S. Giuseppe Jato, “Nuovo Papa” comandava dal carcere anche sulle estorsioni. Arrestate altre 5 persone

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I carabinieri stanno eseguendo degli arresti confronti di 6 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione di tipo mafioso e tentata estorsione aggravata.

L’operazione  sottolineano dall’ Arma denominata  “Quattropuntozero” e “Montereale”  ha permesso di portare al risultato di oggi.

“Le indagini è iniziata a fine 2016 fino all’estate del 2017 al centro dell’operazione Sergio Damiani soprannominato il Papa e già in carcere per una condanna a 11 anni. Dalla struttura continuava a comandare e al centro degli interessi sottolinea Luigi De Simone- comandante carabinieri di Monreale- vi era sempre il racket perpetrato nel settore degli appalti. Le vittime non hanno denunciato ma solo dopo che li abbiamo interrogati hanno ammesso le estorsioni”.

“ C’è un nuovo arrestato Sciortino che è stato immesso nel mandamento- racconta il comandante de nucleo investigativo di Monreale- sottolinea Augusto Ruggeri- e sono stati documentati due episodi estorsivi per ciascun appartamento in costruzione che variava dai 3000 ai 3.500 a casa e che gli impianti idraulici e idrici dovevano essere eseguiti da Salvatore Billetta, attualmente in carcere. Abbiamo documentato una cassa del mandamento e Antonino Alamia doveva gestirla e soprattutto serviva a mantenere le famiglie dei detenuti”.

Attraverso le intercettazioni tra il vecchio reggente Salvatore Lupo e Bruno, nel quale è emerso chiaramente il desiderio che Sergio Damiani timasto per due anni liberi riprendesse il potere. Ufficialmente panettiere all’inizio tentava di rimanere in disparte ma per poco, Lupo cercava di convincere Damiani a rientrare e ha accettato quando la richiesta gli è arrivata dal vertice Antonio Alamia.

I carabinieri documentano un incontro tra Alamia a Damiani avvenuto sotto casa di quest’ultimo ma che di fatto gli consegna il potere .

Damiani appartiene da una mafia vecchio stampo in gradi di controllare il territorio e a risolvere i problemi come i furti in appartamento.

 

Soddisfazione ha espresso il comandante provinciale dei carabinieri- Antonio Di Stasio: “ Cosa nostra è ancora presente e sono stati individuati i vertici dela famiglia mafiosa di Monreale che si inquadra nel mandamento di San Giuseppe Jato. Un aspetto importante che emerge è come l’attività estorsiva sia il mezzo per rimpinguare le casse . Vorrei evidenziare il profilo commemorativo ovvero che questa operazione avviene al ridosso delle commemorazione del capitano dei carabinieiri D’ Aleo ucciso da Cosa nostra in via Scobar a Palermo. L’omicidio fu ordinato dalla famiglia mafiosa di Monreale con l’aiuto della famiglia di San Lorenzo. D’ Aleo aveva portato avanti le indagini di un altro capitano vittima di mafia, Emanuele Basile. All’epoca a ordinare l’uccisione fu proprio Salvatore Damiani padre dell’arrestati di oggi”.

Custodia cautelare in carcere per:

DAMIANI Sergio, classe 1970, panettiere, ritenuto reggente della famiglia di Monreale e già riconosciuto uomo d’onore della medesima famiglia mafiosa

LUPO Salvatore, classe 1988, già reggente della famiglia mafiosa di Monreale, condannato in primo grado lo scorso 24 aprile alla pena di 12 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso

SPINA Girolamo, classe 1966, personaggio di spicco della famiglia mafiosa di San Giuseppe Jatorecentemente condannato in primo grado alla pena di 9 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa e altro;

BILLETTA Salvatore, classe 1969, appartenente alla famiglia mafiosa di Monreale, condannato in primo grado alla pena di 8 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa e altro;

ALAMIA Antonino, classe 1964, cassiere del mandamento mafioso di San Giuseppe Jato,condannato in primo grado alla pena di 12 anni di reclusione per associazione mafiosa e altro;

SCIORTINO Antonino, classe 1960, muratore.

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