Fuga dal pianeta della politica

0
20
Condividi su Facebook
Tweet su Twitter


Want create site? Find Free WordPress Themes and plugins.

 

Ancora qualcuno si domanda, non senza rimpianto, il motivo per cui gli intellettuali italiani si siano allontanati irrevocabilmente dalla politica: lo fa Giuseppe Lupo, scrittore, saggista e insegnante dalle pagine del Sole24ore, ricordando che soltanto settant’anni fa, in gennaio, quando entrava in vigore la Costituzione Italiana, per una straordinaria coincidenza, si chiudeva l’esperienza di “Politecnico”, la rivista che fino a pochi mesi prima aveva ospitato un aspro duello fra Vittorini e Togliatti, finito con la chiusura improvvisa del periodico in ragione proprio di quella celebre polemica. Mentre, da una parte, si discuteva così animatamente sui rapporti tra intellettuali e politica fino al punto da costringere Togliatti a usare le maniere forti, nelle sedi istituzionali in cui prendeva forma la nostra Carta una nutrita schiera di uomini di pensiero e di lettere partecipava con grande generosità alla stesura del testo: Giorgio Amendola, Walter Binni, Piero Calamandrei, Benedetto Croce, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Emilio Lussu, Ignazio Silone, Altiero Spinelli, esponenti di un’intellighenzia che obbediva a un codice a cui si potrebbe dare il nome di “impegno”. Si potrebbe facilmente desumere che ciascuno di essi avvertiva la responsabilità del proprio tempo, la consapevolezza della necessità di dover costruire qualcosa che sarebbe durato nel tempo: una casa comune, un luogo di idee condivise dove ritrovare le ragioni per cui sentirsi nazione. Nessuno, allora, avrebbe dubitato che il progetto di una democrazia finalmente compiuta non poteva non passare dal contributo degli intellettuali.

La fuga dalla politica di un’intera “classe” di intellettuali così evidente oggi, per una serie di motivi ancora tutti da analizzare, ha il sapore della latitanza, della diserzione e, convenendo con Lupo, ci accorgiamo di quanto vengano inseguiti altri obiettivi egoisticamente più allettanti in termini di visibilità e di utilità. L’impressione è che nello scollamento avvenuto negli anni Ottanta, quando è cominciata l’epoca post ideologica e si è fatto un gran falò di tutti i modi di vivere l’impegno a qualsiasi livello, si nascondano i segnali di un’identità perduta, di un ruolo nullificato, magari persino ridimensionato per auto convincimento. Un’epoca che aveva soltanto voglia di liberarsi dal gravame delle idee e godere della leggerezza del presente senza più porsi lo scrupolo di costruire un futuro, che non sapeva che farsene delle incursioni corsare di un Pasolini o dei sofismi cerebrali di un Fortini.

Eppure vantiamo una tradizione importante in tal senso: in molti dei romanzi pubblicati dopo l’Unità possiamo rintracciare atteggiamenti critici verso la situazione politica, sociale e morale del nuovo Stato: il fulcro della vita politica, ovvero il Parlamento, viene spesso scelto come ambientazione delle storie, soddisfacendo in questo modo anche un desiderio d’informazione dei ceti medi che ambivano ad essere messi a conoscenza dei cambiamenti in corso. L’interesse per la politica si fece così forte che venne anche consacrato un genere romanzesco ad hoc, il cosiddetto “romanzo parlamentare” che nella seconda metà dell’Ottocento ha visto cimentarsi alcuni dei più importanti narratori italiani che espressero attraverso la letteratura lo scontento degli intellettuali post-unitari per una Italia che non aveva saputo mantenere fede agli ideali che avevano animato la lotta irredentistica. Tra questi scrittori c’è sicuramente Federico De Roberto, l’autore siciliano di “I Vicerè” che non è solo uno dei più significativi romanzi (anti)parlamentari, ma la stessa trilogia della famiglia Uzeda-Francalanza potrebbe essere vista come la storia in controluce della nazione italiana, attraverso l’impietoso racconto della lotta crudele e degenerata di una famiglia siciliana per il mantenimento del potere.

La penuria di intellettuali pesa, e seppure essa viene percepita come un elemento di vantaggio (una certa libertà di manovra, emancipazione da gabbie d’acciaio ideologiche) è invece una debolezza. Quelle gabbie non sono più possibili né auspicabili, ma una riflessione che metta in circolo idee e discussioni per pensare criticamente (il che vuol dire senza dogmatismi) la crisi della politica moderna, ovvero la crisi della democrazia della rappresentanza e della sovranità, sarebbe vitale per la politica. Ciò che vige invece è un certo conformismo che porta alla stigmatizzazione di alcune posizioni, senza volerle discutere nel merito. Prima fra tutte la categoria di populismo, che assomiglia alla notte in cui tutte le vacche sono nere, ha scritto qualcuno. E che denota una certa diffidenza nei confronti non del populismo stesso (qualsiasi cosa esso sia), ma del popolo, inteso come plebe. Non si vedono all’orizzonte, salvo sporadiche eccezioni, né un Ernesto Laclau né una Chantal Mouffe né uno Jacques Rancière italiani, per citare alcuni filosofi che hanno messo in questione il significato spregiativo di ‘populismo’ e la sua natura fondamentalmente di destra.

La delusione ferisce soprattutto le nuove generazioni che pagano uno scotto la cui ragione risulta loro detestabile e per certi versi persino incomprensibile, molto di quanto era stato seminato negli anni precedenti in termini di partecipazione alla “cosa pubblica” è andato a disperdersi nei rivoli di una sterile autoreferenzialità, nei mille canali televisivi dove gli intellettuali, sempre in nome di questa leggerezza che negli anni si è rivelata essere evanescenza, hanno corrisposto alle regole del lassez faire: vivi e lascia vivere, approfitta dello spazio che ti è dato e metti da parte ogni velleità di “dire la verità al Principe”, come sosteneva il Machiavelli citato da Lupo. Oggi gli intellettuali sono una voce fra tante, sui social soltanto un bla bla umiliato che non aggiunge più nulla al bla bla del mondo.

Did you find apk for android? You can find new Free Android Games and apps.


LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome:

Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.