Squadra di governo, tanti nomi, ma ora c’è Giuseppe Conte. Esame finestra…

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Fatto il nome del possibile premier al  Quirinale, negli uffici del M5S e della Lega si lavora a pancia bassa  alla squadra di governo. E se una lista di possibili nomi e rispettivi ministeri c’è già, interventi e limature sono continui. Con due nodi  non da poco sul tavolo: da un lato la casella del ministero per  eccellenza, quello dell’Economia, dove il nome di Paolo Savona, che  metterebbe d’accordo le parti, potrebbe non trovare gradimento al  Quirinale, sostengono fonti 5 Stelle, per le sue posizioni critiche  sull’euro; dall’altro, il ruolo da vicepresidenti del Consiglio per  Luigi Di Maio e Salvini: dato per scontato in ambiente M5S, nella Lega c’è chi avanza dubbi. Ma i ruoli dei due leader dovranno essere  speculari, viene spiegato, dunque entrambi vicepremier o ‘solo’ a capo di due ministeri di peso.

Quelli che verranno occupati da Di Maio e Salvini, ad oggi, sembrano  con ogni probabilità il Viminale per il leader della Lega e il  dicastero del Lavoro per il capo dei 5 Stelle. Che potrebbe trovarsi a capo di un ‘super ministero’ semmai venisse confermata l’intenzione di accorpamento con il ministero dello Sviluppo Economico.

Ammesso e concesso, naturalmente, che il percorso avviato negli ultimi giorni non incontri intoppi. Perché, tra i 5 Stelle, c’è anche chi  spera che il Presidente della Repubblica sparigli, rimettendo sul  tavolo la carta di Di Maio per la premiership. Fin quando il mandato  non sarà nelle mani di Giuseppe Conte, spiegano fonti M5S, la squadra  di governo vivrà nell’incertezza.

Per ora, però, i nomi che continuano a circolare vedono  in pole Alfonso Bonafede, sulla rampa di lancio per il ministero della Giustizia, mentre alle Infrastrutture prendono quota i nomi della  grillina Laura Castelli e del leghista Armando Siri. Giancarlo  Giorgetti, il Richelieu di Salvini, occuperà sicuramente un ruolo di  primo piano: se il nome di Savona dovesse definitivamente tramontare  al Mef, potrebbe tornare in gioco per via XX settembre; mentre tra i 5 Stelle si fa spazio il nome di Salvatore Rossi, direttore generale di  Bankitalia. In campo, per il Carroccio, anche Nicola Molteni e Giulia  Bongiorno.

La leghista Simona Bordonali potrebbe occupare il dicastero, nuovo di  zecca, della Disabilità; mentre i nomi di altri due fedelissimi di Di  Maio, Vincenzo Spadafora e Riccardo Fraccaro, circolano con insistenza per i ministeri dell’Istruzione e dei Rapporti col Parlamento. Agli  Esteri ancora in gioco il diplomatico Giampiero Massolo, già direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e attualmente  presidente di Fincantieri.

Gianmarco Centinaio potrebbe occupare la casella del Turismo e degli  Affari regionali, mentre alla Cultura circola il nome di Emilio  Carelli. Un ruolo di peso, nel governo M5S-Lega, dovrebbe poi andare  al senatore Vito Crimi, ‘papabile’, per lui, il ruolo di  sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi  segreti: Crimi nella scorsa Legislatura era al Copasir. Mentre in  quota Carroccio c’è chi fa anche i nomi di due leghisti di vecchio  corso: Roberto Calderoli e Raffaele Volpi.        (Ile-Ant/AdnKronos)

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