Ogni giorno che passa il numero delle “faccette” che accompagnano i messaggio aumenta in modo esponenziale, ed è sempre più difficile dare il significato giusto ad ognuna. Né vanno meglio le cose con gli “oggetti”, in specie i più impegnativi, come ad esempio i cuori, che hanno colori e dimensioni diverse, sono più d’uno o solitari, pulsano o vengono consegnati da cuccioli, topini ed altro. Basta niente che l’emoticon ti fa dire ciò che non avresti voluto, o ti fa capire ciò che non ha niente di vero. Insomma, la comunicazione, già una brutta bestia per conto suo, potrebbe complicarci ancora di più la vita grazie agli emoticon ed alle chat, che stanno a metà strada fra il linguaggio scritto e quello parlato, e subiscono una deriva grammaticale (parole e frasi accorciate, codici sostitutivi ecc.) e frequenti neologismi.
Il rischio di capire una cosa o per un’altra e di trovarsi impelagati in vicende complicate è molto alto. Amicizie e amori in frantumi, offese, umiliazioni, intese non volute eccetera.
Vi racconto ciò che mi è capitato per farvi toccare con mano quanto sia diventato pericoloso maneggiare gli emoticon. Con l’intenzione di far riflettere anche La “vittima” di un autentico abbaglio. Avendo dimenticato in casa di amici il cellulare, ho avvertito chi avrebbe dovuto ricevere uno “squillo”, attraverso messanger, per comunicare il fastidioso inconveniente. Il destinatario del messaggio, però, mi ha riferito di essere a sua volta reduce dello stesso inconveniente via whatsap. Così ho esternato la mia sorpresa, ricevendo in tempo reale, una decina di faccine ridenti dal mio interlocutore. Vuole prendermi simpaticamente in giro, ho pensato confessando di averci creduto, e ne ho sorriso. Poi, pensando di far piacere al mio amico, gli ho scrittoi di avere rinunciato ad ogni filtro, avrebbe potuto prendermi per i fondelli tutte le volte che voleva, bastava che fiatasse ed io abboccavo all’amo. Una testimonianza di stima incondizionata.
La reazione del mio amico è stata, ai miei occhi, surreale. Le mie parole gli erano arrivate come un rimprovero aspro, il tradimento di un’amicizia. Invece che una attestazione di stima – come pretendevo che venisse letta la confessione di avere dismesso il filtro – una testimonianza di sfiducia. Gli addebitavo, insomma, di prendermi per i fondelli, profittando della mia fiducia. Si è risentito ed ha deciso di non parlare con me almeno per il momento.
Piuttosto che studiare Watzlawick ed il classico sulla comunicazione pubblicato dall’Astrolabio (“Pragmatica della comunicazione umana”)per evitare simili inconvenienti basta ascoltare i suggerimenti dei nipotini, se ne avete. Si tratta di colmare il nostro analfabetismo funzionale, prodotto dalle cineserie, cioè gli emoticon, e le chat. Con un attenzione particolare a faccette e cuoricini, fermi ed in movimento. Ma il rischio di un agguato – la faccina sbagliata- resterà dietro l’angolo, non illudiamoci.
[…] Rischio emoticon, la faccina o il cuoricino sbagliato e succede il finimondo […]