Torna Renzi, ma solo in TV, ospite di Fabio Fazio

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Torna Matteo Renzi. Domenica sera sarà  ospite di Fabio Fazio in diretta su Rai Uno. L’ex-segretario, dopo un  periodo lontano dai riflettori, dirà la sua in vista della Direzione  del 3 maggio. E non sarà un intervento non condizionante. Allo stato,  nel Pd le posizioni restano cristallizzate tra il fronte renziano  fermo sul no ai 5 Stelle e i ‘dialoganti’ che spingono per aprire un  confronto. Maurizio Martina, per dire, lo ha ribadito anche oggi.

E i pontieri, al lavoro per evitare una conta potenzialmente lacerante nella riunione della prossima settimana, stanno cercando la formula  per una mediazione: ok al tavolo con i 5 Stelle ma con ‘condizioni  pesanti’ da parte del Pd. Un modo per evitare la conta in Direzione.  Ma che assicurerebbe anche il risultato finale: far fallire il  tentativo con M5S con un’asticella così alta da risultare ‘impotabile’ per Luigi Di Maio. Questa resterebbe l’intenzione, a meno di svolte  inaspettate, del fronte renziano.

In serata è Ettore Rosato a ribadire le pre-condizioni richieste dal  Pd ai 5 Stelle per valutare l’avvio di un confronto che, a sentire il  vicepresidente della Camera, partirebbe più in salita: in sostanza la  richiesta ai grillini è quella di riconoscere l’azione del governo  Renzi. Dal Jobs Act alla Buona Scuola. Insomma, tutte quelle riforme  la cui abolizione è parte del programma M5S.

Dice Rosato: “Ci sono due precondizioni” nel confronto  con i 5 Stelle, “la prima è quella che loro considerino chiuso il  dialogo con la Lega e la seconda è che considerino la stagione delle  riforme del Pd un elemento positivo per questo Paese. Se ciò non fosse per noi non sarebbe possibile fare un governo con chi considera quei 5 anni” in modo negativo e “vuole smontare le cose fatte dal  centrosinistra”.

Un atteggiamento, quello del vicepresidente della Camera, meno soft di quello del reggente Martina: “Si tratta di decidere se accettare il  confronto o meno per giudicarne gli esiti solo alla fine di un vero  lavoro di approfondimento. Personalmente ritengo che sia nostro dovere farlo”. Per andare a vedere le carte dei 5 Stelle è anche Andrea  Orlando che oggi ha proposto un referendum tra gli elettori Pd su un  eventuale accordo con M5S. Ribatte il renziano Michele Anzaldi: “Così  a decidere se fare inciucio con M5s per Governo Di Maio coi voti Pd  sarebbero attivisti M5s e iscritti di Rousseau. Futuro Pd in mano a  chi ha votato contro Pd. #senzadime”.

I ‘#senzadime’ non fanno sconti e se si andasse alla conta in  Direzione difficilmente il fronte renziano potrebbe finire in  minoranza. I numeri sono solidi. Ma sarebbe una conta che potrebbe  portare a conseguenze pesanti nel Pd, a partire dalla reggenza Martina che ne uscirebbe triturata. E a chi chiede il ritorno di Renzi in  prima persona, con il ritiro delle dimissioni da segretario, Rosato si fa ‘portavoce’ dell’ex-premier e risponde: “Non è nei programmi di  Renzi”.        (Mon/AdnKronos

 

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