Hanno trovato la quadra. Con una velocità sorprendente. E’segno che il raccolto, a loro avviso, sarà abbondante e perciò non c’è bisogno di sgomitare più di tanto. In Forza Italia la soluzione al problema del capolista è stata trovata. Come? Francesco Scoma si trasferisce dal Senato alla Camera dei deputati, Renato Schifani resta al Senato, ed entrambi capeggiano le liste forziste.
Scoma dividerà il privilegio, ma non nello stesso collegio ovviamente, con la Giammanco, siciliana a Milano, fiore all’occhiello di Silvio Berlusconi e portavoce forzista in Sicilia da alcuni mesi a questa parte.
Nei due collegi palermitani alla Camera sul plurinominale dunque ci sono Scoma e Giammanco. Riccardo Gallo confermerebbe una attitudine resiliente ad Agrigento, mentre Stefania Prestigiacomo sarà candidata in più collegi sul plurinominale. Sono voci palermitane, ma è qui che si macina il grano, non altrove.
Nel cerchio magico di Scoma fanno notare che l’accusa di tipedo sostegno a Gianfranco Miccichè, rivolta al senatore, è senza fondamento. Ricordano, infatti, che la sostituzione di Gibiino con Miccichè, come commissario in Sicilia, è stata fortemente voluta da Scoma, che in campagna elettorale si sarebbe speso per il Presideente dell’Ars. Ma allora perché escono fuori, dall’interno, queste notizie? Chi scrive non se l’inventa, questo è sicuro.
Quanto al trasferimento dal Senato alla Camera, Scoma dice di amare Montecitorio quanto Palazzo Madama. Ed in effetti ha ragione, i due Palazzi sono in zona, qualche passo in più per Palazzo Madama, ma solo se si parte dal luogo sbagliato…
Felici e contenti, tutti quanti dunque. I problemi, a quanto pare, stanno dall’altra parte della barricata, nel centrosinistra. Se fossero passati a miglior vita gli eredi della antica tradizione scissionista, nel centrosinistra, avrebbero diritto ad un fiore ed una candela, vita natural durante, da Scoma, Giammanco, Schifani e compagnia bella, per restare in Sicilia.
