Drammatico ultimatum di Salvini e Di Maio a Mattarella, 24 ore per l’ok o urne

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Di fatto è un ultimatum quello lanciato da Di Maio e Salvini al Capo dello Stato. Di Maio vuole che il nodo si sciolga in 24 ore, perché s’è perso troppo tempo. Salvini ripete le stesse cose, viaggiano all’unisono. Il Quirinale è assediato da dal “blocco” di maggioranza gialloverde. Tutto gira attorno a Paolo Savona, proposto dalla Lega per il Ministero dell’Economia. Un nome sul quale Mattarella ha mostrato, ufficiosamente, delle perplessità, dato che l’economista ha espresso chiaramente il suo credo anti-Euro.

“Abbiamo già perso troppo tempo, o si  chiude entro 24 ore e siamo messi nelle condizioni di poter cominciare a lavorare o lasciamo perdere”. ha detto il leader del M5S, Luigi  Di Maio, intervenendo al comizio di chiusura della campagna elettorale del candidato-sindaco 5Stelle a Terni, Thomas De Luca.

“Sicuramente non si tira a campare, non  sono nato per tirare a campare”. Così Matteo Salvini, replica a chi  gli chiede, se c’è davvero il rischio di un ritorno alle urne nel caso in cui il Quirinale non dovesse accettare l’intera lista dei ministri  presentata da Lega e M5S.

Nella diretta Facebook, a margine di un appuntamento a Martinengo  (Bergamo), il segretario del Carroccio aggiunge: “O si parte oppure basta. Mi rifiuto di andare avanti per giorni o settimane a trattare, a disfare, a discutere anche perché i mutui, la benzina, gli sbarchi non aspettano. O siamo in condizioni di lavorare bene e subito oppure qualcuno altro si prenderà la responsabilita e farà altre  scelte”.

Il vero nodo resta il nome del ministro dell’Economia. “C’è una  squadra, c’è un’idea di Italia messa insieme da due forze politiche  diverse che hanno fatto un lavoro di sintesi. Speriamo che non ci  siano altri ostacoli, che nessuno abbia dei ‘no’ nei cassetti. Per  rispetto di tutti non facciamo nomi e cognomi, riteniamo di aver  scelto il meglio per l’Italia. Io – chiosa Salvini – l’avrei fatto  anche ieri il governo”.

“Non vediamo l’ora di metterci a lavorare, continua Salvini, noi siamo pronti e la Lega entrerà in un governo solo se questo governo farà gli interessi dei cittadini. Fare gli interessi degli italiani non è una colpa. Ci dicono: ‘no quello non può fare il ministro perché ha detto prima vengono gli italiani, poi le regole europee. Quello non può fare il ministro perché vuole che l’Europa cambi, perché vuole cambiare i Trattati o perché si è permesso di dire che l’Euro è una moneta che ha aiutato solo l’economia tedesca. Uno che la pensa così e che dice queste cose è il mio ministro”.

“Spero che nessuno metta i bastoni fra le ruote, che nessuno dica dei no, che nessuno la tiri per le lunghe per farci perdere altro tempo. O il governo parte nelle prossime ore e si comincia a lavorare o tanto vale tornare a votare”

A difendere il Presidente della Repubblica è sceso in campo, tra gli altri, Vannino Chiti, ex ministro delle Riforme e parlamentare Pd, insieme a un gruppo di persone impegnate a vario titolo nel rinnovamento della politica, difende l’autonomia del presidente della Repubblica e il suo pieno esercizio secondo le disposizioni dell’articolo 92 della Costituzione. “In queste ore –
dichiarano – si sta tentando di imporre al Presidente della Repubblica
un diktat sulla composizione del governo, per impedirgli di svolgere
pienamente il ruolo attribuitogli dalla Costituzione”.

“Infatti, l’art.92 della Costituzione chiaramente definisce i ruoli del presidente del Consiglio dei ministri (che propone la lista dei ministri) e del presidente della Repubblica (che li nomina), delineando un concorso fra le due figure costituzionali in cui nessuno è il notaio dell’altro: nella distinzione dei ruoli, due
volontà libere e autonome, concorrono a costituire il Governo”.

“Invece – continuano – il lepenismo della Lega di Salvini e il populismo di Casaleggio e Di Maio spingono per snaturare il nostro ordinamento costituzionale. Il presidente del Consiglio incaricato Conte deve dimostrare la sua autonomia, condizione essenziale per guidare un governo nel solco della Costituzione, schierandosi con il presidente della Repubblica e tutelare il ruolo di entrambi”.

“Anche i cittadini che condividono il valore integrale e irrinunciabile della Costituzione e della democrazia – continuano Chiti e gli altri firmatari dell’appello – possono e devono farlo, anteponendo e condividendo questi obiettivi, a prescindere dalle loro appartenenze politiche.Per questo siamo con il Presidente Mattarella nel difendere le prerogative assegnate dalla Costituzione al Capo dello Stato e al Presidente del Consiglio.

Invitiamo partiti, sindacati, associazioni a prendere posizione a favore della Costituzione, uscendo da un mortificante silenzio e da una incredibile sotto valutazione di questa situazione. La Costituzione deve essere salvaguardata sempre, anche quando si assiste a tentativi di cambiamento e stravolgimento nella prassi quotidiana della vita della Repubblica”, conclude l’appello.

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