Piraino è un piccolo paese dei Nebrodi, in provincia di Messina, situato su un crinale che degrada bruscamente sul mare, tra i promontori di Capo D’Orlando e Capo Calavà, sulla costa greca della Sicilia. La sua altezza, quasi cinquecento metri sul livello del mare, è sufficiente per avere una visione magica, fin dove l’occhio può spaziare, del Golfo entro il quale galleggiano mitologiche tra visibile e invisibile, le isole Eolie.
L’etimologia del nome è dialettale, pirainu significa pero selvatico, ed è comprensibile se è vero che tutta quella zona è ricca di specie arboree selvatiche e non solo: salendo le colline morbide che portano lassù in cima, a Piraino, s’incontrano anime di ulivi che costeggiano la strada così percorse dal vento da avere assunto forme straordinariamente umane, contorte e sofferenti. L’intera catena montuosa dei Nebrodi, aspri e selvaggi, ospitano piccoli borghi di grande bellezza che valgono il viaggio, soprattutto nella specificità della loro collocazione suoi monti a picco sul mare: poter guardare l’orizzonte, assistere alle albe che sorgono strepitose da Oriente, godersi un tramonto da una panchina di un belvedere, per esempio, da Piraino, che ha ai suoi piedi Gliaca di Piraino, il suo piccolo borgo marino, ha qualcosa di fortemente suggestivo.
Venerdì 5 gennaio, alle 19, al Palacultura “Don Pino Puglisi” di Gliaca di Piraino, si terrà il Concerto di capodanno 2018, della Popular Symphonic Band di Santo Stefano di Camastra (formata in massima parte da ex allievi della Scuola civica di musica “Mario Aspa”). Una occasione speciale per organizzare un breve e intenso viaggio durante questa settimana festosa a meno di duecento chilometri da Palermo e godersi uno spettacolo dei sensi, splendido e appagante tra musica, storia, paesaggio naturale e reperti archeologici. Il programma prevede musiche di Johann Strauss Padre (marcia di Radetzky) e Figlio, dirette dal maestro Calogero Lo Iacono. Nell’ambito dell’evento – organizzato dalla Scuola civica e dalla Popular Symphonic Band e a ingresso gratuito – verrà inaugurato il nuovo anno accademico del centro musicale pirainese dedicato al celebre operista peloritano Mario Aspa. La Scuola, convenzionata con il Conservatorio di musica “Vincenzo Bellini” di Palermo e al settimo anno di attività didattica, è l’unica istituzione pubblica tra Messina e Palermo nella quale si conseguono le competenze per accedere ai conservatori di Stato. Il maestro Giuseppe Cannizzaro, direttore artistico della Scuola si è dichiarato felice di inaugurare il settimo anno di attività didattica perché, in un territorio difficile come quello nebroideo rappresenta una conquista da parte dei cittadini e dell’amministrazione comunale.
Un evento ben organizzato e piacevole che può essere occasione per scoprire i tesori nascosti del territorio: a Gliaca di Piraino, situata lungo la statale 113, si trova la vecchia Stazione di Posta Fondaco (sec. XVII), uno dei due unici edifici del genere rimasti sull’antico asse viario Messina-Palermo adibito alla sosta e al ristoro dei viaggiatori e al cambio dei cavalli delle carrozze che, completamente restaurato e recuperato, oggi si presenta integro e nel suo aspetto originario.
Sulla costa, tra Gioiosa Marea e Gliaca, protesa verso il mare si erge la Torre della Ciaule. così detta per il tipo di uccelli che vi trovavano dimora (le Taccole), bellissima realizzazione di epoca spagnola, costruita dall’architetto Camillo Camilliani tra il XVI e XVII sec. Sorge su di un costone roccioso che parte dalla riva e si spinge nel mare per circa trenta metri, magnifico esempio di quel sistema difensivo approntato lungo le coste siciliane intorno al 1500. Una passeggiata a tornanti verso Piraino ci permetterebbe di scoprire la bellezza severa del Convento di San Francesco dei Frati Minori Osservanti, uno dei simboli del paese, dal bellissimo chiostro con colonne e capitelli in arenaria sapientemente scolpita. Il suo interno ospita gli eleganti stucchi del palermitano Serpotta che sempre stupiscono e incantano e una deliziosa statua di marmo pregiato raffigurante la Madonna della Neve, opera della scuola del grande scultore palermitano Antonello Gagini (1478-1536). Riservandosi un passaggio alla Chiesa Madre, esistente già al tempo dei Normanni, che custodisce il quadro di Santa Rosalia in mezzo a San Francesco d’Assisi e Santa Maria Maddalena, opera dell’artista Rosalia Novelli di Monreale, figlia del più noto Pietro Novelli.
Un Concerto che vale il viaggio, un viaggio che vale un concerto di Strauss, ad apertura del nuovo anno. Schumann scrisse a proposito di Strauss: “ci sono i valzer della testa, i valzer dei piedi e i valzer dei cuori. I primi vengono scritti sbadigliando, in camicia da notte, quando in strada sfrecciano le carrozze dirette a un ballo e nessuno si ferma a raccoglierti. Ne risulta qualcosa in DO o in FA maggiore. I secondi sono quelli di Strauss, in cui tutto ondeggia e salta (riccioli, occhi, labbra, braccia, piedi). Lo spettatore viene trascinato tra ballerini, i suonatori sono allegri, le loro tonalità sono in Re maggiore e LA maggiore. La terza classe è rappresentata dai sognatori in Re diesis e La diesis maggiore, il cui padre sembra essere il valzer dello struggimento, i fiori serali e le figure crepuscolari, i ricordi della giovinezza amata e di tante altre cose”.