Caro Tersite, ti scrivo perché apprezzo la tua cattiveria, non è corriva e viene esercitata nella giusta direzione. Quando ci vuole, ci vuole. La ragione di questa lettera è però molto precisa, riguarda me personalmente. Sono reduce di un triste episodio, che sento il bisogno di condividere con te.
Mi chiederai: perché non lo posti sul FB o in twitter? Il fatto è che vorrei non dare confidenza a quella maniata di amici di FB che certe volte non riesco a digerire. Non vorrei fare di tutta l’erba un fascio, ma la permanenza in FB è diventata una prova di resistenza. Non voglio far torto a quelli che, infatti, sono dei signori ed è un piacere leggerli.
Vado al dunque, caro Tersite. Sono fra coloro che ritengono il voto una delle poche occasioni per esprimere una scelta. Come verrà utilizzato e da chi non m’importa. Io faccio la mia parte per impedire che si approfittino della delega che di fatto offro a quei signori, rinunciando ad entrare nella cabina elettorale.
Ho cercato di farlo capire ai miei amici più cari ed ai parenti che non votano per una questione di principio, ma non c’è stato niente da fare. E’ frustrante. Mi capita la stessa cosa con i fumatori. Ce ne fosse stato uno, solo uno, che avesse preso in considerazione la necessità di non farsi del male!
Allora, sono entrato nella cabina elettorale ed ho votato. Come? Ponendo il contrassegno sul simbolo in entrambe le schede, Camera e Senato, così come avevo voglia di fare. Poi, per mera curiosità, ho sbirciato sui nomi dei candidati, e mi ha preso il magone. Avevo scelto il peggio del peggio. Se avessi saputo, mi sono detto, dandomi una manata sulla fronte. Imperdonabile leggerezza.
Che fare, a quel punto? Niente, saluto i ragazzi che stanno al seggio, e me ne vado. Strada facendo, sono riuscito a guadagnare l’equilibrio. Ed a assumermi la responsabilità del mio gesto. Avrei dovuto cambiare partito a causa della qualità dei candidati?
Con questo dubbio atroce mi sono recato a casa, più confuso che persuaso. Ho taciuto con chiunque, fino a che non ho deciso di scriverti. Vorrei che tu capissi, ho trangugiato la pillola amara per il bene di un partito che è affollato di persone che non hanno niente a che fare con gli scopi che lo hanno fatto nascere. Mi sono venduto l’anima per una idea che non viene praticata memmeno sotto tortura. Ma senza l’idea, che cosa mi rimarrebbe, un pugno di mosche…
Come vedi, non riesco a trovare la strada giusta. Non è che mi puoi aiutare?
Tuo, Paolo S.
p.s. Preferisco non darti le mie generalità per intero, altrimenti finisce che rispondi a me, invece che esternare il tuo punto di vista sulla tirannica scelta che mi sono imposto.
Risposta
Caro amico, capisco il tuo sfogo, ma ho vissuto la stessa esperienza e non riesco a toccare cibo. Ho la colite, bevo spremute di limone e non so cosa consigliarti. Ormai è fatta, non ti fare seghe mentali.
E scrivi tutte le volte che vuoi. Fa bene sfogarsi con qualcuno.
Tuo Tersite
