Sit-in pro Mattarella a Palermo, manifestazione nazionale a Roma il 1°giugno

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“La risposta di Palermo, città del  Presidente Mattarella, è stata bella, calorosa e partecipata”. Così  Antonio Rubino, partigiani Dem, durante il suo intervento al sit in.

“Non possiamo abbassare la guardia: il linguaggio eversivo e violento  di Di Maio e Salvini – ha continuato Rubino – ricorda quello dei  fascisti e abbiamo il dovere di dirlo con forza. Così come da oggi  dobbiamo lavorare all’unita di tutte le forze democratiche per fermare la deriva eversiva dei populisti”.

“In queste ore in numerose citta’ della Sicilia si stanno moltiplicando sit-in ed iniziative in difesa della Costituzione e di solidarieta’ nei confronti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che sta svolgendo un ineccepibile ruolo di garanzia a difesa della Carta Costituzionale e degli interessi degli italiani”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo del PD all’Ars, che alle 18,30 partecipera’ al sit-in organizzato dal Partito Democratico in Piazza della Fonderia, a Palermo. Anche altri parlamentari regionali del PD, nei rispettivi territori, parteciperanno ad iniziative analoghe: fra loro Michele Catanzaro sara’ ad una manifestazione a Sambuca di Sicilia, Baldo Gucciardi a Trapani, Giovanni Cafeo ad un sit-in di fronte il Monumento ai Caduti a Siracusa, Giovanni Barbagallo e Luca Sammartino saranno ad un’iniziativa del partito all’hotel Excelsior a Catania, Franco De Domenico partecipera’ ad una manifestazione a Messina.

Il Pd si schiera con il Quirinale. Nelle  parole e nei fatti. E’ stata indetta per il 1° giugno una  manifestazione nazionale a Roma “in difesa delle istituzioni  democratiche e della Costituzione in queste ore sotto un attacco senza precedenti”. Qualche perplessità sulla gestione della crisi da parte  del presidente Sergio Mattarella viene sussurrata in ambienti dem, a  taccuini chiusi. Ma, vista la piega della cose, il campo da gioco del  Pd è segnato.

E Matteo Renzi, con toni da campagna elettorale, lo delinea nella  enews così: “Si andrà molto presto alle elezioni, frutto  dell’incapacità di governare di Lega e Cinque Stelle. Sarà una  battaglia incredibile tra chi vuole uscire dall’Europa e chi vuole  un’Italia forte ma dentro l’Europa. Sarà una battaglia tra chi  combatte sulla base di fake news e chi porterà numeri, fatti,  argomenti. Sarà una battaglia tra chi mette in discussione  l’appartenenza atlantica dell’Italia e chi non vuole cambiare una  linea di politica estera che l’Italia segue da 70 anni”.

In serata poi si muove anche quello che tutti nel Pd indicano come il  front man della prossima campagna elettorale, l’ex-premier Paolo  Gentiloni. “Torino ora in piazza Castello in difesa della Costituzione e del Presidente della Repubblica”, scrive su twitter postando una  foto della manifestazione.

Il Pd, dunque, ‘copre’ il Colle e si dice pronto a  sostenere “le iniziative del presidente della Repubblica”. Quindi,  sostegno al governo Cottarelli. I dem sarebbero pronti a votare una  manovra che scongiuri l’aumento dell’Iva e delle accise ma si da per  scontato che sarà quasi impossibile arrivare fino a quel punto e che  le elezioni si terranno subito dopo l’estate.        Tuttavia sulla fiducia al governo emerge più di un dubbio. Soprattutto dal fronte renziano. Stamattina era stata giudicata come una “fuga in  avanti” quella del reggente Maurizio Martina che, in una trasmissione  Tv, aveva risposto “voteremo sì” a chi gli chiedeva se il Pd avrebbe  votato la fiducia al governo presieduto dall’ex-commissario alla  spending. Dice  il ministro Valeria Fedeli: “Noi del Pd gli unici a  votare governo Cottarelli? E chi lo ha detto che lo votiamo? Noi  sosteniamo il Presidente Mattarella, dopo di che dipende con quale  programma si presenta e per fare cosa. C’è un problema di merito per  dire sì o no”.

La questione della fiducia a Cottarelli resta, per ora, sospesa. Da  più in parti si invoca la convocazione immediata dalla Direzione Pd  per fare il punto della situazione. Intanto domani si riuniranno i  gruppi. Alle 12 sono stati convocati i deputati e alle 15 ci sarà la  riunione al Senato con Renzi che domani mattina sarà a Circo Massimo e in serata in Tv a Otto e Mezzo. “Il Pd -ha scritto oggi nella enews-  non deve perdere neanche un secondo a litigare, ma offrire  un’alternativa credibile. Repubblicana”.

No ai litigi, è l’appello di Renzi, ma il Pd resta  lacerato dalle difficili settimane dopo il 4 marzo. E lo dimostrano i  primi veleni già partiti proprio attorno al ruolo dell’ex-segretario e sopratutto su chi farà le liste visto che un segretario eletto non c’è e l’ultima assemblea ha congelato la reggenza Martina (che oggi ha  riunito i big dem al Nazareno per fare il punto della situazione).

E’ bastata una nota dell’eurodeputato Enrico Gasbarra che ha  richiamato in campo Renzi, per manifestare le tensioni. “Ad una  situazione straordinaria si risponde con azioni straordinarie. E’  tempo di convocare Direzione e Assemblea per azzerare il dibattito  interno e chiedere, tutti insieme, a Matteo Renzi di riprendere la  guida del partito. L’Italia viene prima di tutto”, ha proposto  Gasbarra.

La replica arriva a stretto giro da Giovanni Zannola, giovane del Pd  di Roma, area Zingaretti: “Dietro alla proposta di rimettere in sella  il segretario dimissionario” c’è “un tentativo disperato di mettere le mani sulle liste da presentare alle ormai probabili e prossime  elezioni…”.

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