San Martino delle Scale, tombe violate poi rivendute, 4 arresti e indagato ex parroco

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Su ordine della Procura della Repubblica di Palermo i Carabinieri della Compagnia di Monreale in esecuzione di un’Ordinanza del G.I.P.  hanno arrestato 4 persone e sottoposto una quinta alla misura del divieto di dimora nel comune di Monreale con obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria.

Tutti soggetti gravemente indiziati di avere fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi delitti tra cui quelli di truffa, falsità in atti pubblici commesse da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro, vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere. I fatti risultano accertati ed avvenuti presso il Cimitero di San Martino delle Scale.

C’è anche l’ex parroco di San Martino delle Scale, don Michele Musumeci, fra gli indagati nell’inchiesta sulla compravendita illegale di loculi al cimitero della frazione di Monreale (Palermo). Una gestione che sarebbe dovuta essere in mano al Monastero benedettino “estromesso” nel suo compito, come sottolinea il pm, da Giovanni Messina che di fatto, grazie anche alla collaborazionedei suoi familiari, esercitava una “gestione privatistica del cimitero avulsa da qualsivoglia contesto di legalità e legittimità”.

 

Don Michele, secondo quanto emerge dalla denuncia presentata nel 2015

dall’abbate pro tempore dell’Abbazia benedettina di San Martino
Paluzzi, si sarebbe reso complice, insieme a Giovanni Messina, di un
tentativo di estorsione ai danni di una donna alla quale il parroco
avrebbe chiesto 5mila euro per rinnovare la concessione di due loculi
acquistati in passato dal fratello della donna.

“Anche il signor Messina deve mangiare” sarebbe stata la
giustificazione data dal parroco alla sua richiesta. La donna si
sarebbe rifiutata di pagare arrivando, alla fine di una trattativa, ad
accordarsi per la somma di 1600 euro: 400 dati in contanti a don
Michele e 650 a Giovanni Messina. I restanti 550 sarebbero stati
richieste da Messina alla donna come condizione per poter usufruire
del loculo e dar corso alla sepoltura al momento della morte del
fratello della donna avvenuta circa un anno dopo.

Figura chiave e proprio Giovanni Messina. Il “padrone assoluto ed incontrastato del cimitero di S. Martino”. Così, nella sua ordinanza, il gip
definisce l’uomo, ufficialmente titolare di un’impresa familiare di servizi funebri e di fatto la mente dell’organizzazione criminale “a base familiare” che gestiva la compravendita illegale di loculi e sepolture al cimitero dell’Abbazia benedettina. Messina è frale quattro persone arrestate questa mattina, a Palermo, dai carabinieri nell’ambito dell’operazione ‘Cimitero degli orrori’.

Per tutti l’accusa è di avere fatto parte di un’associazione per
delinquere finalizzata alla truffa, falsità in atti pubblici commesse
da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro,
vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di
cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere.

Dal 2013, scrive il gip, Messina si “è accaparrato la gestione del
cimitero, gradualmente accreditandosi presso i parroci succedutisi
negli anni ed usurpando progressivamente le funzioni di
amministrazione e custodia, fino ad assumere il ruolo di dominus
incontrastato che incassa senza alcun titolo tutti i proventi delle
tumulazione e dei servizi cimiteriali”. Un business, secondo le prime
quantificazioni, da centinaia di migliaia di euro. Cinquemila euro era
la somma richiesta per ogni loculo: 4750 per il ‘posto’ e 300 euro per
ogni tumulazione. I “nuovi posti” in un cimitero saturo da oltre
vent’anni, sottolinea il pm, venivano ricavati “letteralmente
spostando, occultando e in alcuni casi financo sottraendo le salme già
sepolte”.

 

 

Si tratta di  Giovanni Messina, settantenne palermitano, Salvatore Messina, trentottenne palermitano, un altro Salvatore Messina ventiquattrenne palermitano, Antonino Campanella, trentatreenne palermitano e Erminia  Morbini settantaquattrenne monrealese.

Gli inquirenti hanno sottolienato come siano state notificate altri avvisi di garanzia ad altre persone.

Le investigazioni,  hanno permesso di ricostruire l’intero meccanismo posto alla base della gestione illegale ed illecita del cimitero di San Martino delle Scale, di proprietà della locale Abbazia Benedettina, finalizzato ad ottenere ingenti profitti dalla compravendita di sepolture.

 

Le attività investigative sono partite dalla raccolta di alcune denunce relativamente a un’apparente “mala gestio” del cimitero, ma i successivi accertamenti hanno consentito di far luce su di una organizzazione criminale che, nel corso degli ultimi anni, si era  di fatto sostituita ai benedettini – in maniera del tutto abusiva- nella gestione del cimitero,  occupandosi dello scambio di loculi e tombe.

 

nella foto Salvatore Messina, 38 anni

Le  immissioni di feretri  avveniva in modo da  percepireil corrispettivo versato per le sepolture e i servizi funerari.

L’organizzazione messa in piedi ormai aveva  un sistema ben collaudato e si basava su tappe precise.

La predisposizione della pratica di sepoltura attraverso la creazione di contratti di acquisto, cessione o rinnovo della concessione dei loculi e delle tombe gentilizie, all’occorrenza falsificati, ed in ogni caso  privo di qualsiasi potere di rappresentanza dell’ente ecclesiastico proprietario.Poi si passava alla   falsificazione di atti pubblici e certificati amministrativi. L’individuazione di tombe e loculi occupati da salme da potere spostare senza correre il rischio che parenti e prossimi congiunti ne rivendicassero la titolarità;

Nella foto Salvatore Messina, 24 anni

Ma erano così accorti da disattivare il servizio di  video- sorveglianza installato dal parrocoin modo da eludere qualsiasi forma di eventuale registrazione o semplice monitoraggio di attività criminose.

Poi si dedicavano all’ estumulazione occultamento e soppressione e distruzione di cadavere  e di bare con salme ancora al loro interno e agli spostamenti non autorizzati in altri loculi, attraverso l’occultamento di bare rimosse d dai loro posti per trasportarle sempre all’interno del cimitero in altri loculi o in luoghi non visibili ai visitatori del cimitero.

Lo smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali e di resti umani decomposti ( che invece di essere posti all’interno di uno specifico ossario vengono letteralmente gettati in intercapedini ricavate con costruzioni abusive per poi essere coperte da materiale cementizio al fine di non lasciarne traccia e richiesta e percezione indebita delle somme di danaro versate per l’acquisto e il rinnovo di dei diritti sui loculi e sulle tombe, sotto forma di donazioni volontarie.

E dopo l’occultamento di cadavere e smaltimento avevano messo in piedi una truffa ai danni dei parenti sul  funzionamento del sistema di “Luci Votive”,  modificato con un temporizzatore per lucrare sulla differenza della somma incassata dai ratei annuali per il predetto servizio e la minor somma effettivamente versata all’ENEL quale costo per il predetto servizio di fornitura di energia elettrica.

Il tutto condito da minacce nei confronti di chi si recasse presso il cimitero chiedendo informazioni.

In particolare, durante le indagini, è emerso che sono state moltissime le persone che, non trovando una sistemazione per i propri cari estinti -soprattutto nei cimiteri palermitani che vivono uno stato di emergenza continua – si sono rivolti a loro per un posto all’interno del camposanto di San Martino delle Scale.

Dietro il pagamento di 5.000,00 € veniva sempre assicurata un’immissione n nel cimitero . Alcune aree del cimitero di San Martino delle Scale sono state poste sotto sequestro.

 

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  1. San Martino delle Scale e il cimitero degli orrori.Spostavano salme e rivendevano i loculi: 4 arresti - WordWeb

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