C’è chi invoca il Cardinale Pappalardo nel PD in questo malo Natale. Sagunto viene invasa mentre Roma discute. Gli avversari pianificano alla grande le prossime politiche di primavera e nascono come funghi partiti e movimenti di fiancheggimento del centrodestra, fra sinistra e centrosinistra si combatte una guerra senza quartiere ed all’interno del PD si gioca una partita fratricida con il morto in casa.
La sinistra non è stata mai così poco rappresentata sia in termini numerici – il numero dei deputati – sia in termini gestionali (un solo rappresentante nel consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana, Di Pasquale, deputato segretario). Le vicende parlamentari, – Sicilia Futura che va per conto suo e vota Miccichè, e i franchi tiratori nel gruppo PD – hanno aggravato ancora di più le lacerazioni.
E’ vero che nel centrodestra non sono tutte rose e fiori, ma l’alleanza a tre punte – Berlusconi, Salvini e Meloni – regge magnificamente, e i due uomini che si contendono la leadership – Salvini e il Cavaliere – ricordano i due poliziotti: uno fa il buono, l’altro il cattivo, ed entrambi rastrellano consensi, il secondo con l’opzione moderata e neodemocristiana – addirittura con una mano di rosa pallido alla Mitterand –il primo, con l’opzione lepeniana, che mette dentro anche Casa Pound. Si fronteggiano e fanno il pieno, perché l’alleanza elettorale non viene messa in discussione.
In Sicilia le cose vanno ancora meglio. I due Presidenti finora marciano d’amore e d’accordo. Miccichè addirittura annuncia che la sua presidenza sarà improntata alla necessità di regalare un canale politico privilegiato ai programmi dei governo.
Non c’è competizione fra le tre maggiore sigle di partito in Sicilia, e la quarta gamba, “Diventerà Bellissima”, si organizza in vista delle politiche, regalando un plus valore alla coalizione. Alla quarta gamba potrebbe aggiungersi la quinta, l’Udc, e la sesta, l’Unione dei Siciliani di Gaetano Armao. Tutto grasso che cola.
Sull’altro campo, il centrosinistra, di gambe ce ne sono poche, se perfino Sicilia Futura, fino a ieri il covo dei renziani di complemento, sembra andare per conto suo, seguendo la road map spericolata, ma volpina, di Salvatore Cardinale.
C’è anche Leoluca Orlando nel centrosinistra, ma è davvero un enigma. Fino a che punto e in che modo Renzi potrà contare sul sindaco di Palermo? Orlando ha offerto il Rettore Micali al centrosinistra con i risultati che sappiamo, facendone un agnello sacrificale, e potrebbe non avere affatto voglia di “bruciarsi” definitivamente alle politiche, dove peraltro la sua area di intervento sembra limitata alla provincia di Palermo.
Ecco perché c’è chi invoca Pappalardo, seppure in modo scaramantico, e la sua orazione in Cattedrale all’indomani delle stragi di mafia. Mentre Sagunto viene invasa, Roma discute…