“Il Cas? E’ entrato nel pacchetto delle poltrone da spalmare”

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“Presidente, è sicuro che nessuno delle persone che ha già nominato o  intende nominare nella logica dello spoils system abbia mai violato la normativa regionale?”

Cateno De Luca, uno dei due battitori liberi del centrodestra all’Ars, ha messo la pulce nell’orecchio a più d’uno, rispolverando una questione che aveva provocato alcune tensioni dopo la decisione del Presidente della Regione, di avvalersi delle norme sullo spoils system.

Il deputato regionale non affonda la lancia nel costato, ma mette in guardia il governatore, facendo intendere – senza entrare nel dettaglio – che sulle nomine di dirigenti e rappresentanti delle partecipate il governo regionale potrebbe essere incorso o incorrere nel prossimo futuro in qualche errore di valutazione. E quindi sollecita Musumeci a stare attento, anzi più che attento. Cateno De Luca mette le mani avanti o nelle sue parole c’è un messaggio che può essere compreso da chi conosce lo stato dell’arte, nomi e cognomi di papabili.

Ci ha pensato l’urbanista Marina Marino, vice presidente del Consorzio per l’autostrada siciliane, appena avvicendata, a colmare la lacuna, cioè a offrire il dettaglio, esternando il suo dissenso sul metodo adottato dal Presidente della Regione nell’adozione dello spoils system.

Marina Marino non contesta affatto il buon diritto del governatore di nominare persone di sua fiducia e dice di non essere affatto interessata alla permanenza nel consiglio di amministrazione del Cas – “tutt’altro, ne ho abbastanza” – ma le avrebbe provocato “irritazione ed un certo imbarazzo” apprendere che “il Presidente, dal quale mi aspettavo un rigido protocollo istituzionale nelle scelte, non abbia sentito il bisogno di sapere come stavano le cose prima di mettere alla testa di un organismo di grande rilevanza per la Sicilia, la sua segretaria storica, e vice presidente il segretario particolare dell’Assessore alle infrastrutture, due persone che hanno unicamente il compito di tenere calde le poltrone…”

Talvolta i segretari ne sanno di più dei politici, dottoressa Marino.

“Se è una battuta l’accetto, potrebbe anche capitare che i segretari ne sappiano di più, ma certamente un ente regionale di grande caratura come il CAS ha bisogno di tecnici e manager di altissimo livello. Qui non è in discussione lo spoils system, ma il metodo scelto. A partire dalla Legge Frattini, che segnala la necessità di non procedere al cambio nei sessanta giorni precedenti e successivi agli appuntamenti elettorali”

Pensa che le nomine dei due segretari siano un espediente per metterci il cappello?

“Trovo irrispettoso che non ci sia stata alcuna cura per l’ente, non tanto per le persone del CDM. Non ci è stato chiesto di render conto del lavoro fatto. Entro quindici giorni avremmo potuto esaminare ed approvare i bilanci, consuntivo e preventivo, in modo da permettere al CAS di far fronte ai suoi impegni e far camminare gli atti, che nel caso nostro significano completamento di opere, manutenzione ecc”.

Lei è irritata perché non siete stati…auditi? Una questione di forma?

“No, è una questione di sostanza. Non vedo come possano i nostri successori mettere mano al lavoro amministrativo preparato da noi senza prima rendersi conto di ciò che hanno sotto gli occhi. Sono prevalse altre logiche, un metodo inaccettabile, che finisce inevitabilmente con il penalizzare pesantemente l’Ente. Tenga conto che noi eravamo alla vigilia della scadenza dell’incarico, ancora pochi mesi, e Musumeci avrebbe potuto fare quel che voleva senza mettere i bastoni fra le ruote al Cas”.

Che cosa avrebbe indotto il Presidente della Regione, cui lei riconosce una visione istituzionale dei problemi, a dare un taglio al Cas dall’oggi al domani?

“Non c’è bisogno della sfera di cristallo per indovinare che potrebbe essere prevalso il metodo della spartizione. Mi spiego meglio, il Cas è entrato nel pacchetto delle nomine da distribure secondo la vecchia logica dello scambio. Pensavo che Musumeci potesse sottrarsi a queste consuetudini, perciò sono delusa”,

Il nuovo CDA si è insediato?

“No, non si è insediato, ma stamane ho consegnato cellulare di servizio e credenziali, non mi sento a mio agio. Ripeto, non è stata fatta alcuna valutazione sui tempi e sulle caratteristiche degli amministratori. Si è privilegiato il metodo, senza guardare al merito, alla vigilia di una scadenza elettorale. Io sono una professionista, un tecnico che godeva della fiducia del predecessore di Musumeci.Non avrebbe fatto piacere a nessuno essere “avvicendata” con qualche mese di anticipo, come se ci fosse da spegnere un incendio”

Lei non ha mai incontrato il Presidente Musumeci? Non la conosce?

“Certo, io non lo conosco, e viceversa. Una ragione in più per usare cautela e rispettare anche le forme oltre che la sostanza. Mi sento offesa. Tenga conto che finora ho operato nei comuni sciolti per mafia, affrontando, come molti sanno, problemi da far tremare i polsi. Posso dire di godere della fiducia di prefetti e funzionari dello Stato, oltre che dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine, per i quali ho avuto l’onore, e l’onere, di lavorare da più di un decennio.Rapporti corretti, rispettosi e di grande collaborazione con lo Stato, rappresentato da magistrati, funzionari e tutori dell’ordine. La Regione sembra vivere in un’altra dimensione, quasi che i doveri delle istituzioni, le priorità –insomma – d’improvviso si dileguino in una sorta di limbo”.

 

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