Palermo, blitz della squadra mobile nel quartiere Noce,dieci in manette, e uno ai domiciliari. I proventi della kermesse religiosa per finanziare Cosa nostra. Più di 100 uomini della Squadra Mobile di Palermo hanno eseguito un’ Ordinanza di Custodia Cautelare a carico di vari soggetti accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso.
” La consapevolezza che le estorsioni ci sono e continuano a controllare i territori- sottolinea Renato Cortese- Questore di Palermo- ma l’operazione di oggi ci dà soddisfazioni, abbiamo ripulito il quartiere da persone che estorcevano denaro anche durante le feste religiose. Oggi i commercianti non hanno più alibi devono denunciare, hanno mille modi per interagire con la Polizia. Vent’anni fa si poteva capire, oggi sottomettersi a questa arroganza di questi delinquenti Palermo non se l’ho può permettere”.
Sotto la lente di ingrandimento era finito il parroco del quartiere o meglio mandamento molto caro al boss, morto il 17 novembre, Totò Riina. Sembra che i nuovi boss avessero organizzato anche la festa del “ Sacro Cuore” , un connubio religione- mafia che ritorna alla ribalta.
Con i proventi delle offerte che sarebbero serviti a sostenere le varie famiglie.
L’indagine è stata portata avanti dalla Procura di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi e dalla Direzione distrettuale antimafia.
Si passava dalle estorsione di 1000 euro ai 20mila euro.La pozione del parroco è un condizionato. “L’ episodio più eclatante – sottolinea Rodolfo Ruperti- Capo della Squadra Mobile di Palermo. nessuna festa religiosa il guadagno degli stand erano finalizzati al sostentamento dei detenuti. loro pensavano di organizzare la festa per evitare che i commercianti poi si nascondessero o evitassero di pagare il pizzo. Il capo indiscusso è Giovanni Musso, che è riuscito attraverso una società intestata a Di Bella controllava il mercato del caffè”.
” L’ assegnazione dei posti veniva tramandata- racconta Gianfranco Minissale- dirigente del gruppo contrasto Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo, a muovere le fila anche Nicolò Pecoraro. È stata un’ attività portata avanti in modo tradizionale nessun apporto del collaboratore di giustizia. Tranne un esponente condannato per art.416 tutti gli altri cresciuti nell’ ombra ma che piano piano hanno aspettato il loro momento per emergere. GLi affiliati hanno portato all’attenzione di Musso problemi personali, era lui che muoveva le fila”.
I nomi degli arrestati:
DI NOTO Giovanni, nato a Palermo classe ‘74;
BOTTINO Massimo Maria, nato a Palermo classe ‘69.
CUSIMANO Calogero; nato a Palermo classe ’61 (carcere);
DI BELLA Cristian, nato a Palermo classe ‘88 (carcere);
LA VATTIATA Fabio, nato a Palermo classe ‘76 (carcere);
MADDALENA Salvatore, nato a Palermo classe ‘76 (carcere);
MATRANGA Saverio, nato a Palermo classe ‘78 (carcere);
PECORARO Nicolò, nato a Palermo classe ‘92 (carcere);
PECORARO Salvatore, nato a Palermo classe ‘63 (carcere);
Deve rispondere invece, di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso: VASSALLO Giulio, nato a Palermo classe ‘70 per lui il gip ha disposto i domiciliari.