In Francia è stato sperimentato con successo un paio di mesi fa, in Italia è arrivato da alcune settimane e a Palermo partirà oggi con la consegna delle prime auto elettriche. È il progetto ‘Play Therapy‘, letteralmente terapia del gioco, ideato dall’associazione 4Children Onlus con l’obiettivo di ridurre l’impatto psicologico con la malattia, diminuire la paura, contenere l’ansia e lo stress dei piccoli pazienti sottoposti a intervento chirurgico in regime di routine. Mini auto al posto delle barelle: un gioco, appunto, che contribuirà ad alleviare le sofferenze e a ridurre la tensione dei bambini che si trovano ospedalizzati nel settore chirurgico e che vivranno in maniera diversa la preparazione all’intervento.
Il progetto sarà presentato oggi, alle 17, nel reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale Di Cristina, diretto da Gloria Pelizzo, alla presenza del commissario dell’Arnas Civico, Giovanni Migliore, e del direttore dell’unità operativa di Psicologia clinica dell’Arnas Civico, Angela Di Pasquale.
Da tempo ormai è stata certificata l’influenza positiva sui piccoli pazienti di ludoteche, pet therapy, orti giardini e spazi colorati negli ospedali. Quella delle mini auto che saranno consegnate al quarto piano dell’Ospedale dei Bambini, grazie al contributo e al sostegno di Tearose, Rocketbaby e Italmondo, è un’ulteriore iniziativa avviata dal Di Cristina proprio per ridurre lo stress dei piccoli pazienti ospedalizzati.
“L’intervento chirurgico – spiega Gloria Pelizzo – provoca nel bambino un’importante situazione di stress, disagio fisico e/o psichico che genera sensazioni di ansia, angoscia, paura, accompagnate dalle reazioni fisiologiche di difesa e stress dell’organismo. Tutte circostanze e situazioni che possono influire sui tempi anestesiologici e sull’esito dell’intervento chirurgico e la
durata della degenza postoperatoria”.
”Le esperienze più difficili da sopportare per un bambino – dice il commissario dell’Arnas Civico Giovanni Migliore – non sono sempre e solo legate alla malattia in sé o al suo trattamento, ma incide anche
l’isolamento, l’essere lontano da casa e dai genitori, trovarsi in un luogo poco familiare”.
Adnkronos