Resta un clima di incertezza in casa Forza Italia. Dopo aver annunciato la scorsa settimana una vera e propria ‘rivoluzione azzurra’ con la nomina di un coordinatore nazionale, un ‘vice’ e ‘un comitato ristretto’, Silvio Berlusconi ancora non ha dato segnali di cambiamento. “Per evitare di essere risucchiati dalla Lega salviniana, qualcosa dovrà accadere”, è l’opinione prevalente tra gli azzurri. Molti a mezza bocca dicono che un cambio di rotta ”è ormai necessario”, anche perché incombono le europee, un’occasione importante per il rilancio con il Cav di nuovo candidabile dopo la ‘riabilitazione’. Allo stato, nessuno sa dire cosa abbia veramente in mente l’ex premier e cosa voglia fare.
Non è passato inosservato l’allarme lanciato dal deputato Giorgio Mulè, uno dei fedelissimi di Arcore, portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato: ”Deve nascere per forza un soggetto nuovo, si chiami L’Altra Italia o in un altro modo, entro fine estate, assolutamente prima delle elezioni Europee. Sennò non facciamo in tempo, politicamente, a mangiare il panettone…”.
Nei giorni scorsi a Villa San Martino, raccontano, sottolineando la necessità di cambiare il partito, Berlusconi avrebbe anche ventilato la possibilità di mettere mano ai coordinatori regionali, considerati delle figure chiave per il rilancio di Fi sul territorio. L’idea è cambiarne alcuni. C’è chi ha fatto bene, mentre altre situazioni sono da valutare, avrebbe detto il presidente azzurro. Ora bisognerà capire se alle parole seguiranno i fatti. Su venti, solo qualcuno è stato rinnovato. Tra le ultime nomine, Annaelsa Tartaglione in Molise; Gianfranco Miccichè in Sicilia; Michaela Biancofiore in Trentino Alto Adige; Giuseppe Moles in Basilicata e Marcello Fiori ma come commissario ad acta nelle Marche per gestire la campagna elettorale delle amministrative di giugno. (Vam/AdnKronos