Arcore propone unificazione dei gruppi a Lega e FDI per ricevere incarico

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A chi dovrà affidare l’incarico di formare il nuovo governo, il Presidente della Repubblica? Al leader dei gruppi parlamentari più folti o al leader della coalizione più numerosa nelle due Camere del Parlamento? Sia Gasparri, per conto del centrodestra, quanto Di Maio ed i suoi, per conto del M5S, rivendicano questo diritto-privilegio, con le medesime motivazioni. Al fine di togliere dall’imbarazzo Sergiop Mattarella, cos’, le tre componenti del centrodestra che si sono conquistate una rappresentanza parlamentare – FI, Lega e FdI – avrebbero giù iniziato una trattativa per pervenire alla unificazione dei tre gruppi.

In verità il Capo dello Stato deve tenere conto di un solo elemento, il maggior tetto possibile di consensi parlamentari per il candidato designato, e non può fare sconti su questo terreno. Se durante le consultazioni emerge una classifica dei leader più forti alle Camera, sceglierà chi sale per primo sul podio. E dunque non ci sarebbe bisogno, sulla carta, di unificare i gruppi parlamentari.

Unendo le forze, il centrodestra diventerebbe il primo gruppo in  Parlamento. In questo modo, Berlusconi, Salvini e Meloni manderebbero  un segnale forte e chiaro non solo al Movimento cinque stelle ma anche al Colle. Il Quirinale, infatti, si ragiona tra le fila del  centrodestra, non potrà non tener conto dei numeri al momento della  formazione del governo.Si vede che Berlusconi, Salvini e la Meloni non vogliono correre rischi e approfittano dell’occasione per rinsaldare ancora di più l’unità raggiunta, che ha dato frutti generosi.

Ma c’è un altro elemento di valutazione, su cui vale la pena fare una riflessione. Il patto stipulato fra Berlusconi e Salvini offre al secondo il diritto di indicare il suo uomo (se stesso?) al Quirinale, decretando di fatto una egemonia leghista nel centrodestra. Se ha successo la trattativa per l’unificazione, non ci sarà un podio né una classifica. Il designato uscirà da un unico gruppo parlamentare. Né vincitori, né vinti. Berlusconi resterà il garante, Salvini l’uomo di punta. Troveranno la quadra, senza dovere preoccuparsi dell’immagine.

“E’ il momento di serrare i ranghi”, è  infatti l’input arrivato da Arcore. Ieri Silvio Berlusconi e Matteo Salvini,  raccontano, avrebbero condiviso la necessità politica di una  coabitazione per blindare il centrodestra, partendo dal responso delle urne che lo ha legittimato come prima coalizione.

L’obiettivo è rafforzare la coalizione, se mai con l’appoggio dei  cosiddetti responsabili per il raggiungimento di una maggioranza  assoluta, capace di esprimere un governo stabile. Da qui l’idea,  riferiscono fonti azzurre, cui starebbero lavorando gli emissari di  Fi, Lega e Fdi, di dar vita a gruppi parlamentari unici.

 

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