La notizia che conta è che nella giornata di lunedì, 15 gennaio 2018, il deputato regionale Vincenzo Figuccia, non ha diffuso alcuna nota alle agenzie ed alle redazioni dei quotidiani siciliani. Niente di niente. In più, a rendere ancora più miterioso l’evento, non ha fatto sapere alcunché della sua attività, frenetica, nemmeno la sorella del deputato, Sabrina Figuccia, consigliere comunale a Palermo, anche lei molto generosa nell’invio di comunicati stampa.
Può sembrare stravagante che si assegni il valore di notizia al fatto che non ci sono notizie per una intera giornata, ma se ci riflettete un poco, ciò è il risultato di un pregiudizio: si crede, erroneamente, che la notizia abbia bisogno necessariamente di un fatto; di conseguenza l’assenza dei fatti equivarrebbe ad assenza di notizie. Ed invece non è così. Quando qualcosa che si attende, è consueta, ha rilevanza o ci interessa, non accade, le conseguenze – emotive, psicologiche, ansiogene, ecc – sono esattamente eguali. Oserei dire che sono ancora più gravi perché l’attesa delusa, o preoccupata, suscita tanti interrogativi di varia natura. Può incuriosire o mettere in agitazione, cosa che invece l’avvenimento, conclamato o sotto i nostri occhi, non provoca. Quando il fatto accade, al massimo, se fate il nostro mestiere, non dovreste fare altro che raccontarlo.La qualcosa è piuttosto semplice, a meno che non abbiate proprio una idiosincrasia verso il mestiere o verso la scrittura in generale.
Un buon giornalista si riconosce quando racconta qualcosa che non è avvenuta, quando specula, quando riesce a riferire sul silenzio, sul nulla, insomma.
Anche qui, a scanso di equivoci, occorre fare una considerazione. Raccontare ciò che non è accaduto non significa affatto inventarsi le cose. Magari è anche così, ma dipende dalla buona creanza del giornalista e nient’altro. La giornata di silenzio di Vincenzo Figuccia, per esempio, non poteva restare inosservata. Se nelle successive 24 ore il silenzio stampa fosse stato mantenuto, avremmo dovuto fare uno screening per gli ospedali cittadini per saperne di più. Basta una influenza per azzoppare il più robusto degli uomini. E Vincenzo Figuccia è un essere umano come gli altri.
Un nostro collega buontempone, avendo preso coscienza della giornata bianca di Figuccia, ha suggerito di inviare una breve missiva al deputato per…ringraziarlo. Non era una trovata originale la sua. Il buontempone è un lettore accanito di Linus (“Caro collaboratore, ti ringraziamo di non averci inviato nulla questa settimana….“). E siccome alle banalità non c’è mai fine, ha ricordato che lunedì è stato battezzato dagli americani come il il giorno triste, il Blue Monday. La cosa lascia il tempo che trova, naturalmente.
Resta inspiegabile la “vacanza”. Non risulta che abbia subito la frustata influenzale, comunque, ad onor del vero. E anche se l’avesse avuta, non avrebbe sicuramente interrotto la consuetudine delle battaglie quotidiane, comunicate al mondocon la solita tempestività, per il nostro tramite.
Dopo 24 ore di vacanza è arrivato un comunicato stampa, per fortuna, a firma di Vincenzo Figuccia, che si occupa stavolta, come fece a suo il padre consigliere comunale – se la memoria non ci tradisce – delle peripatetiche di Palermo, cioè le puttane. Figuccia ha aperto un altro fronte, le prostitute sono oggetto di valutazione e preoccupazione a causa di una serie di nodi non risolti, uno dei quali è che non pagano le tasse. Lo Stato, osserva il deputato regionale, rinuncia ad un gettito che potrebbe essere bene impiegato, e lascia le peripatetiche in balia agli sfruttatori. Non è da paese civile, conclude Figuccia. Rammarico e garbo vanno a braccetto. Ora il cerino passa al signor Questore di Palermo ed ai legislatori, che possono ispirarsi alle regole del Ventennio in materia logistica-
p.s. Nella giornata di domenica Vincenzo Figuccia ha visitato sotto i portici del Palazzo delle Poste, il missionario laico Biagio Conte, con il quale ha parlato dei guai dei senzatetto. Non risulta che sia stato fatto alcun cenno al problema delle “signorine” sui marciapiedi.