Ecco i Big della Prima Repubblica che tornano in Parlamento in marzo 2018

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Quella che partirà nel 2018 potrebbe  essere la legislatura del ‘rieccolo!’, per prendere in prestito il  nomignolo con cui Indro Montanelli salutava Amintore Fanfani. Superata la stagione della rottamazione, una schiera di vecchie conoscenze del  palazzo, politici di lungo corso e Big anche della Prima repubblica hanno infatti puntato le ‘fiches’ sulle prossime elezioni, sperando  nel ritorno in Parlamento.

Una prospettiva legittima, ma fino a qualche tempo davvero difficile  da immaginare con la scena politica dominata dal 40enne Matteo Renzi e dal M5s in versione ‘Parlamento-scatoletta di tonno’. Il fenomeno, il  ritorno dei volti noti alle elezioni, in realtà è ciclico. Dopo oltre  10 anni di ‘Porcellum’, oggi però la quota proporzionale introdotta  dal ‘Rosatellum’ e il ruolo restituito a partiti e coalizioni offre a  tutti gli aspiranti Fanfani qualche chances in più.

Forse per questo i vecchi/nuovi candidati hanno iniziato da un pò a  bussare alle porte di quasi tutti i partiti. E con buone ragioni,  perché sono diversi i big se non addirittura i leader dei principali  schieramenti a essere volti notissimi che ritornano. A partire da  Silvio Berlusconi, anche se il leader di Forza Italia è alle prese con la questione della decisione della Corte europea sulla sua candidabilità.

– Restando al centrodestra, non è propriamente un  ‘rieccolo’ ma è certamente un ritorno quello di Matteo Salvini, alla  Camera già nel 2008 ma per solo un anno, prima di scegliere  l’Europarlamento. Cambiando fronte, ma restando in territorio leader,  Liberi e uguali riporterà in Parlamento, probabilmente alla Camera,  Massimo D’Alema dopo un turno ai box. L’ex premier non ritroverà tra  gli scranni Walter Veltroni: un posto in Parlamento il Pd lo aveva  offerto all’ex segretario, ma lui ha risposto “no, grazie”.

Però, per restare al partito guidato da Pietro Grasso, potrebbe  rimettere piede alle Camera Antonio Bassolino, dove entrò da deputato  la prima volta nell’87. E dello stesso gruppo parlamentare potrebbe  far parte anche Antonio Di Pietro: celebre il suo ingresso in Senato,  nel ’97, dopo aver sconfitto Giuliano Ferrara nel collegio  ‘rossissimo’ del Mugello. Ironia della sorte (o della politica) con  l’ex Pm di Mani Pulite, sempre per Leu, potrebbe esserci anche Bobo  Craxi.

Tutti nomi che riportano agli anni d’oro del centrosinistra, tra Ulivo e Unione. Una sorta di richiamo cui il Pd non resta indifferente,  visto che appare scontata una candidatura di Piero Fassino dopo il  lavoro svolto come ‘mediatore’ di Renzi nel centrosinistra. Alleanza  che, salvo colpi di scena clamorosi, conterà anche sulla lista +Europa e sulla presenza, lo ha annunciato lei stessa, di Emma Bonino

Tra i cavalli di ritorno, Clemente Mastella, che ha  appena (ri) lanciato l’Udeur 2: “Non coltiviamo né rancori né  rivincite”, ha scritto il sindaco di Benevento sulla sua pagina  Facebook pubblicando il nuovo logo del partito. E tra le vecchie  conoscenze che hanno deciso, in vista delle elezioni, di scendere  ancora in campo si può annoverare anche Antonio Ingroria.

L’ex magistrato, già candidato premier nel 2013 per Rivoluzione  civile, ha lanciato la Lista del popolo, con un chiaro orizzonte  politico: “L’attuazione integrale della Costituzione. In Parlamento  nessuna forza politica, in 70 anni di Repubblica, lo ha fatto”. Dopo  10 anni di Purgatorio si preparano a tornare in Parlamento i Verdi in  alleanza con il Pd. Una nemesi, visto che nel 2008 il voto utile  invocato da Walter Veltroni contribuì di fatto a ‘farli fuori’.  Incrociano le dita il leader Angelo Bonelli, già capogruppo alla  Camera negli anni del governo Prodi.

Ma il Sole che ride ha diversi ‘cavalli di razza’ su cui puntare, come Marco Boato, attuale responsabile Giustizia del partito, titolare del  record del discorso più lungo mai tenuto alla Camera: 18 ore e 5  minuti nell’81 per argomentare il suo no alla proroga di un anno del  fermo di polizia previsto dal Dl Cossiga. Oppure Sauro Turroni, il  responsabile Territorio, che ha già fatto un giro sia alla Camera che  al Senato a partire dal ’92.
L’area di centro, che guarda un pò a destra e un pò a  sinistra, è tra le più attive in questa fase pre elettorale. Al  centrodestra da un pò di tempo mandano segnali uomini come Raffaele  Lombardo, già governatore siciliano e fondatore del Movimento per le  autonomie, o Giuseppe Gargani, deputato Dc nel ’72, poi in Forza  Italia e eurodeputato, tra le altre cose.

Dall’altra parte, invece, si è affacciato un gruppo di ex Dc già  attivi nella prima Repubblica. Angelo Sanza, eletto per la prima volta nel ’72 con la Dc, era tra gli ideologi di Campo progressista. Fino al passo indietro dell’ex sindaco di Milano una candidatura per lui tra  gli arancioni era data per certa.

Agli ultimi eventi organizzati nell’area della sinistra e del  centrosinistra, invece, in molti hanno notato la presenza di Marco  Follini. L’ex segretario Udc, vice premier di Silvio Berlusconi, era  alla presentazione del libro di Walter Veltroni con Paolo Gentiloni e  anche ad un convegno della sinistra ex Dc. In questo caso in buona  compagnia: c’erano infatti anche Enzo Carra e Giorgio Merlo, che da un pò tengono d’occhio quell’area in contatto con Mdp, a caccia di volti  moderati in vista della composizione delle liste.        (Pol-Gmg/AdnKronos)

 

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