“Altro che tetti agli stipendi dei dipendenti, l’ufficio di presidenza, lasciando fuori dai conteggi le varie indennità, di fatto ha ritoccato verso l’alto le buste paga, tant’è che alcune figure arriveranno a percepire somme che oscillano intorno ai 300mila euro l’anno”. Così il M5S all’Ars commenta la trattativa sui tetti degli stipendi dei dipendenti di Palazzo dei Normanni. “Giocando sulle varie voci della busta paga e tenendo fuori dai tetti le varie indennità – afferma Giancarlo Cancelleri – l’ufficio di presidenza ha aggirato il limite di 240mila euro, portando alcune retribuzioni di figure apicali a sforarlo abbondantemente”.
“Saremmo stati disposti anche ad avere un atteggiamento diverso a patto che fosse stata accolta la nostra proposta di eliminare l’equiparazione al Senato del trattamento economico dei dipendenti dell’Assemblea dal 1 gennaio 2021” sottolinea il deputato Salvatore Siragusa. “Una nostra ulteriore proposta – aggiunge Stefano Zito – prevedeva che i nuovi assunti all’Ars avessero lo stesso trattamento economico dei dipendenti regionali”.
Per i tre deputati, componenti dell’ufficio di presidenza, “mantenere i tetti sarebbe stato un atto di sobrietà e di rispetto dei tanti siciliani in difficoltà. Con questa formulazione – concludono – rispetto al tetto dei 240mila euro, si avrà un rincaro per le casse dell’Assemblea di 260mila euro circa per il 2018, probabilmente di quasi 400mila euro per il 2019 e, addirittura, di circa mezzo milione di euro per il 2020”. (Man/AdnKronos)
