Ancora una volta, purtroppo, si deve segnalare l’esistenza di una situazione economica e sociale che mal si adatta alla realizzazione della tanto auspicata “taxcompliance” nella nostra Regione.
Il perdurare di un sistema fiscale troppo oneroso e, principalmente, troppo complesso, rappresenta pure un grosso freno all’adesione spontanea dei cittadini verso l’obbligazione tributaria.
Così come risulta dall’ultimo “Rapporto della Banca d’Italia” sulle “Economie regionali”, in Sicilia, una piccola ripresa economica c’è stata. Tuttavia, iniziata nel 2015, è rimasta debole e non si è ancora diffusa alla generalità dei settori produttivi, per cui i redditi e i consumi delle famiglie nel corso del 2016 sono aumentati, ma in misura molto contenuta e la crescita dell’occupazione si è interrotta nel secondo semestre. Resta quindi il solito sensibile divario, in termini di reddito pro capite, tra la Sicilia e le aree più sviluppate del Paese.
Così, le famiglie siciliane continuano ad essere le più povere in Italia: hanno un reddito inferiore del 29% rispetto alla media nazionale, circostanza che alimenta le diseguaglianze economiche e sociali.
Più in generale, la povertà relativa colpisce in Sicilia l’11,7% delle famiglie (6,1% nella media nazionale) e il 10,8% delle persone (media nazionale 7,6%). Anche la povertà assoluta è cresciuta negli anni, raggiungendo in Sicilia livelli massimi (secondo stime RES, circa 260 mila famiglie e oltre 720 mila persone, su una popolazione di poco più di cinque milioni di abitanti). La povertà colpisce soprattutto le fasce più deboli, giovani fino a 35 anni e anziani oltre i 65 anni di età.
Le attività produttive, che dal 2015 avevano registrato un seppur modesto incremento, hanno segnato nuovamente una stagnazione, specialmente nell’industria, con una diminuzione delle esportazioni, con l’eccezione nel settore agroalimentare, nonchè nel settore delle costruzioni.
Soltanto nel settore dei servizi è proseguito un lieve miglioramento, dovuto principalmente alla crescita, pur moderata, dei consumi delle famiglie siciliane ed al buon andamento del turismo.
Anche il mercato del lavoro, in Sicilia, dopo il miglioramento dell’anno precedente, nel 2016 ha subito una battuta d’arresto.
Sono tornati ad aumentare moderatamente i consumi familiari, anche attraverso il ricorso all’indebitamento. La spesa per beni durevoli è cresciuta. Nel mercato degli immobili residenziali, i prezzi hanno continuato a flettere e le quotazioni in Sicilia si confermano su valori notevolmente inferiori a quelli medi nazionali.
Secondo il piu recente Rapporto CENSIS, “Il futuro si è incollato al presente. Ma proprio lo spazio che separa il presente dal futuro è il luogo della crescita. Il prezzo che abbiamo pagato a questo decennio di progresso sottotraccia è proprio il consumo, senza sostituzione, di quella passione per il futuro che esorta, sospinge, sprona ad affrettarsi, senza volgersi indietro.“.
Secondo la CGIL che ha basato la sua valutazione su un’analisi delle rilevazioni ISTAT, “Il 38% del lavoro perso in Italia dal 2008 al 2016 è siciliano. In pieno Jobs act nel Paese sono andati in fumo infatti 332.510 posti di lavoro e, di questi, 126.035 solo nell’Isola”.
Una situazione, quindi, che continua ad essere molto grave, che conferma il pessimo stato di salute della nostra economia e sul quale occorre certamente riflettere molto.
Ma a prescindere dai sopra cennati effetti congiunturali della Sicilia, l’elevata pressione fiscale, l’introduzione di più stringenti disposizioni tributarie (mi riferisco in questo caso alla nuova disposizione che, a partire dal 24/4/2017 con l’Articolo 2 del D.L. n.50/2017, ha limitato moltissimo il diritto alla detrazione IVA) e, più in generale, atteggiamenti non ispirati allo “Statuto” e la confusione normativa che ormai da troppo tempo caratterizza il settore dell’imposizione fiscale, pesano moltissimo (evidentemente in negativo) sull’auspicato miglioramento del rapporto tra gli Uffici fiscali ed i cittadini.
La limitazione della detrazione IVA, ossia la stretta sui termini per esercitare il diritto alla detrazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto, come si diceva prima, costituisce un grande problema per i contribuenti, un problema che può addirittura comportare, in considerazione del tempo estremamente limitato per portare a termine tutte le operazioni che conducono alla detrazione, la perdita di una sensibile fetta della detrazione stessa. Una circostanza, quest’ultima, che cozza fortemente con i principi dell’Unione Europea di detrazione e neutralità dell’IVA che rappresentano i cardini dell’imposizione nell’ambito europeo.
Potrebbero essere pure significativamente negativi gli effetti della Sentenza della Corte Costituzionale n. 181 del 21 giugno 2017, in materia di Autotutela, secondo la quale il silenzio della Pubblica Amministrazione a seguito di una richiesta di annullamento in autotutela non viola la Costituzione.
Per quanto riguarda il settore dei rimborsi, la situazione è certamente migliorata rispetto al passato. Lo scrivente, comunque, si ripromette di effettuare un’indagine ad hoc con la collaborazione della Direzione Regionale, anche al fine di verificare se, dopo la tempestiva lavorazione degli uffici locali, mancanza di fondi o altri problemi a livello centrale ritardano il pagamento.
Per questi motivi, e per tanti altri ancora, il rapporto fisco-cittadini diventa conflittuale. Anche nel caso dei piccoli contribuenti, spesso semplici lavoratori dipendenti, che non solo vedono diminuire sensibilmente la loro capacità d’acquisto, ma che si vedono penalizzati dall’eccessivo carico tributario, nonchè dai tantissimi obblighi formali che, nonostante le tante “promesse” legislative di semplificazione, a prescindere dal costo, comportano sempre il rischio di subire le sanzioni per le possibili violazioni che, seppure in buona fede, possono essere facilmente commesse.
Come già evidenziato dallo scrivente in occasione delle sue precedenti relazioni, particolarmente significativa è la situazione fiscale nel settore immobiliare.
Molto pesante ed estremamente confuso, infatti, continua ad essere anche il prelievo tributario sugli immobili, un prelievo che colpisce non solo un bene importantissimo per tutti i cittadini, la casa, ma anche un settore che da sempre costituisce un enorme volano per lo sviluppo dell’economia e l’incremento di posti di lavoro.
La confusione riguarda principalmente il settore dei tributi locali, che ha raggiunto negli ultimi anni limiti estremi, creando tra i contribuenti, anche i più esperti, difficoltà enormi per la determinazione del tributo e l’individuazione dei termini di pagamento stante le diverse aliquote approvate dai comuni e le diverse scadenze, variabili a seconda della data della loro determinazione da parte di ciascun Consiglio Comunale.
Non si dimentichi che da anni si è in attesa di avere un prelievo unico (la Local Tax), considerato che l’istituzione della IUC (Imposta Unica Comunale) di fatto ha tradito le aspettative dei contribuenti in quanto detto tributo di “unico” non ha mai avuto nulla, corrispondendo a tre distinti prelievi, ognuno con aliquote, sistemi applicativi e scadenze completamente diversi.
Per la verità, questo Garante del contribuente, in passato, ha cercato di intervenire, per quanto possibile, sulla questione “tributi locali”, interessando l’Associazione Nazionale dei Garanti dei Contribuenti allo scopo di sensibilizzare gli Organi legislativi nazionali, nonché chiedendo al Presidente dell’ANCI Sicilia di intervenire presso i Sindaci dei comuni di questa Regione affinché si adoperassero per rendere il meno difficile possibile ai cittadini la conoscenza delle regole alle quali, in ogni comune, soggiacciono i tributi in parola.
Evidentemente, il suo appello è rimasto assolutamente inascoltato.
In queste condizioni, e con l’altissima percentuale del carico tributario complessivo che grava attualmente su ogni cittadino, è facile rendersi conto che sperare nella “compliance” diventa veramente difficile.
L’attività repressiva è sicuramente indispensabile, ma prima ancora occorre mettere in grado il cittadino di potere adempiere ai propri obblighi fiscali in maniera semplice e chiara. E ciò non solo eliminando gli adempimenti inutili che, molto spesso, con il sano intento di colpire l’evasore, alla fine hanno l’effetto di colpire (con il costo che essi comportano e con le sanzioni alle quali si va incontro in caso di omissione o di altre irregolarità, spesso anche di natura meramente formale) anche i cittadini corretti, ma, principalmente, con l’emanazione di una normativa fiscale che non lasci spazio all’interpretazione ed ai dubbi.
L’obiettivo fondamentale, infatti, dovrebbe essere quello di contribuire alla realizzazione di una vera semplificazione ed una vera chiarezza delle norme, al fine di eliminare la “zona grigia” che rappresenta il terreno di coltura nel quale prolificano non solo l’evasione ma anche la corruzione ed il malaffare più in generale.
Sono tutti questi problemi i quali, come è a tutti ben noto, incidono pesantemente sulla fiducia dei cittadini verso lo Stato e, pertanto, li inducono ad essere diffidenti verso il fisco ed a tentare di difendersi anche attraverso l’evasione. Le stime più attendibili dell’evasione fiscale in Italia lo dimostrano.
Fondamentale, al fine di capire quale siano le linee guida dell’Amministrazione Finanziaria e del Garante del Contribuente, è quanto affermato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Padoan, negli “atti di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale” per gli anni 2016-2018, 2017-2019 e, più recentemente, per gli anni 2018/2020.
Nel più recente, datato 5 dicembre 2017, il Ministro, dopo avere messo in evidenza gli obiettivi più importanti, ossia il potenziamento ed il monitoraggio dell’efficienza complessiva dell’Amministrazione finanziaria onde far sì che “i livelli di efficienza e di efficacia siano in linea con quelle degli altri soggetti che svolgono analoghe funzioni nelle economia più avanzate“, l’incentivazione di un’attività che favorisca “l’emersione spontanea delle basi imponibili rispetto ai tradizionali interventi di controllo e accertamento ex post.”, nonchè la realizzazione di strumenti che consentano la “facilitazione e razionalizzazione degli adempimenti tributari, compresa la progressiva dematerializzazione dei modelli di dichiarazione e un calendario strutturato delle scadenze fiscali“, ha affermato, in maniera molto chiara, che “Nell’ottica di rafforzare il rapporto fiduciario tra contribuenti e Amministrazione, si presterà molta attenzione alle segnalazioni dei cittadini e si fornirà una proficua collaborazione ai Garanti del Contribuente.”.
Va ricordato pure che il nuovo Direttore dell’Agenzia, Avv. Ernesto Ruffini, subito dopo il suo insediamento, ha affermato principi importantissimi come “Meno burocrazia, carta e timbri, meno adempimenti , ingiustizie, .. “; necessità di “rendere più leggero lo sforzo di chi ogni mattina alza la saracinesca della propria impresa“; avere “norme chiare e ordinate, istruzioni tempestive, interpretazioni imparziali, adempimenti più semplici …… ” ” accertamenti motivati in modo impeccabile …..” ed un “ascolto continuo e dialogo instancabile con i cittadini“, concetti che non solo interpretano perfettamente i principi dettati dallo Statuto dei Diritti del Contribuente, ma fanno capire che, questa volta, alle parole dovranno seguire anche i fatti e che, a breve, potrebbe cambiare moltissimo nel difficilissimo rapporto tra i cittadini e l’Amministrazione Finanziaria.
Lo stesso Ruffini ha dichiarato pure che “La sacralità del denaro dei contribuenti deve andare di pari passo con i loro diritti e il valore sacro che noi come ente che fornisce un servizio pubblico dobbiamo dare al tempo dei cittadini”, proprio per sottolineare l’impegno dell’Agenzia nella trasparenza, nella semplificazione e nella riduzione dei tempi in tutti gli adempimenti fiscali.
Quindi, secondo il Ministro ed il Direttore dell’Agenzia, la strategia vincente per ridurre l’evasione fiscale è costituita da un mix di semplificazione, efficacia ed equità del sistema fiscale, e più precisamente da:
- a) Centralità del rapporto con il contribuente
- b) Innalzamento del livello di adempimento spontaneo
- c) Rafforzamento del rapporto fiduciario tra contribuenti e Amministrazione
STRATEGIE D’INTERVENTO
Indispensabile, in questo contesto, è l’intervento di tutti gli Organi interessati. In primo luogo, sicuramente, occorre un cambiamento di rotta nell’attività legislativa, perché ci si deve rendere conto che il vero punto fondamentale di un sistema tributario è quello della chiarezza delle norme e la certezza del diritto. Fondamentale, in questo contesto, è il rafforzamento dello Statuto dei Diritti del Contribuente.
Ma oltre al Legislatore, anche gli altri attori del panorama fiscale italiano sono chiamati a svolgere il loro ruolo con il massimo dell’impegno.
Innanzitutto gli Organi deputati alla gestione dei tributi, ossia le Agenzie fiscali, gli Enti locali e l’Agente della Riscossione, per creare maggiore serenità e fiducia tra i contribuenti.
Poi i Professionisti del settore i quali, come è noto, già da molto tempo sono chiamati a svolgere, con pazienza e dedizione, compiti fondamentali nell’attività di acquisizione dei dati che affluiscono all’Anagrafe tributaria ed in alcuni casi anche di controllo fiscale dei contribuenti (visto di conformità, asseverazione e certificazione tributaria) senza un’adeguata remunerazione. Professionisti i quali non mancano di lamentare l’esistenza di disposizioni troppo complicate, di termini di scadenza troppo ravvicinati e non tempestivamente conosciuti e di sanzioni troppo pesanti per gli errori che, inevitabilmente, in una situazione del genere, possono verificarsi.
IL RUOLO DEL GARANTE DEL CONTRIBUENTE
La presenza del Garante del Contribuente, nonostante la mancanza di poteri effettivi per svolgere in maniera più efficace la propria attività e nonostante l’esistenza di un grosso deficit d’informazione da parte di tutti, rappresenta sicuramente un motivo di fiducia per i contribuenti.
La sua attività, principalmente di stimolo verso gli uffici impositori, rappresenta una garanzia al fine di evitare i casi in cui l’errore materiale, la fretta di rispettare i termini di decadenza o prescrizione o, peggio ancora, il timore di incorrere in responsabilità ed in alcuni casi anche una certa superficialità nella valutazione dei rilievi, specialmente quando sono stati sollevati da altri Organi dell’Amministrazione Finanziaria (principalmente quelli contenuti nei verbali della Guardia di Finanza), non consentono al contribuente nessuna concreta possibilità di tutela, se non – evidentemente – quella del normale contenzioso tributario, notoriamente lungo e costoso.
Lo scrivente, in più occasioni, ha avuto modo di affermare che, spesso, “E’ una vera sofferenza constatare che la giustizia sostanziale è troppo distante da quella formale e che si fa molto poco per escludere dal concetto di evasione alcuni episodi in cui il contribuente è colpevole solo di avere applicato male una disposizione senza avere sottratto alcun tributo alla Collettività.
Talvolta appare veramente scandaloso constatare come dei contribuenti “non evasori” restino “impigliati” in alcune situazioni formali legate al rigore “formalistico” della legge e, talvolta, anche alla interpretazione “cautelativa” degli Uffici, e conseguentemente siano chiamati a pagare somme (tributi e sanzioni) assolutamente non corrispondenti ad una effettiva manifestazione della ricchezza tale da giustificare l’imposizione.
Sembra impossibile che da irregolarità di modestissimo significato possano scaturire conseguenze di gravità enorme. “.
Ciò accade principalmente quando l’Autotutela viene applicata in maniera troppo fiscale, per cui non si riesce a realizzare la giustizia “sostanziale” voluta dalla nostra Costituzione.
Eppure l’obiettivo da perseguire dovrebbe essere una giustizia a 360 gradi. Una giustizia vera. E’ solo in questo modo che si può ottenere la fiducia dei cittadini e, conseguentemente, l’adesione spontanea, unico modo per ridurre l’evasione e favorire la crescita del Paese. E’ questo l’unico modo per rispettare i diritti dei contribuenti. Invece, la gente continua a rivolgersi al Garante come un’ancora di salvezza, una spalla su cui piangere, non trovando ascolto in nessun’altra Istituzione.
Il Garante del Contribuente, comunque, deve sempre fare la sua parte, mettendosi a disposizione dei cittadini, mettendo sempre al primo posto la legalità e la giustizia ed operando sempre considerando la sua attività come una vera e propria missione.
Ognuno deve svolgere il suo ruolo, ma sempre con il rispetto estremo della verità.
Forse è’ necessario pure che tutti gli Enti impositori abbiano più coraggio, anche prescindendo dai “programmi” loro assegnati, avendo sempre come obiettivo fondamentale la vera giustizia.
I Garanti delle nostre regioni, dal canto loro, con l’esperienza che li contraddistingue ed un grandissimo impegno, proprio per il rispetto della verità, lavorano per assicurare non solo che i diritti dei contribuenti siano rispettati, ma anche perché vengano ugualmente rispettati i doveri, ossia le norme esistenti.
Si ricorda, ancora una volta, che il Garante, oltre a rappresentare il presidio di legalità dello Statuto dei Diritti del Contribuente, contribuisce in maniera determinante a :
- a) semplificare il dialogo tra cittadini ed Uffici fiscali;
- b) sollecitare l’Amministrazione Finanziaria a prestare maggiore attenzione verso atteggiamenti eccessivamente “fiscali” che, magari solo per motivi di eccessiva cautela, penalizzano ingiustamente i cittadini;
- c) evitare situazioni di illegittimità, nella maggior parte determinate dalla confusione normativa e dall’eccessivo carico di lavoro affidato agli uffici;
- d) diminuire il contenzioso, fornendo, tutte le volte in cui viene investito della questione, le sue osservazioni utili al fine di chiarire il problema evitando (sia nel caso di errore del contribuente che in caso di errore dell’ufficio) che la controversia in Commissione Tributaria possa essere instaurata;
- e) informare i cittadini non solo dei loro doveri fiscali, ma anche dei loro diritti;
- f) far crescere, proprio come richiesto dallo Statuto dei Diritti del Contribuente, il rapporto di fiducia tra fisco e contribuenti, con l’aumento dell’adesione spontanea e, conseguentemente, con la diminuzione dell’evasione;
- g) collaborare, anche nella fase dell’interpretazione delle norme fiscali, con l’Amministrazione Finanziaria, con gli Enti preposti alla riscossione dei tributi, con le Associazioni di Categoria e con tutta la Pubblica Amministrazione in generale, al fine di rendere più equa e corretta, e quindi più coerente con l’art.53 della Costituzione e con lo Statuti dei Diritti del Contribuente, l’attività di prelievo dei tributi.
Allo scopo di fornire un contributo concreto all’attività interpretativa ed a quella volta ad eliminare qualunque motivo di conflittualità nascente, il Garante del Contribuente della Sicilia ha attivato ben tre canali di intervento ai fini dell’interpretazione condivisa:
1) Grazie alla collaborazione della Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate per la Sicilia, è stato attivato un “Tavolo tecnico permanente”, con l’obiettivo di promuovere la legalità e far crescere la taxcompliance, attraverso un costante e costruttivo dialogo tra Amministrazione Finanziaria e cittadini ed un “ascolto” continuo verso le legittime richieste dei contribuenti.
2) Sempre il Garante siciliano ha chiesto ed ottenuto la collaborazione dell’Osservatorio Permanente della Giustizia Tributaria, un’Associazione che si propone di svolgere attività nei settori della ricerca e dello sviluppo della cultura giuridica tributaria nazionale, europea ed internazionale.
Sono soci fondatori dell’Associazione: l’Associazione Nazionale Magistrati, l’Università degli Studi di Palermo, la Camera di Commercio, II. AA. e Agricoltura di Palermo, l’Associazione Industriali della Provincia di Palermo CONFINDUSTRIA e l’IRFIS – FINSICILIA spa.
Sono altresì soci:- l’Università degli Studi di Bari; la Scuola Europea di Alti Studi Tributari – SEAST ; l’ANCI Sicilia.
3) Lo stesso Garante della Sicilia, piùrecentemente, ha accolto la proposta dell’UNCAT (Unione Nazionale Camere Avvocati Tributaristi) di realizzare e coordinare, su base regionale, il “Tavolo della compliance”. I “tavoli” “dovranno costituire momenti di confronto periodico tra i rappresentanti dell’Amministrazione Finanziaria ( ivi compresi gli Enti locali) e gli Ordini e le Associazioni professionali che rappresentano i Contribuenti, aventi ad oggetto l’analisi e l’approfondimento congiunto delle norme e delle problematiche che generano maggiori difficoltà interpretative, al fine di prevenire il contenzioso e di assicurare una corretta applicazione delle disposizioni tributarie” .
Nel corso del 2017 sono state tenute ben cinque riunioni.
Meritevole di essere ricordata, in quanto utile al fine di accrescere la conoscenza del Garante del Contribuente, è l’avvenuta apertura di una “Pagina FACEBOOK” intestata al Garante per la Sicilia, attraverso la quale vengono fornite molte informazioni riguardanti non solo la normativa sullo Statuto dei Diritti del Contribuente e la figura del Garante, ma anche molte altre notizie riguardanti la sua attività ed il territorio (la Sicilia) nel quale opera.
Come è facile notare, il Garante non svolge soltanto un ruolo di garanzia esclusivamente a favore dei contribuenti, ma interpreta un ruolo molto più importante a tutela, oltre che dei cittadini colpiti da comportamenti che incrinano il rapporto di fiducia con l’Amministrazione Finanziaria (il Garante non tutela mai l’evasore), anche della stessa Pubblica Amministrazione fiscale ponendosi, pertanto, come suo efficace collaboratore.
Ritenendo, comunque, necessario incrementare ulteriormente il grado di efficacia dell’azione del Garante del Contribuente, appare allo Scrivente indispensabile che tutti i Garanti lavorino in maniera sinergica, al fine di evitare difformità interpretative tra gli stessi Garanti e di garantire uniformità interpretativa e “certezza del diritto” nell’Amministrazione Finanziaria.
E’ veramente auspicabile, a questo scopo, la formalizzazione legislativa di una “Assemblea dei Garanti del Contribuente” normativamente prevista (magari con una modifica dell’articolo 13 della legge 212/2000), allo scopo di uniformare, per quanto è possibile, e compatibilmente con l’autonomia di ogni Garante regionale, il loro operare.
Sarebbe molto utile, pure, l’istituzione di un apposito sito informatico, eventualmente anche nello stesso sito del MEF, dove potere raccogliere e rendere pubblici gli interventi dei diversi Garanti regionali, sempre nell’intento di diffondere ulteriormente la loro conoscenza, uniformare la loro attività e consentire la loro collaborazione ai fini della soluzione di alcuni problemi che, inevitabilmente, si incontrano nello svolgimento delle delicate funzioni che sono state a loro affidate.
LO SCENARIO ATTUALE
Eppure, nonostante tutto, i problemi del Paese continuano ad essere affrontati senza una visione veramente “globale”, con tutte le loro sfaccettature (economiche, sociali, fiscali, ecc. ).
Il Legislatore continua ad emanare leggi “omnibus” o decreti “milleprorohe” che, com’è ormai consuetudine, raccolgono disposizioni “dell’ultimo minuto”, senza quell’adeguata ponderazione che, se ci fosse stata, avrebbe consigliato, magari, una soluzione del problema in maniera più compiuta, oppure una soluzione per rendere stabile qualche altra disposizione che continua ad essere in vigore solo grazie a proroghe che vengono riproposte da diversi anni.
E’ addirittura ancora pendente, qui in Sicilia, l’annosa questione riguardante il così detto “Sisma ‘90”, ossia quella che, da più di 27 anni, vede purtroppo ancora impegnati Legislatore, Agenzia delle Entrate, Professionisti del settore, contribuenti (quelli che, alla data del 13 dicembre 1990 avevano la residenza nei comuni della Sicilia orientale individuati con apposito decreto), ed anche l’Unione Europea, per trovare una definitiva soluzione alla richiesta di definizione di numerosissimi casidi richieste di rimborso da parte dei cennati contribuenti chehanno a suo tempo pagato per intero i tributi i quali, però, sono stati successivamente ridotti in misura consistente(riduzione del 90%) a seguito della convulsa normativa agevolativa successivamente emanata. Speriamo che possa essere risolutivo il recente Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 195405 del 26 settembre 2017.
Appare indispensabile, comunque, evitare che, attraverso un non corretto utilizzo delle disposizioni ad oggi emanate, alcuni soggetti possano indebitamente conseguire rimborsi non spettanti, con il conseguente risparmio di risorse da destinare, magari, ai più recenti eventi drammatici che hanno colpito il nostro Paese.
Anche la giurisprudenza, talvolta, pare voglia “mettersi di traverso” nella strada che porta all’adesione spontanea, specialmente con la nota sentenza della Cassazione n. 24823 depositata il 9 dicembre 2015, con la quale sono state limitate le ipotesi di “contraddittorio preventivo” (endoprocedimetale), ritenendo tale forma di contraddittorio applicabile solo alle ipotesi esplicitamente previste dalla legge ed escludendolo in altri casi (come in quello riguardante l’effettuazione del controllo fiscale “in ufficio”) sui quali è già stata ipotizzata, da una Commissione tributaria, l’ipotesi di incostituzionalità.
Ed ancora, così come già detto dallo Scrivente in tante altre occasioni, si trascura la necessità dell’istituzione di Testi Unici che, a distanza di tanti anni dalla riforma tributaria, risultano quanto mai necessari per dare chiarezza al complicatissimo sistema fiscale esistente nel nostro Paese.
LE PROPOSTE DEL GARANTE DEL CONTRIBUENTE DELLA SICILIA
Questo Garante del Contribuente, per la verità, nello svolgimento dei suoi compiti istituzionali, ha fatto proposte concrete di semplificazione.
Le sue proposte, hanno riguardato diversi settori come ad esempio:
- a) Una migliore definizione dei casi per i quali è applicabile l’istituto dell’Autotutela. Al riguardo, comunque, non si può non ricordare quanto disposto dall’attuale Direttore Regionale Stellacci il quale ha emanato precise disposizioni ai suoi uffici volte a razionalizzare l’istituto dell’autotutela, anche in caso di “attivazione” da parte del Garante del Contribuente;
- b) la previsione di un “regime dei minimi” più semplice, tale da potere accogliere i contribuenti che, spesso, sono quasi degli “evasori necessitati” o, comunque, evasori disposti a rientrare nella legalità con un sistema tributario più consono alla loro condizione di “piccoli contribuenti”;
- c) la possibilità di estendere agli atti dell’Agenzia delle Entrate (solo nei casi previsti dall’art.2 del D.M. 37/97, ossia nelle ipotesi che legittimano l’esercizio dell’autotutela),la disposizione, introdotta con la legge di Stabilità 2013, che prevede la sospensione immediata, su richiesta del contribuente, delle cartelle di pagamento ritenute illegittime e l’obbligo degli uffici che hanno effettuato l’iscrizione a ruolo di fornire tempestivo riscontro;
- d) la revisione della misura di tutti gli interessi applicabili nell’ambito tributario;
- e) una rivisitazione dell’istituto del “ravvedimento operoso”, al fine di renderlo più facilmente accessibile da parte di tutti i contribuenti, anche da parte di quelli che non vorrebbero avvalersi di professionisti super specializzati per chiudere con il minor sacrificio possibile gli errori commessi;
- f) l’estensione dell’agevolazione prevista dall’art.1 del D.L. 31/5/2014 n.83 (Credito d’imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura), attualmente finalizzata soltanto al recupero dei beni culturali di appartenenza pubblica, anche agli interventi finalizzati al recupero di beni culturali “vincolati” di proprietà privata (dimore e giardini storici). La concessione del cennato credito d’imposta o di analoghe agevolazioni fiscali a favore di soggetti privati, oppure di enti, anche religiosi, o di fondazioni, proprietari di beni culturali particolarmente significativi, non solo favorirebbe lo sviluppo della cultura, ma anche, e forse principalmente, rappresenterebbe un forte incentivo alla realizzazione di opere estremamente utili per il mantenimento del grande patrimonio artistico italiano (anche quello non di proprietà pubblica), l’eliminazione del degrado in cui versano alcune zone del centro storico di alcune città ed un grande impulso ai settori del turismo e dell’edilizia;
Il Garante del Contribuente della Sicilia ha avanzato anche l’ipotesi di affidare al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’interpretazione della questioni legislative più complesse ed oggetto di frequente contenzioso.
L’AGENZIA DELLE ENTRATE
In questa situazione, così come sopra descritta, il cambiamento certamente positivo ed il massimo impegno da parte degli Uffici delle Agenzie fiscali che operano in Sicilia non è sufficiente a risolvere il problema.Sicuramente pesa ancora la nota sentenza della Corte Costituzionale che ha quasi azzerato i quadri dirigenziali delle Agenzie delle Entrate e delle Dogane, costringendo i dirigenti rimasti a doversi impegnare, molto più del normale, assumendo incarichi ad interim e facendosi carico di responsabilità molto più vaste rispetto a quelle che erano chiamati ad assumere in precedenza. Ciò li induce a privilegiare, nelle loro attività, i compiti strettamente necessari per evitare la responsabilità, mettendo in secondo piano il rapporto con i contribuenti ed il dialogo con il Garante.
Una sentenza che ha pure costretto l’Agenzia a far fronte ad un nuovo filone di contenzioso riguardante la legittimità degli atti sottoscritti dai “dirigenti senza concorso”, questione sulla quale questo Garante per la Sicilia ha espresso pubblicamente la propria tesi, favorevole all’Amministrazione Finanziaria.
Pare, comunque, che la questione sia in fase di positiva soluzione attraverso alcune disposizioni di prossima introduzione.
L’ATTIVITA’ DEL GARANTE DELLA SICILIA
A margine di quanto fin qui rappresentato, si evidenzia l’intensa attività di diffusione della conoscenza che il Garante della Sicilia ha fatto di questa istituzione ed il suo proficuo dialogo, oltre che con gli Enti impositori, anche con gli Ordini Professionali del settore e le Associazioni di categoria interessate.
Nel corso dell’anno 2017 il garante della Sicilia ha eseguito un accesso ai sensi dell’ottavo comma dell’articolo 13 della legge 27/7/2000 n.212, verificando :
- a) L’Agibilita’ degli spazi aperti al pubblico
- b) La Funzionalita’ dei servizi di assistenza e di informazione .
e rilevando,in generale, la conformità dei locali dell’Ufficio Territoriale sottoposto all’indagine e dei servizi resi al pubblico al livello di qualità risultante dalla “Carta dei Servizi”, nonché, più genericamente, la conformità ai principi previsti dallo Statuto dei Diritti del Contribuente.
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Per quanto riguarda le richieste di intervento rivolte dai contribuenti siciliani al Garante della Sicilia, si sottolinea che anche nel corso dell’anno considerato, tali richieste hanno mantenuto un trend di tutto rispetto, il che induce fondatamente a ritenere che il contribuente, mostrandosi sempre più consapevole della fondamentale importanza di questa Istituzione, ad essa si rivolge con fiducia crescente.
Tale considerazione, come più diffusamente evidenziato nelle relazioni semestrali relative all’anno in riferimento e già rappresentato negli analoghi documenti prodotti in precedenza, rafforza l’esigenza che il Legislatore intervenga, dopo tanti anni di positivo operare ed alla luce delle molteplici esperienze maturate, per rivedere l’art. 13 della Legge istitutiva, rivolgendo al Garante attenzione maggiore:
- dotandolo di poteri più ampi ed incisivi che diano un nuovo impulso alla sua attività, magari inserendolo nel processo di mediazione;
- potenziandone l’organizzazione conferendole un taglio diverso e più efficace;
- attribuendogli adeguata autonomia finanziaria.
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L’attività svolta da questo Garante del Contribuente durante l’anno 2017 evidenzia, nel periodo, l’attribuzione di nr. 1325 numeri di protocollo, la ricezione di n.376 segnalazioni e la definizione delle pratiche risultanti dal seguente prospetto (nr. 334 di cui accolte 169 e respinte 165, oltre a 5 pareri di irregolare o mancato funzionamento Uffici):
Segnalazioni pervenute nel 2017 | Segnalazioni definite nel 2017 |
376
+ 5 pareri per “mancato o irregolare funzionamento” |
334
di cui accolte n.169 (51%) e respinte n.165 (49%)
+ 5 pareri per “mancato o irregolare funzionamento” |
Come si può notare, quest’anno il numero delle richieste d’intervento del Garante, pur attestandosi al di sopra della media nazionale, ha subito una leggera flessione. Probabilmente ciò è conseguenza dei diversi provvedimenti che, recentemente, hanno permesso la chiusura agevolata delle cartelle di pagamento e delle liti pendenti.
Sicuramente è pure la conseguenza del permanere di una situazione di scarsa conoscenza di quest’ Organo nonchè, e questo è forse il fatto piu importante da accogliere come dato estremamente positivo, di una migliore qualità dell’attività svolta dagli Enti impositori.
CONCLUSIONI
Per concludere, nel ritenere esaustiva l’esposizione fin qui svolta – opportunamente supportata dalle relazioni semestrali – in ordine alle attività sviluppate in Sicilia, lo Scrivente intende apportare, per quanto possibile, ulteriore vigore ai propositi di rivalutare l’Istituzione secondo le aspettative più volte evidenziate, auspicando :
- una riforma legislativa che, oltre a garantirgli la necessaria assoluta “terzietà” svincolandolo dalla dipendenza logistica dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, attribuisca a quest’Organo il ruolo che gli compete come presidio ai principi dello Statuto dei Diritti del Contribuente, favorendo il corretto rapporto tra Amministrazione Finanziaria e Cittadini e contribuendo, in tal modo, al raggiungimento dell’obiettivo fondamentale costituito dalla percezione dei tributi nell’assoluto rispetto dell’art.53 della Costituzione;
- una riforma che lo renda soggetto ancora più attivo nel panorama tributario del nostro Paese, sia nella fase normativa (con funzioni consultive), sia nella fase della definizione dell’accertamento (eventualmente anche in una fase di pre-contenzioso) e della diminuzione del contenzioso tributario;
- un lavoro sinergico tra tutti i Garanti del Contribuente, ritenendo che, ferma restando l’assoluta autonomia di ciascuno, la “circolarizzazione” delle idee costituisca una procedura fondamentale per attribuire maggiore forza all’azione del Garante del Contribuente e maggiore conoscenza da parte dei cittadini potenziali utenti.
Palermo, 11 Gennaio 2018 IL GARANTE DEL cONTRIBUENTE PER LA SICILIA
Prof. Dott. Salvatore Forastieri