Oltre 70.000. studenti di tutta Italia e sette regioni coinvolte ( Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Umbria) che hanno sposato il progetto #PalermoChiamaItalia promosso dal Miur e dalla Fondazione Falcone.
Sono 1000 gli studenti salpati da Civitavecchia e attraccati al porto di Palermo. E il Capo dello Stato, Sergio MAttarella ha voluto rivolgere un saluto: “La lotta alle mafie è “un impegno da riaffermare per sradicare questo fenomeno da tutti i territori del paese.Con Falcone e Borsellino Mattarella ha ricordato “gli angeli custodi, quei ragazzi che tutelavano anche la nostra libertà, quei giovani hanno tutelato, difeso, garantito la vostra libertà crescita, il vostri futuro, li ricordiamo con riconoscenza e affetto, ringraziando i loro familiari”. Tra i giovani passeggeri arrivati a Palermo, anche un gruppo di universitari di Milano accompagnati dal Prof. Nando Dalla Chiesa, figlio del generale e prefetto Carlo Alberto ucciso da Cosa nostra il 3 settembre 1982. Un fiume di colori e avventi che hanno invaso l’aula Bunker del carcere Ucciardone dove Falcone e Borsellino istruirono il MaxiProcesso. La prima a giungere nell’area antistante il carcere è Maria Falcone: “Macchè passerelle, ci sono mele marce ma l’antimafia avanza”.
Tante le autorità presenti. “Siamo in attesa del deposito dela sentenza Borsellino- ha dichiarato Giovanni Legnini, vicepresidente de Csm- Nessuna polemica. Il legislatore negli anni ha mostrato ina sensibilità nell’aumento dell’organici ma non sempre basta. A seguire è arrivato il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho: “ sul contratto di governo in tema di legalità prima bisogna vedere se si attua e poi devo ribadire che durante le campagne elettorali il tema del contrasto alle mafie non è stato affrontato e questo non deve accadere”.
Il presidente della Camera ha prima salutato i bambini presenti al villaggio della Legalità e poi si è soffermato con i giornalisti: “ Abbiamo bisogno di una verità definitiva lo sostengono da sempre sia per quel che riguarda le Stragi ma ieri ad esempio ho incontrato la famiglia Regeni. È un Paese dove mancano ancora verità”.
A pochi metri il ministro della Giustizia, Orlando: “ Il dovere di ricordare è un dovere civico. ritengo che in questi anni sul tema giustizia abbiamo fatto molto e il codice antimafia ne è una dimostrazione. Ritengo che manchi una crescita sociale e culturale e soprattutto continua a permanere la zona grigia. Sul caso Montante e sulle passerelle, ce ne sono state ma queste situazioni devono servire a distinguere la vera antimafia da quella falsa”.
E non poteva mancare la domanda sul latitante Matteo Messina Denaro. Il Capo della Polizia Gabrielli :” “Lo prenderemo. Ricordo che l’ex capo della Polizia, Antonio Manganelli, si arrabbiava quando dicevano che a Palermo la mafia si e’ inabissata, che ha cambiato strategia. Non e’ stata una libera scelta dell’organizzazione, e’ risultato di quello che si e’ realizzato. Questi criminali non hanno deciso di cambiare strategia, lo Stato gli ha fatto cambiare strategia”.
E il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nella sua ultima uscita pubblica: ” Cio’ che fa delle mafie l’elemento differente e’ il tentativo di costituire un rapporto di intimidazione. Se non combattiamo il rapporto mafia-politica mai combatteremo fino in fondo le mafie. E sciogliere i Consigli comunali e’ il primo anello per combattere questo rapporto.Abbiamo sciolto negli ultimi 16 mesi 37 Consigli comunali per infiltrazioni mafiose, un numero consistente, nel 2016 ne sono stati sciolti 8 – ha aggiunto -. Quando si scioglie un Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose non e’ mai la festa della democrazia, ma sono strumenti doverosi, necessari. So perfettamente che possiamo migliorare, tuttavia l’idea della prevenzione e del contrasto che intervenga nello spezzare il legame tra mafie, istituzioni ed Enti locali lo considero indispensabile nella lotta contro le mafie. In Italia abbiamo una Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Penso sia venuto il momento di avere una struttura analoga in Europa: se si vogliono combattere davvero le mafie, l’Europa deve dotarsi di strumenti di fortissimo coordinamento come questi. Noi ce la mettiamo tutta. La magistratura e la forza di polizia italiane sono numero uno nella lotta contro le mafie nel mondo. Vorrei ringraziare di vero cuore Maria Falcone per aver pensato di dedicare questo appuntamento agli uomini e alle donne delle scorte, che fanno un lavoro senza che nessuno si accorga che lo stanno facendo. Purtroppo si parla di loro solo quando le cose vanno male, quando vanno bene tutto scorre veloce. Non c’e’ nulla di piu’ straordinario, di piu’ eroico, che donare la propria vita per proteggere gli altri. Le donne e gli uomini delle scorte fanno questo. Le istituzioni democratiche del nostro Paese – ha aggiunto – devono ringraziare anche coloro che stanno facendo questo lavoro, garantendo a tutti di fare con forza e nel rispetto del diritto il proprio lavoro. Sono in tanti e lo fanno con una passione straordinaria, perche’ la cosa piu’ impegnativa e’ donarsi agli altri. Colui che ha avuto o ha una scorta sa perfettamente cosa vuol dire donarsi, spesso queste persone si donano alle personalita’ che proteggono, stando accanto nei momenti belli e nei momenti brutti”.
Continuando la cronaca di questa giornata nell’aula bunker anche il presidente della Regione, Musumeci:” Ho deciso di introdurre le ore di educazione civica e alla legalità nelle scuole. Per quel che attiene il lavoro del Parlamento regionale, ritengo che siano due i passggi fondamentali l’approvazione del codice etico e l’abilizione del voto segreto per chi non ha nulla da nascondere”.
Sulla figura di Falcone ha voluto esprimere un pensiero e un ricordo parola- Sergio Lari- ex Procuratore generale di Caltanissetta: “ Falcone non è un eroe perchè è morto ma per quello che ci ha lasciato ovvero la Procura nazionale antimafia, la Dia, la legge sui collaboratori di giustizia e il 41bis, strumenti con i quali continuiamo a lavorare”.
Nel pomeriggio i due cortei, quello partito dall’aula Bunker e quello di Via D’Amelio si sono incrociati per dirigersi all’albero Falcone dove alle ore 17:58 verrà osservato il minuto di silenzio.
Li è arrivata la comica Teresa Mannino: “Io avevo 22 anni e studiavo filosofia e quando è arrivata la notizia della strage di Falcone. Quella è stataun esplosione che ha fatto saltare in aria non solo la Sicilia ma tutta Italia, quel silenzio si ruppe solo ai funerali con le grida
‘Vergogna’. La Sicilia per cui lottavano Falcone e Borsellino era una
Sicilia più giusta”.
Successivamente la giornata prevede la celebrazione di una messa alla chiesa di San Domenico e alle 21:00 ci sarà il concerto al Teatro Massimo eseguito dalla banda della Polizia di Stato. L’attore palermitano Alessio Vassallo leggerà due brani tratti da “Nome in codice Quarto Savona 15” di Chiolo e “Io, Emanuela” Di Annalisa Strada.