I finanziamenti concessi alle micro e piccole imprese e all’artigianato sono ancora in calo. A febbraio 2018 quelli concessi ad aziende sotto i 20 addetti, che pesano per il 28,2 per cento sul totale crediti erogati a società non finanziarie e famiglie produttrici, registrano rispetto allo stesso periodo 2016 un decremento del -3,6 per cento. Peggiore la situazione sul fronte credito per l’artigianato che a settembre 2017 (ultimo dato disponibile) registra un calo del credito del -9,3 per cento, più accentuato (quasi il doppio) rispetto alla diminuzione dei finanziamenti all’artigianato siciliano registrato un anno fa, -4,9 per cento (settembre 2016).
A scattare la fotografia stamani è stato Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Imprese Sicilia, durante il convegno ‘Banche e mercato del credito: tendenze e prospettive’, organizzato all’Università di Palermo, dal dipartimento Scienze economiche. Pezzati ha raccontato, dati alla mano, le difficoltà che le piccole imprese affrontano per l’accesso al credito a cui fa spesso seguito, una complicata sopravvivenza dell’attività imprenditoriale, con ricadute inevitabili nella gestione economica della stessa famiglia dell’artigiano. “L’ultimo bollettino economico pubblicato da Banca d’Italia (aprile 2018) – ha detto – evidenzia come nel 2017 la qualità del credito è migliorata. In Sicilia, se mettiamo sotto la lente di ingrandimento la dinamica delle sofferenze di società non finanziarie e famiglie produttrici, osserviamo che la crescita continua ma a passo sempre più lento: la dinamica delle sofferenze a marzo 2016 era del +8,4 per cento, a marzo 2017 è del +0,3 per cento.
Per un sistema di micro e piccole imprese come quello siciliano (il 99,7 per cento delle imprese del territorio hanno meno di 50 addetti) l’accesso al credito è molto problematico. “Se la struttura economica siciliana è costituita per la maggior parte da piccole e medie imprese – ha aggiunto il presidente regionale di Confartigianato -, allora più l’accesso al credito per queste viene
limitato, maggiore sarà il rischio di declino per l’economia regionale nel suo insieme. Le micro imprese e le Pmi domandano credito prevalentemente per iniettare liquidità all’interno dell’impresa, complici l’allungamento dei tempi di incasso delle fatture, i crediti in sofferenza e i fatturati in calo”.
“Siamo dell’idea – ha concluso Pezzati – che istituzioni pubbliche, intermediari, confidi e le associazioni di categoria come Confartigianato, debbano lavorare di concerto per assicurare che l’incontro tra domanda e offerta di credito si realizzi in modo ottimale L’auspicio è quello che si possa costruire un nuovo patto tra imprese e istituti di credito, fondato sul riconoscimento delle
reciproche esigenze e che si possa trovare un migliore equilibrio tra
i due soggetti”.