Nel vertice di palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto, al di là del clima disteso e cordiale, il confronto non ha portato a un risultato definitivo nel rapporto con Noi con l’Italia. Alla cosiddetta ‘quarta gamba’ verrebbero proposti 13 collegi, ma il problema, a quanto si è appreso, riguarda anche il tipo di collegio e i nomi, che andrebbero condivisi.
I contatti andranno avanti anche nelle prossime ore e un nuovo incontro si renderà necessario, con i centristi che non nascondo il disappunto, se non l’irritazione vera e propria, per il metodo dei tavoli separati Fi-Lega-Fdi, che li relegherebbe ad un ruolo secondario, anziché a quello di parte di una squadra che lavora per vincere tutti insieme. Tanto che Fitto a porta a porta mette in chiaro: “Salvini e Meloni dicano chiaramente se ci vogliono in coalizione e Berlusconi faccia le sue valutazioni”. Allo stato, insiste l’ex ministro pugliese, “ci sono difficoltà oggettive nella coalizione”.
“Il modello è quello della Sicilia -affermano dalle parti di Nci- se si segue quell’esperienza si vince, altrimenti è l’intero centrodestra che rischia di perdere consensi”. Oltre a Berlusconi, erano presenti a palazzo Grazioli Niccolò Ghedini, Giancarlo Giorgetti, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, Ignazio La Russa. (Fan/AdnKronos)















