L’Assemblea “speciale”, Sala D’Ercole conserva il privilegio del podio per i deputati

0
14
Condividi su Facebook
Tweet su Twitter


Want create site? Find Free WordPress Themes and plugins.

Profittando della “vacanza” istituzionale a Palazzo dei Normanni si sono fatte le consuete manutenzioni. E qualche ritocco. Niente di speciale, però. La bouvette ha mantenuto l’aspetto di un albergo diurno, per esempio. E il podio, che ricorda il legio dei musicisti, a Sala D’Ercole, è rimasto al suo posto. I deputati regionali che intervengono in aula, quindi, sono obbligati a lasciare il loro posto e raggiungerlo per esprimerere la loro opinione sulle cose del mondo.

Il parametro con il Senato della Repubblica è stato osservato in tutto e per tutto per circa settanta anni – sulle indennità, stipendi e benefit in primis –  ma il podio è rimasto inamovibile. A Palazzo Madama, l’aula, a semicerchio, non prevede il podio. Idem a Montecitorio e un po’ ovunque nelle assemblee legislative italiani. Senatore e deputati parlano dal posto.

La modifica, dunque, non è mai stata una priorità dei Presidenti, uffici di presidenza e Questori dell’Ars che si sono alternati dal 1947 a oggi. Né alcuno l’ha mai reclamata la modifica. Segno che va bene così.

E’ un privilegio o un atto di contrizione? segno di “regalità” o un giogo? Né l’uno né l’altro, il podio conserva il suo carisma e, a quanto pare, assegna a chi lo raggiunge un dovere ed un diritto che è bene osservare. Il diritto di esprimere la proprio opinione e di essere ascoltato, il dovere di raccontare le cose come stanno.

Per capirci il podio equivale alla cattedra in una classe. Ci sono docenti che parlano ex cattedra, ed altri che scendono dalla cattedra e conversano con gli studenti avvicinandosi a loro. La metafora funziona fino a un certo punto, però. Nell’Aula parlamentare il Presidente è un primus inter pares, l’arbitro, il regolatore, il garante dei diritti di ogni membro dell’assemblea. Il prof, invece, è “soltanto” la fonte del sapere. Che deve essere trasmesso e, possibilmente, confrontato con altri saperi. Lo studente che soggiace all’interrogazione, chiamato accanto alla cattedra, deve dare il meglio di sé, e viene giudicato. Il contatto con la cattedra suscita l’etica della responsabilità (a chi la coltiva).  Il deputato che raggiunge il podio dovrebbe essere giudicato per quello che dice, ma raramente ciò accade.

Una cosa è parlare con il compagno di banco, stando a contatto di gomito con il collega, magari sussurrando, ed un’altra parlare dal podio o accanto alla cattedra. E questo vale per la scuola e per l’aula parlamentare.

Quando si conciona dal podio, ciò che il deputato dice viene registrato, archiviato e fa parte della storia. Può essere usato, o meno, dai media, e non è possibile ritrattare. Nel senso che non si cancella niente, semmai si smentisce, modifica, corregge, ma ciò che è stato detto “ascoltare e leggere si vuole”, per citare un antico saggio.

In definitiva quei quattro passi che servono a raggiungere il podio concedono un tempo prezioso, quello della riflessione, prima di buttarsi nell’arena. Il fatto che questo tempo sia concesso, naturalmente, non significa che venga usato, tutt’altro. Ma resta una opportunità.

Credere tuttavia che il podio sopravviva per un motivo, diciamo così, ideologico, ci indurrebbe ad errore. C’è anche una questione tecnica. Ogni deputato sul suo banco dovrebbe avere il microfono e questo microfono essere collegato con una centralina ed una regia. Non è un grande costo, se si considera che sveltirebbe l’attività parlamentare (forse), e che eliminerebbe la specialità più inutile dell’Assemblea regionale siciliana.

Did you find apk for android? You can find new Free Android Games and apps.


LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome:

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.