teatro Massimo, successo per la prima di Rapsodia satanica e Cavalleria rusticana

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ph © rosellina garbo 2018


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Successo ieri sera al Teatro Massimo di Palermo per la rappresentazione per il dittico costituito da Rapsodia satanica e Cavalleria rusticana
di Pietro Mascagni diretti da Fabrizio Maria Carminati.
Rapsodia satanica, film muto del 1915 del regista Nino Oxilia, nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, è stato eseguito con le musiche originali di Pietro Mascagni dall’Orchestra del Teatro Massimo diretta da Fabrizio Maria Carminati. La vicenda, una versione al femminile del mito faustiano, ispirò immediatamente Mascagni, che impiegò più tempo per la minuziosa sincronizzazione del sonoro che per la composizione
vera e propria. Si tratta di una delle prime colonne sonore realizzate appositamente da un compositore: dopo la prima del 1917 Mascagni diresse diverse volte la partitura.
Cavalleria rusticana ha visto l’atteso e applauditissimo debutto italiano nel ruolo di Santuzza del mezzosoprano Sonia Ganassi, tornata a Palermo a poca distanza da Fra Diavolo di Auber e che ieri è stata festeggiata anche in occasione del compleanno, con un Happy birthday che ha concluso la serata. La regia è di Marina Bianchi, scene e costumi di Francesco Zito, coreografia di Enrico Morelli, luci curate da Bruno Ciulli.
In scena accanto a Sonia Ganassi anche il tenore turco Murat Karahan (Turiddu), il baritono armeno Gevorg Hakobyan (Compar Alfio), il mezzosoprano Martina Belli (Lola), il mezzosoprano Agostina Smimmero (Mamma Lucia) e Elisa Arnone e Giuseppe Bonanno del Corpo di ballo del Teatro Massimo. Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Piero Monti.
Ad accomunare il mondo decadente di Rapsodia satanica al verismo di Verga riletto da Mascagni è in questo caso l’ottica al femminile: per Cavalleria rusticana infatti l’attenzione della regista Marina Bianchi si concentra in particolare sulle tre donne (la protagonista Santuzza, Mamma Lucia e Lola), personaggi più complessi rispetto ai due uomini, Turiddu
e Alfio, che rispondono a codici di comportamento più semplici. Le tre donne sono i poli di una rete di rivalità, ma anche di inaspettate e sotterranee solidarietà, che si sviluppano tra
di loro coinvolgendo anche le altre donne del paesino siciliano in cui è ambientata la vicenda. Un paese che Francesco Zito ha idealmente ricostruito ispirandosi, in modo realistico, anche al disegno che Renato Guttuso aveva realizzato nel 1971 per La sagra del Signore della nave di Lizzi al Teatro Massimo.
Dopo la prima di venerdì 8 giugno, repliche anche domenica 10 giugno, domenica 17 giugno, martedì 19 giugno e giovedì 21 giugno alle 18,30 e sabato 23 giugno alle 20.30.
Biglietti da 125 a 15 euro. La biglietteria è aperta dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle ore 18.00 e nei giorni di spettacolo a partire da un’ora prima e fino amezz’ora dopo l’inizio.

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