugno.
Quale la colpa delle compagnie secondo l’Autorità? Aver continuato a far pagare le proprie bollette sul fisso (o per offerte ibride fisso-mobile) ogni 28 giorni dopo che la stessa Agcom, con delibera 121/17/CONS, aveva stabilito che la fatturazione può esserci solo per le offerte mobili pure. Per le altre deve essere mensile.
La delibera di marzo dava 90 giorni per mettersi in regola, passati invano. E quindi dal 23 giugno – dal punto di vista dell’Agcom – Tim, Vodafone, Wind Tre e Fastweb sono de facto inadempienti. Da qui la diffida e poi la multa con le compagnie telefoniche che tuttavia da subito hanno chiarito di voler attendere la pronuncia, a febbraio, del Tar sul loro ricorso contro Agcom.
Intanto a noi tutti sono pervenuti messaggi telefonici in cui la società di telefonia che utilizziamo comunica il cambiamento che avverrà a partire dal mese di aprile, ma non ha mai fatto riferimento ad eventuali rimborsi agli aventi diritto.