“Tutti noi pensiamo ad un soffione come al fiore più fragile”, scrive con un cinguettio Enzo Bianchi, “che dura poco ed è strappato dal vento. Eppure, nella sua fragilità la forza della vita lo spinge a nascere a crescere e a fiorire: un esempio da osservare e imparare!”
Sinonimo di leggerezza, ha lo spessore di un sospiro e la saggezza di un desiderio.
Quello che conosciamo come Soffione, quel fiore strano con cui abbiamo giocato da bambini, che ci ha fatto innamorare della geometria perfetta del volo dei suoi petali al vento è il Tarassaco, nome che deriva dal greco Tàrasso che significa guarire, con riferimento alla proprietà medicinale di questo fiore. E’ una pianta erbacea perenne e che vive per molti anni. La sua radice, carnosa e contenente lattice, sviluppa una rosetta di foglie aderenti al terreno se intorno non c’è vegetazione, altrimenti erette. Si trova quasi per tutto l’anno se il clima non è molto rigido. I fiori sono gialli, solitari e con il gambo vuoto e, dopo il ciclo naturale di crescita si trasformano nei più noti soffioni, insieme di acheni che formano una palla di “bambagia” che si disperde nel vento, riproducendo le piante.
Fiore fragile ed etereo, piccolo e apparentemente insignificante, ma protagonista di un destino vitale comune a tutti i viventi, il Soffione ha una simbologia particolare legata ai temi del viaggio e del distacco. E’ un fiore che spunta in ogni mese dell’anno e in ogni parte del mondo: sui bordi delle strade, in campagna o nelle alture, un vero e proprio simbolo di vita costantemente sotto i nostri occhi. I piccoli semi alati compiono un viaggio pieno di sfide e di sorprese, nel quale imparano a lasciarsi andare al flusso della vita, prima con esitazione, e poi sempre più affascinati dalle meraviglie del viaggio. Ogni seme diventerà un fiore, incoraggiando alla vita un nuovo seme titubante, pauroso del distacco. Il tarassaco si soffia e – in un certo senso – soffiando aiutiamo la dispersione del seme che costruirà un suo futuro; quel seme che un giorno diventerà un bocciolo verde, un largo fiore giallo e.. pffffff…. un altro soffione. Attrae le anime sensibili e anche Emily Dickinson ci avrà soffiato sopra desideri e pensieri tanto da dedicargli un breve e intenso componimento poetico:
Il piccolo Etereo Cappuccio
Poggiato sulla Testa –
Modisteria flessibile
Di un Dio sagace –
Fin quando scivola via
Un nulla alla volta –
E il Dramma del Soffione
Si estingue in uno stelo.
l pallido Gambo del Dente di Leone
Stupisce l’Erba –
E l’Inverno d’un tratto diventa
Un infinito Ahimè –
Sul gambo si leva un’inusitata Gemma
E poi un chiassoso Fiore –
Il Proclama dei Soli
Che la sepoltura è finita
Il tarassaco è, non per ultimo, un’ottima insalata selvatica ricca di vitamine e sali minerali e quindi depurativa e diuretica. In insalata si può consumare da solo o con altre verdure; lessato, va condito con olio e limone oppure ripassato. I boccioli si possono conservare sottaceto come i capperi.
Riportiamo alcune ricette della tradizione contadina che, senza particolare impegno visto che il tarassaco è capace di spuntare con determinazione anche dall’asfalto, diventano ricette cittadine se solo riusciamo a mantenere uno sguardo interessato a quello che la natura ci dona spontaneamente.
Acquacotta con uovo sperso
Far bollire alcune piantine di tarassaco, a cottura quasi ultimata aggiungere un paio di uova (tipo stracciatella) e poi versare su crostoni di pane raffermo o “abbrusco”, condire con olio extra vergine d’oliva.
Polpette vegetariane di tarassaco
Ingredienti (per 2 persone)
100 grammi di foglie di tarassaco già lessate
1 uovo intero
1 patata media lessa
3 cucchiai di formaggio grattugiato
3 cucchiai di pane grattugiato
sale e pepe q.b.
olio per friggere q.b.
Preparazione:
Lessate le foglie di tarassaco, dopo averle lavate per bene lasciandole cuocere per 25 minuti.
Tritate le foglie di tarassaco aiutandovi possibilmente con una mezzaluna. In una ciotola a parte, schiacciate la patata precedentemente lessata e aggiungete l’uovo. Unite tutti gli ingredienti.
Amalgamate bene uovo e patata, aggiungete il sale, il pepe e il tarassaco tritato. Mescolate bene e aggiungete anche il formaggio e solo un cucchiaio di pan grattato. Mescolate bene fino a ottenere un composto ben amalgamato e compatto.
Formate delle polpette, passatele nel pane grattugiato e friggetele in una padella con abbondante olio bollente. Le polpettine di tarassaco vanno cotte bene su entrambi i lati e servite ben calde.