Luigi Bellanca, 50 anni, nato in Francia e di origini siciliane, rientra oggi in Italia, scortato dagli agenti del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Il latitante era ricercato nell’ambito dell’operazione “Baly” effettuata dal Comando Compagnia Carabinieri di Gravina di Catania.
Era il mese du novembre 2016 quando ben 100 uomini dei carabinieri riuscirono a mantellare un’organizzazione dedita allo spaccio di droga nell’hinterland etneo. Non solo spaccio ma anche decine di furti e rapine finalizzati a finanziare l’acquisto di grosse partite di stupefacente, in parte già finanziate dai proventi dello spaccio al minuto.
Droga a fiumi che veniva importata dall’Olanda. A questo passaggio gli inquirenti riuscirono a arrivare grazie alla dichiarazione detenuto presso il carcere di Padova, che con l’aiuto della sorella e di un altro detenuto, attraverso dei ” pizzini” faceva arrivare le comunicazioni all’organizzazione catanese. Così in manette finirono 15 persone ma non lui, Luigi Bellanca. Adesso confronti era stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del gip di Catania per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.

Dalle attivita’ d’indagine a livello locale, lo Scip, attraverso la Divisione S.I.Re.N.E. (Supplementary Information Request at the National Entry), ed il supporto operativo dell’Esperto per la Sicurezza del Dipartimento di Pubblica sicurezza di stanza a Madrid, ha fornito i dettagli utili ed il sostegno strategico alla polizia spagnola per fermare il ricercato ed arrestarlo nei pressi di Malaga, il 14 marzo scorso. I riscontri del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Criminalpol, hanno fatto luce sulla figura di Bellanca, che avrebbe curato per l’organizzazione i rapporti con i referenti olandesi, per l’approvvigionamento della droga e si sarebbe interessato dell’introduzione dei carichi in Italia destinati in Sicilia. All’arrivo a Fiumicino, saranno espletate le formalita’ dell’arresto sul territorio nazionale presso l’Ufficio di Polizia di Frontiera Aerea, e immediatamente verra’ accompagnato in carcere.