Banana Party: 10 buoni motivi per amare il “cibo dei pensatori”

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La banana è tra i frutti quello che piace anche ai bambini e questo da solo costituisce già un buon motivo per farcela amare. Energetica, dall’aspetto semplice ma straordinariamente complessa è in assoluto uno dei frutti più benefici al mondo: combatte il colesterolo, abbassa la pressione e regolarizza l’intestino, ci fa sentire meno gonfi, aiuta a bruciare i grassi e a ridurre ansia e stress.

Tecnicamente, ci sarebbero almeno 10 buoni motivi per mangiarle spesso:

Aiutano a sgonfiarsi: le banane combattono la ritenzione idrica e la sensazione di gonfiore, grazie al potassio: mangiarne due al giorno prima dei pasti riduce il gonfiore addominale.

Bruciano i grassi: la banana contiene la colina, una sostanza che accelera il processo di lipolisi e degrada i lipidi presenti nel nostro corpo.

Migliorano l’umore: le banane contengono vitamina B9 e acido folico, dopamina, e noradrenalina, sostanze che aiutano la serotonina, l’ormone del buon umore, a raggiungere più velocemente il cervello.

Riducono lo stress: le banane contengono il triptofano, un amminoacido che cura ansia e stress, e in qualche caso anche l’insonnia.

Danno energia: la banana è un frutto ottimo per gli sportivi, grazie al potassio i muscoli riacquistano energia e possono rimettersi in moto.

Saziano: le banane contengono “l’amido resistente”, un amido capace di resistere al processo di digestione: dopo aver mangiato una banana ci sentiamo immediatamente sazi.

Riducono il colesterolo: le banane contengono fitosteroli, delle molecole che legano il colesterolo impedendone l’assorbimento e favorendone l’eliminazione.

Regolarizzano l’intestino: le banane sono ricche di fibre e sali minerali, aiutano dunque a regolarizzare l’intestino.

Abbassano la pressione: le banane sono ricche di potassio ma povere di sodio, proprio per questo motivo contribuiscono ad abbassare la pressione.

Diminuiscono il rischio di anemia: le banane contengono moltissimo ferro.

La banana però è anche molto di più: un frate francescano al ritorno dalla Terrasanta scrisse: “chiamasi questo gentil frutto Musa, perciò che veramente è cosa degna delle Muse, o veramente perché le Muse usano tale cibo; questo è quel frutto che Adamo mangiò nel Paradiso“. L’identificazione della musa come frutto del peccato (anche per la forma fallica) comportò una sua connotazione afrodisiaca rintracciabile in un codice miniato del Trecento, il Tacuinum Sanitatis. Alla banana, considerata il cibo dei pensatori, venne attribuito il nome botanico di “Musa sapientum” da Linneo nel XVIII sec. Frutto che vanta una storia lunghissima e compare per la prima volta in un testo del canone buddistico del 600 a.C. Greci e Romani seppero della sua esistenza solo grazie alla spedizione indiana, di Alessandro Magno, nel 326 a.C.: diciamo che fu il primo europeo ad assaggiare una banana. Solo diversi secoli dopo fu conosciuta in Africa orientale e nelle coste occidentali e grazie agli arabi, i cui medici la citavano per le sue proprietà terapeutiche. Nel Medioevo praticamente sconosciuta, nonostante il banano si trovasse in Sicilia, il frutto era noto soltanto grazie ai racconti che ne facevano mercanti crociati o pellegrini.

Naturalmente esistono milioni di ricette al mondo essendo la banana declinabile in milioni di forme, noi ne riportiamo un paio tra quelle che ci piacciono di più:

Torta di banane

Vi servono 4 banane, tre etti di farina, due etti di zucchero, due etti di burro, tre uova, una bustina di lievito. Unite la farina e lo zucchero e mescolate, sciogliete il burro e aggiungetelo alla farina mescolando; aggiungete ad una ad una le uova ed infine il lievito impastando il tutto per bene. Otterrete un morbido impasto dal colore giallognolo sopra al quale dovrete posare fettine di banane tagliate a rondelle. Riponete il tutto in una tortiera imburrata e deponete in forno a 170° per circa mezz’ora. Lasciate raffreddare prima di servire.

Torta alle banane con farina di grano saraceno

Ingredienti

100 gr di farina integrale

60 gr di farina di grano saraceno

1 bustina di lievito per dolci

4 cucchiai di miele liquido o sciolto in poca acqua

2 cucchiai di mandorle tritate

2 banane medie mature

1 vasetto di yogurt di soia

latte di soia per aggiustare la cremosità dell’impasto.

Preparazione

Si schiacciano le due banane mature. Si aggiunge lo yogurt di soia e si mescola. Si amalgamano poi le farine. Infine si aggiunge il lievito, le mandorle tritate e il miele. Ciascuna banana, a seconda del grado di maturazione, può essere più o mena cremosa, perciò potrebbe essere necessario aggiungere mezzo bicchiere di latte di soia. Si mescola tutto e si inforna in uno stampo da plumcake a 170 gradi per 30 minuti, fino a quando si sarà formata una crosticina più scura sulla superficie.

Muffin banana e cioccolato

Ingredienti per 10 muffin

120 gr di farina integrale

1 banana matura

80 gr di cioccolato fondente tritato o in gocce

50 gr di miele liquido o sciolto in poca acqua

1/2 vasetto di yogurt di soia

1/2 bustina di lievito per dolci

latte di soia per aggiustare la cremosità dell’impasto.

Preparazione

Si schiaccia la banana matura. Si aggiunge lo yogurt e poi il miele. Si amalgama bene. Si aggiunge poco per volta la farina, e il lievito. A seconda del grado di maturazione della banana l’impasto sarà più o meno cremoso, perciò si aggiusta con il latte di soia aggiungendolo poco per volta e mescolando. Per ultimo si mescola il cioccolato tritato a coltello oppure in gocce. Si trasferisce il composto negli stampini, precedentemente unti con poco olio e una spolverata di farina, o foderati con gli stampini in carta forno già pronti. Si inforna per 20 minuti a 170 gradi.

Mousse di banana e mandorla

Ingredienti

1 banana matura

2 cucchiai di miele liquido o sciolto in poca acqua

1 cucchiaio di farina di riso

1/2 litro di latte di avena

1 manciata di mandorle tritate.

Preparazione

Si sbuccia la banana, si aggiunge il miele, la farina di riso, una parte delle mandorle tritate e il latte e si frulla il tutto. Si mette a cuocere a fuoco basso in un pentolino antiaderente finché non si addensa. Si serve caldo o dopo averlo fatto riposare per un paio di ore, guarnendo in superfici e con le restanti mandorle tritate o con della farina di cocco.

Alessandro Magno, foto di Universal History Archive/UIG (via Getty Images)

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