Scompenso cardiaco, diabete e BPCO generano il 20% dei ricoveri in Sicilia

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Le patologie croniche, quali diabete, scompenso cardiaco, psoriasi e bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed il relativo impatto socio-economico sul sistema sanitario pubblico, saranno al centro del III Convegno nazionale sulla Complessità Clinica e Assistenziale, dal titolo “Dies Panormitanae Atque Magnae Graeciae”, che si inaugurerà il 3 maggio ore 16 presso il Mondello Palace Hotel e proseguirà fino al 5 Maggio. Presidenti: Salvatore Corrao e Francesco Perticone, rispettivamente professore associato dell’Ateneo palermitano, direttore del Dipartimento “Strutturale di Medicina” dell’Arnas Civico di Palermo, anche presidente-eletto AMD (Associazione Medici Diabetologi), e presidente Nazionale SIMI (Società Italiana di Medicina Interna), anche ordinario dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro.

In Europa si stima che le malattie croniche siano responsabili di circa l’86% dei decessi e di una spesa sanitaria valutabile intorno a 700 miliardi di euro l’anno. In Italia si stimano circa 13 miliardi all’anno di costi per la sola inappropriatezza diagnostica e terapeutica.

“In Sicilia – sottolinea Salvatore Corrao – scompenso cardiaco, diabete e BPCO insieme generano il 20% di tutti i ricoveri complessivi, mentre quelli per tumori sono poco più del 5%; inoltre, ormai, grazie ai farmaci più innovativi, dobbiamo aggiungere l’HIV, di fatto, nel quadro delle cronicità: si registrano 7 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, per un totale di più di 3000 persone, comparendo anche nella fascia d’età sopra i 60 anni, che solo per il momento è intorno al 5%”. “Tuttavia – conclude Corrao – nella nostra Regione attendiamo ancora la programmazione riguardo al più recente documento, ovvero il Piano delle Cronicità, del Ministero della Salute. Ciò incide sulle potenziali riduzioni della spesa e impedisce innovazioni organizzative: l’assessore regionale alla Salute, Razza, apra un tavolo unico per la gestione delle cronicità”. “Il futuro del sistema sanitario pubblico – evidenzia Francesco Perticone – dipende soprattutto da come affronteremo l’impatto socio-economico delle cronicità, che cresce con l’invecchiamento della popolazione. Entro il 2060 si stima che il numero di europei con età superiore a 65 anni aumenterà da 88 a 152 milioni con una popolazione anziana doppia di quella sotto ai 15 anni. Le malattie croniche impongono una rivisitazione dei modelli di cura e dei programmi sanitari e l’approccio della complessità clinica, per le diverse comorbilità che si accompagnano alle cronicità, garantisce una visione unitaria del paziente. Diversamente si dilateranno ritardi diagnostici, ricoveri inappropriati, costi d’invalidità e pantani burocratici: tutti elementi che vanno espunti, se vogliamo salvare la sostenibilità del sistema sanitario pubblico”.

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